“A cosa servono le soprintendenze? Glielo dico io: rappresentano l’ultimo baluardo della tutela in Italia”. Paola Grifoni, già soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici in Toscana e in Emilia Romagna, non fa giri di parole. “Purtroppo da tempo sono state esautorate. L’ultimo in ordine di tempo era stato Matteo Renzi, che addirittura le voleva abolire. Ma prima di lui ci fu un periodo in cui la delega del paesaggio dallo Stato passò alle Regioni e poi ai Comuni. E fu un disastro. Poi le competenze tornarono allo Stato con la legge Galasso, che assoggettava certe aree ai vincoli paesaggistici di notevole interesse pubblico istituiti con decreto ministeriale. E le cose ripresero ad andare per giusto verso. Adesso vogliono dare il colpo di grazia“.
Eppure la tutela in Italia è cosa antica. Il primo soprintendente fu Raffaello Sanzio, nominato da Papa Leone X “praefectus marmorum et lapidum omnium” col compito di cercare a Roma e dintorni marmi da utilizzare nel cantiere della basilica di San Pietro, tutelando però materiali, epigrafi e frammenti antichi rinvenuti nel territorio cittadino.
La prima soprintendenza in Italia fu istituita a Ravenna nel 1905, ben in anticipo quindi sia sulle leggi prima fasciste e poi repubblicane relative alla tutela dei beni culturali. 50 anni fa, con l’istituzione del Ministero per i beni culturali e ambientali, lo Stato decideva di dotarsi di uno strumento decisamente moderno per la tutela, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio, secondo quanto stabilito dall’articolo 9 della Costituzione.
Ma evidentemente c’è sempre chi vuol rimuovere gli ostacoli, anche se hanno ben ragione di esistere. Il riferimento è alla Lega che prima con un emendamento, poi ritirato, poi con l’annuncio di un disegno di legge, vorrebbe di fatto esautorare le Soprintendenze.
“Le soprintendenze applicano le leggi – continua Grifoni -, ma queste danno fastidio perché, nei limiti del possibile, impediamo che il patrimonio, che è di tutti, diventi una cosa privata. L’Italia è stato il primo paese in Europa a organizzarsi con un sistema di tutela con cui le soprintendenze da ben 120 anni controllano il rispetto delle regole. Ma questo dà fastidio. E quel che è peggio, una volta che la tutela non è più rispettata, ci vorrebbero anni e anni per rimettere a posto le cose. Prendiamo la deforestazione per i campi da sci.. tanto per fare un esempio. E a livello urbanistico consideriamo l’altezza degli edifici: senza regole precise diventa una giungla. Un altro esempio? A Firenze i Lungarni sono sotto tutela paesaggistica perché si tratta degli argini di un fiume, e quindi ogni intervento va espressamente autorizzato. Ma alla fine nessuno ci pensa. Pensiamo poi ai colori delle facciate dei palazzi, che non possono essere decisi a proprio piacimento, oppure la sistemazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti. Essendo il centro storico di Firenze un sito Unesco, certe decisioni sono sottoposte a un preciso regime di tutela. Vogliamo parlare dei B&B? In molti casi si stanno allargando tanti accessi ai garage, senza alcuna autorizzazione. E queste sono le cose, minime, che non si vedono. Poi ci sono i palazzi, che talvolta diventano delle vere cattedrali nel deserto dopo che sono stati costruiti e qualcuno si è accorto che sono abusivi e magari restano lì, vuoti e senza senso. Le soprintendenze – conclude Grifoni – sono già state depauperate del loro potere, poiché la carenza del personale è ormai cronica, non ci sono mezzi per muoversi e quindi l’attività di tutela sul territorio è diminuita molto. Se adesso venisse eliminato il carattere vincolante dei pareri delle Soprintendenze, sarebbe realmente il colpo di grazia”.
Ancora più duro il parere di Mario Lolli Ghetti, già direttore generale dell’Architettura, delle Belle Arti, del Paesaggio, e dell’Arte e dell’Architettura Contemporanee del Ministero per i beni culturali: “Sono totalmente d’accordo con lo storico dell’arte Claudio Strinati nel ritenere che la questione va valutata più come etica morale che come interpretazione della Costituzione. Le soprintendenze hanno permesso il salvataggio del patrimonio culturale italiano. Sicuramente non vanno esautorate e se qualche eccesso c’è stato, va punito e reintegrato. Ma il fatto che qualcuno si sia comportato male, non significa che il principio non sia giusto. E non si può delegare ai Comuni, che hanno dato spesso un pessimo esempio di utilizzo dei beni che sono patrimonio della collettività. Anche con valori morali. Non dimentichiamoci mai che essere italiani significa essere gli eredi del più variegato patrimonio del mondo, che abbiamo il dovere di preservarlo per le generazioni future”.
Politica
Cosa sono le soprintendenze ai beni culturali che la Lega vuole esautorare: “Tra pannelli solari e palazzoni: senza regole è una giungla”
La tutela di beni paesaggistici, architettonici e culturali è cosa antica: il primo soprintendente fu addirittura Raffaello Sanzio. Eppure ora c'è chi "vuole dare il colpo di grazia"
“A cosa servono le soprintendenze? Glielo dico io: rappresentano l’ultimo baluardo della tutela in Italia”. Paola Grifoni, già soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici in Toscana e in Emilia Romagna, non fa giri di parole. “Purtroppo da tempo sono state esautorate. L’ultimo in ordine di tempo era stato Matteo Renzi, che addirittura le voleva abolire. Ma prima di lui ci fu un periodo in cui la delega del paesaggio dallo Stato passò alle Regioni e poi ai Comuni. E fu un disastro. Poi le competenze tornarono allo Stato con la legge Galasso, che assoggettava certe aree ai vincoli paesaggistici di notevole interesse pubblico istituiti con decreto ministeriale. E le cose ripresero ad andare per giusto verso. Adesso vogliono dare il colpo di grazia“.
Eppure la tutela in Italia è cosa antica. Il primo soprintendente fu Raffaello Sanzio, nominato da Papa Leone X “praefectus marmorum et lapidum omnium” col compito di cercare a Roma e dintorni marmi da utilizzare nel cantiere della basilica di San Pietro, tutelando però materiali, epigrafi e frammenti antichi rinvenuti nel territorio cittadino.
La prima soprintendenza in Italia fu istituita a Ravenna nel 1905, ben in anticipo quindi sia sulle leggi prima fasciste e poi repubblicane relative alla tutela dei beni culturali. 50 anni fa, con l’istituzione del Ministero per i beni culturali e ambientali, lo Stato decideva di dotarsi di uno strumento decisamente moderno per la tutela, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio, secondo quanto stabilito dall’articolo 9 della Costituzione.
Ma evidentemente c’è sempre chi vuol rimuovere gli ostacoli, anche se hanno ben ragione di esistere. Il riferimento è alla Lega che prima con un emendamento, poi ritirato, poi con l’annuncio di un disegno di legge, vorrebbe di fatto esautorare le Soprintendenze.
“Le soprintendenze applicano le leggi – continua Grifoni -, ma queste danno fastidio perché, nei limiti del possibile, impediamo che il patrimonio, che è di tutti, diventi una cosa privata. L’Italia è stato il primo paese in Europa a organizzarsi con un sistema di tutela con cui le soprintendenze da ben 120 anni controllano il rispetto delle regole. Ma questo dà fastidio. E quel che è peggio, una volta che la tutela non è più rispettata, ci vorrebbero anni e anni per rimettere a posto le cose. Prendiamo la deforestazione per i campi da sci.. tanto per fare un esempio. E a livello urbanistico consideriamo l’altezza degli edifici: senza regole precise diventa una giungla. Un altro esempio? A Firenze i Lungarni sono sotto tutela paesaggistica perché si tratta degli argini di un fiume, e quindi ogni intervento va espressamente autorizzato. Ma alla fine nessuno ci pensa. Pensiamo poi ai colori delle facciate dei palazzi, che non possono essere decisi a proprio piacimento, oppure la sistemazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti. Essendo il centro storico di Firenze un sito Unesco, certe decisioni sono sottoposte a un preciso regime di tutela. Vogliamo parlare dei B&B? In molti casi si stanno allargando tanti accessi ai garage, senza alcuna autorizzazione. E queste sono le cose, minime, che non si vedono. Poi ci sono i palazzi, che talvolta diventano delle vere cattedrali nel deserto dopo che sono stati costruiti e qualcuno si è accorto che sono abusivi e magari restano lì, vuoti e senza senso. Le soprintendenze – conclude Grifoni – sono già state depauperate del loro potere, poiché la carenza del personale è ormai cronica, non ci sono mezzi per muoversi e quindi l’attività di tutela sul territorio è diminuita molto. Se adesso venisse eliminato il carattere vincolante dei pareri delle Soprintendenze, sarebbe realmente il colpo di grazia”.
Ancora più duro il parere di Mario Lolli Ghetti, già direttore generale dell’Architettura, delle Belle Arti, del Paesaggio, e dell’Arte e dell’Architettura Contemporanee del Ministero per i beni culturali: “Sono totalmente d’accordo con lo storico dell’arte Claudio Strinati nel ritenere che la questione va valutata più come etica morale che come interpretazione della Costituzione. Le soprintendenze hanno permesso il salvataggio del patrimonio culturale italiano. Sicuramente non vanno esautorate e se qualche eccesso c’è stato, va punito e reintegrato. Ma il fatto che qualcuno si sia comportato male, non significa che il principio non sia giusto. E non si può delegare ai Comuni, che hanno dato spesso un pessimo esempio di utilizzo dei beni che sono patrimonio della collettività. Anche con valori morali. Non dimentichiamoci mai che essere italiani significa essere gli eredi del più variegato patrimonio del mondo, che abbiamo il dovere di preservarlo per le generazioni future”.
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Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Fulco Pratesi ha saputo non solo denunciare i mali che affliggono l'ambiente ma ha saputo esercitare una grande funzione pedagogica di informazione e formazione sui temi ambientali. Personalmente ricordo il grande contributo di consigli e di indicazioni durante il periodo in cui sono stato ministro dell'Ambiente e in particolare per l'azione che condussi per la costituzione dei Parchi nazionali e per portare la superficie protetta del paese ad un livello più europeo. Ci mancherà molto". Lo afferma Valdo Spini, già ministro dell'Ambiente nei Governi Ciampi e Amato uno.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Le immagini che arrivano dalla città di Messina, dove si sono verificati scontri tra Forze dell'Ordine e manifestanti nel corso di una manifestazione no ponte, mi feriscono come messinese e come rappresentante delle istituzioni. Esprimo tutta la mia solidarietà alle Forze dell'Ordine e all'agente ferito, cui auguro una pronta guarigione, e condanno fermamente quanto accaduto. Esprimere il proprio dissenso non autorizza a trasformare una manifestazione in un esercizio di brutalità”. Lo afferma la senatrice di Fratelli d'Italia Ella Bucalo.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - “Inaccettabile quanto accaduto oggi a Messina in occasione del corteo contro la costruzione del Ponte sullo Stretto. Insulti, intolleranza, muri del centro imbrattati con scritte indegne, violenze contro le Forze dell’Ordine. È assurdo manifestare con simili metodi, coinvolgendo personaggi che nulla possono avere a che fare con il normale confronto democratico. Ferma condanna per quanto accaduto, e solidarietà alle Forze dell’Ordine che hanno gestito con grande professionalità i momenti più tesi della giornata”. Così Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata messinese di Forza Italia.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Siamo orgogliosi della nostra Marina militare italiana che, con il Vespucci, ha portato nel mondo le eccellenze e i valori del nostro Paese. Bentornati a casa: la vostra impresa, che ho avuto la fortuna di poter vivere personalmente nella tappa di Tokyo, è motivo di vanto per ogni italiano. Grazie!” Così il capogruppo della Lega in commissione Difesa alla Camera Eugenio Zoffili.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Di fronte a quanto sta avvenendo nel mondo, agli stravolgimenti geopolitici e all’aggressione subita ieri alla Casa Bianca dal presidente ucraino, troviamo gravi e fuori luogo le considerazioni dei capigruppo di Fdi. Non è una questione di contabilità ma di rispetto verso il Parlamento. E in ogni caso la premier Meloni è venuta a riferire in Parlamento solo prima dei Consigli europei, come hanno fatto tutti gli altri suoi predecessori, perché era un suo dovere. E da oltre un anno e mezzo non risponde alle domande libere di un Premier time in Aula. Oggi siamo di fronte ad una gravissima crisi internazionale e alla vigilia di un Consiglio europeo che dovrà prendere decisioni importanti per l’Ucraina e per l’Europa. Dovrebbe essere la stessa Giorgia Meloni a sentire l’urgenza di venire in Aula per dire al Paese, in Parlamento, non con un video sui social, da che parte sta il Governo italiano e quale contributo vuole dare, in sede europea, per trovare una soluzione". Lo affermano i capigruppo del Pd al Senato, alla Camera e al Parlamento europeo Francesco Boccia, Chiara Braga e Nicola Zingaretti.
"Per questo -aggiungono- ribadiamo la nostra richiesta: è urgente e necessario che la presidente del Consiglio venga in Aula prima del Consiglio europeo del 6 marzo. Non si tratta di una concessione al Parlamento, che merita maggior rispetto da parte degli esponenti di Fdi e di Giorgia Meloni che continua a sottrarsi al confronto”.
(Adnkronos) - "La scomparsa di Fulco mi addolora profondamente. Con lui ho condiviso anni di passione e impegno per la tutela dell’ambiente: io come presidente del Wwf Italia dal 1992 al 1998 (e membro del Board internazionale con il principe Filippo), lui come figura guida e poi presidente onorario dell’associazione, dopo la breve parentesi politica che lo aveva tenuto lontano. Fulco è stato un punto di riferimento per tutti noi che ci siamo dedicati alla salvaguardia della natura. Le sue idee, la sua capacità di coinvolgere e di trasmettere amore per la biodiversità resteranno un esempio prezioso". Lo afferma Grazia Francescato, già presidente dei Verdi e del Wwf Italia, ricordando Fulco Pratesi.
"Insieme -ricorda- abbiamo sognato e lavorato per un mondo più giusto e sostenibile, dividendoci persino la stessa scrivania pur di coordinare al meglio le nostre iniziative. In questo momento di grande tristezza voglio ricordarlo come un uomo coerente e generoso, che non ha mai smesso di credere nella forza delle idee e nell’importanza di agire in difesa del nostro pianeta. Ai suoi familiari e a tutti coloro che gli hanno voluto bene va il mio sentito cordoglio. Fulco resterà sempre nel mio cuore e in quello di tutti coloro che l’hanno conosciuto e hanno collaborato con lui. Il suo insegnamento e la sua dedizione alla natura continueranno a ispirare il nostro lavoro e le prossime generazioni".
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Vicinanza e solidarietà da parte di Fratelli d’Italia alle forze dell’ordine che anche oggi sono state bersaglio di violenze ingiustificate da parte dei soliti professionisti della violenza ormai sempre più coccolati dalla sinistra locale, che questa volta hanno cercato di colpire la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico dell'Università bolognese alla presenza del ministro Bernini e al rettore, a cui va la nostra vicinanza”. Così Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.