Dopo la doccia fredda, quella gelata. Secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg, che cita “fonti a conoscenza della questione”, il produttore italo-francese di semiconduttori STMicroelectronics sta valutando la possibilità di ridurre l’organico, utilizzando prepensionamenti ed incentivi. L’agenzia statunitense ha quantificato il taglio nel 6% della forza lavoro (tra i 2.000 e i 3.000 lavoratori nelle attività sia in Italia che in Francia). La società ribadisce quanto affermato dall’amministratore delegato Jean-Marc Chery: “Nelle settimane che vengono cominceremo a impegnarci in un dialogo costruttivo con i rappresentanti dei dipendenti attorno a programmi di supporto al termine della carriera costruiti su base volontaria, compresi pensionamenti anticipati”.

La notizia segue le diffusione di dati di bilancio deludenti che, giovedì, hanno causato un calo del titolo del 9% (- 47% nell’ultimo anno). Il primo azionista di Stm è una holding olandese che ha in mano il 27,5%. Questa holding è però controllata al 50% dal ministero dell’Economia italiano e per l’altra metà dallo stato francese. Sempre secondo Bloomberg il governo italiano sta cercando di limitare l’impatto della ristrutturazione sulla forza lavoro italiana.

Il 2024 è risultato essere uno degli anni peggiori degli ultimi decenni per il settore dei microprocessori a causa del calo della domanda del settore auto e dall’industria. Inoltre Stm, a differenza di ciò che avviene abitualmente, non ha fornito prospettive per l’intero 2025 ma solo per il primo trimestre. Il 2024 si è chiuso con ricavi in calo del 23% a 13,2 miliardi e con profitti in discesa del 63% a 1,5 miliardi. Nei primi tre mesi del 2025, l’azienda si attende ricavi netti per 2,51 miliardi di dollari e un margine lordo al 33,8%, al di sotto delle previsioni degli analisti che stimavano ricavi per 2,73 miliardi e un margine del 36,1%.

“I dati finanziari pubblicati da STMicroelectronics confermano un trend allarmante già oggetto di nostre interrogazioni in Parlamento: il calo dei ricavi e una forte contrazione dell’utile rappresentano un segnale di forte difficoltà per un settore strategico come quello dei semiconduttori. In un contesto globale sempre più competitivo, non possiamo permetterci di perdere terreno anche in questo comparto, cruciale per l’indipendenza tecnologica e l’autonomia industriale dell’Italia e dell’Europa”. A sostenerlo in una nota sono i parlamentari PD, Anna Ascani, Lorenzo Basso, Andrea Casu, Antonio Nicita, che chiedono pertanto al governo di agire subito per sostenere il settore.

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