“E che ci fanno qua? Tanto perdono”. La Gialappa’s con la rubrica “le ultime parole famose” sarebbe arrivata parecchi decenni dopo. E in ogni caso quel pronostico in quella rubrica non ci sarebbe finito. Forse per una questione di rispetto per l’autore del pronostico, oggi Santo, ma soprattutto perché aveva ragione Padre Pio, in quel fine gennaio del 1965: l’Inter di Corso, Mazzola e Suarez campione d’Europa e del mondo, in visita a San Giovanni Rotondo prima della partita contro il Foggia, allo Zaccheria avrebbe perso. E avrebbe perso per mano di un ragazzo che a Foggia aveva legato indissolubilmente il suo destino: Cosimo Vittorio Nocera. “E Vittorio non è un nome che aveva all’anagrafe, ma che aggiunsero i tifosi del Foggia”: segreto svelato dalla figlia, Giusy.
Era il 31 gennaio del 1965 e l’Inter capolista affrontava il bel Foggia di Oronzo Pugliese, in quel Pino Zaccheria che si distingueva per il suo terreno di gioco, in sansa, anziché in erba. I Foggiani sembrano imprendibili e in apertura di secondo tempo vanno in vantaggio: Maioli manda una punizione meravigliosa sulla traversa, ma ben appostato al centro dell’area di rigore c’è Lazzotti, che insacca. Passano sei o sette minuti e ancora Maioli manda in area Cosimo Nocera: il centravanti finta e manda contro tempo Guarneri e Picchi, poi con un rasoterra mette dentro il due a zero. Lo Zaccheria è in estasi: la squadra di Pugliese è in vantaggio per due a zero contro i campioni del mondo. La riprende però l’Inter, prima con Peirò e poi con Luisito Suarez che con un meraviglioso esterno destro da fuori area toglie le ragnatele dal sette: in venti minuti il Foggia passa dall’essere in vantaggio per due a zero al due a due.
Potrebbe essere una mazzata: si sa come vanno certe partite. Invece è ancora una volta Nocera a regalare un sogno ai suoi tifosi: riceve palla al limite d’area, di spalle, con Guarneri e Picchi che immaginano se la porti sul destro, mentre lui fa il contrario sparando una bomba di sinistro all’incrocio che regala la vittoria al Foggia. Una partita che dopo sessant’anni è ancora probabilmente il ricordo più bello per i foggiani: “Io non c’ero ancora – racconta la figlia di Cosimo Nocera, Giusy – ma è come se l’avessi vista per tutte le storie e gli aneddoti che ho ricevuto”.
Cosimo nasce a Secondigliano, periferia nord di Napoli: è legatissimo al suo quartiere e nella squadra locale inizia a tirare i primi calci, poi va a Foggia, indossa la maglia della squadra pugliese, trova l’amore. “Una persona per bene, stimata e che sapeva farsi volere bene da tutti – racconta Giusy – tant’è che il suo ricordo (Cosimo Nocera è scomparso nel 2012, ndr) è vivo non solo a Foggia, dove è a tutti gli effetti una bandiera, ma anche a Secondigliano dove ancora oggi lo ricordano dedicandogli anche strade”. Tutta la carriera in maglia rossonera, segnando 121 gol in dieci anni, 18 in Serie A, a partire dalla sua stagione migliore, quella 1964–65, quella che vede anche il suo approdo in nazionale: “Fu convocato, segnò anche un gol contro il Galles – racconta Giusy – e mi raccontava che a Firenze quando suonò l’inno di Mameli gli girava la testa, che stava per svenire per l’emozione”.
L’avrebbe voluto la Juventus alla fine di quella stagione: “Non l’avrebbe voluto – ricorda la figlia – l’aveva proprio preso la Juventus: soltanto che ci fu praticamente una rivolta a Foggia e lui non se la sentì di tradire i tifosi, pagò anche una penale infatti. Ma erano altri tempi: è chiaro che si sarebbe parlato di tutt’altra carriera e tutt’altri guadagni se fosse andato alla Juventus, ma papà era un uomo che metteva i valori prima di tutto. Restò a Foggia, perdendoci anche qualche stipendio negli anni”. E a proposito di Juventus, l’aneddoto che ricorda Giusy riguarda proprio una bandiera bianconera. Una versione dell’accostamento della parola “bomber” ai centravanti la vuole proprio legata a Cosimo Nocera, alle bombe che tirava in campo, versione che sarebbe indirettamente confermata da Dino Zoff: “Quando lo incontrai mi disse che parare i tiri di papà era durissima, che dopo un paio di tiri veniva voglia di scansarsi per quanto erano forti”. Tanto forti da stendere i campioni del mondo.
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Ti ricordi… Cosimo Nocera, il bomber del Foggia che stese la Grande Inter. “Zoff mi svelò un aneddoto sulla potenza dei suoi tiri”
La storia di Cosimo Vittorio Nocera, eroe e bandiera del Foggia che nel 1965 segnò una doppietta storica. Il racconto della figlia Giusy
“E che ci fanno qua? Tanto perdono”. La Gialappa’s con la rubrica “le ultime parole famose” sarebbe arrivata parecchi decenni dopo. E in ogni caso quel pronostico in quella rubrica non ci sarebbe finito. Forse per una questione di rispetto per l’autore del pronostico, oggi Santo, ma soprattutto perché aveva ragione Padre Pio, in quel fine gennaio del 1965: l’Inter di Corso, Mazzola e Suarez campione d’Europa e del mondo, in visita a San Giovanni Rotondo prima della partita contro il Foggia, allo Zaccheria avrebbe perso. E avrebbe perso per mano di un ragazzo che a Foggia aveva legato indissolubilmente il suo destino: Cosimo Vittorio Nocera. “E Vittorio non è un nome che aveva all’anagrafe, ma che aggiunsero i tifosi del Foggia”: segreto svelato dalla figlia, Giusy.
Era il 31 gennaio del 1965 e l’Inter capolista affrontava il bel Foggia di Oronzo Pugliese, in quel Pino Zaccheria che si distingueva per il suo terreno di gioco, in sansa, anziché in erba. I Foggiani sembrano imprendibili e in apertura di secondo tempo vanno in vantaggio: Maioli manda una punizione meravigliosa sulla traversa, ma ben appostato al centro dell’area di rigore c’è Lazzotti, che insacca. Passano sei o sette minuti e ancora Maioli manda in area Cosimo Nocera: il centravanti finta e manda contro tempo Guarneri e Picchi, poi con un rasoterra mette dentro il due a zero. Lo Zaccheria è in estasi: la squadra di Pugliese è in vantaggio per due a zero contro i campioni del mondo. La riprende però l’Inter, prima con Peirò e poi con Luisito Suarez che con un meraviglioso esterno destro da fuori area toglie le ragnatele dal sette: in venti minuti il Foggia passa dall’essere in vantaggio per due a zero al due a due.
Potrebbe essere una mazzata: si sa come vanno certe partite. Invece è ancora una volta Nocera a regalare un sogno ai suoi tifosi: riceve palla al limite d’area, di spalle, con Guarneri e Picchi che immaginano se la porti sul destro, mentre lui fa il contrario sparando una bomba di sinistro all’incrocio che regala la vittoria al Foggia. Una partita che dopo sessant’anni è ancora probabilmente il ricordo più bello per i foggiani: “Io non c’ero ancora – racconta la figlia di Cosimo Nocera, Giusy – ma è come se l’avessi vista per tutte le storie e gli aneddoti che ho ricevuto”.
Cosimo nasce a Secondigliano, periferia nord di Napoli: è legatissimo al suo quartiere e nella squadra locale inizia a tirare i primi calci, poi va a Foggia, indossa la maglia della squadra pugliese, trova l’amore. “Una persona per bene, stimata e che sapeva farsi volere bene da tutti – racconta Giusy – tant’è che il suo ricordo (Cosimo Nocera è scomparso nel 2012, ndr) è vivo non solo a Foggia, dove è a tutti gli effetti una bandiera, ma anche a Secondigliano dove ancora oggi lo ricordano dedicandogli anche strade”. Tutta la carriera in maglia rossonera, segnando 121 gol in dieci anni, 18 in Serie A, a partire dalla sua stagione migliore, quella 1964–65, quella che vede anche il suo approdo in nazionale: “Fu convocato, segnò anche un gol contro il Galles – racconta Giusy – e mi raccontava che a Firenze quando suonò l’inno di Mameli gli girava la testa, che stava per svenire per l’emozione”.
L’avrebbe voluto la Juventus alla fine di quella stagione: “Non l’avrebbe voluto – ricorda la figlia – l’aveva proprio preso la Juventus: soltanto che ci fu praticamente una rivolta a Foggia e lui non se la sentì di tradire i tifosi, pagò anche una penale infatti. Ma erano altri tempi: è chiaro che si sarebbe parlato di tutt’altra carriera e tutt’altri guadagni se fosse andato alla Juventus, ma papà era un uomo che metteva i valori prima di tutto. Restò a Foggia, perdendoci anche qualche stipendio negli anni”. E a proposito di Juventus, l’aneddoto che ricorda Giusy riguarda proprio una bandiera bianconera. Una versione dell’accostamento della parola “bomber” ai centravanti la vuole proprio legata a Cosimo Nocera, alle bombe che tirava in campo, versione che sarebbe indirettamente confermata da Dino Zoff: “Quando lo incontrai mi disse che parare i tiri di papà era durissima, che dopo un paio di tiri veniva voglia di scansarsi per quanto erano forti”. Tanto forti da stendere i campioni del mondo.
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Roma, 27 feb (Adnkronos) - "Trump dice, metto dazi al 25%. L''Italia deve stare con Europa e l'Europa deve rimenare. Ma ci vuole l'Europa, non sovranisti da quattro soldi e provinciali alle vongole". Lo ha detto Matteo Renzi a L'aria che tira, su La7.
Parigi, 27 feb. (Adnkronos/Afp) - L'Unione Europea "farebbe lo stesso" se gli Stati Uniti mettessero dazi del 25 percento, come annunciato dal presidente Donald Trump. Lo ha dichiarato il ministro delle Finanze francese Eric Lombard. "È chiaro che se gli americani aumenteranno i dazi, come annunciato dal presidente Trump, l'Ue farà lo stesso", ha affermato Lombard a margine della riunione dei ministri delle finanze del G20 a Città del Capo. "Anche se non è nell'interesse generale, anche noi dobbiamo proteggere i nostri interessi e quelli dei paesi dell'Unione", ha aggiunto.
Roma, 27 feb (Adnkronos) - "Oggi vediamo che Giorgia Meloni non tocca palla, gli interlocutori americani sono Merz, Macron e Starmer. Giorgia Meloni si sta rivelando una influencer abbastanza inconsistente e lo dico con dispiacere". Lo ha detto Matteo Renzi a L'aria che tira, su La7.
Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) - "Anche quest'anno siamo felici e onorati di aver partecipato alla campagna che Uniamo ha svolto in questo periodo, in termini di eventi, di momenti di incontro ben organizzati e ben ideati. Sono passati più di vent'anni e Uniamo ha fatto un egregio lavoro per sensibilizzare sempre di più non solo gli addetti ai lavori, ovviamente, ma l'intera società sui temi delle malattie rare. Ecco, le malattie rare hanno ancora tanti ambiti aperti, la diagnosi, che dovrebbe essere quanto più precoce possibile, la disponibilità dei trattamenti e, ovviamente, la ricerca. Chiesi sta portando avanti diversi progetti in termini di ricerca, sia a livello nazionale, con studi clinici locali, che a livello globale, per cercare di portare terapie o anche solo sviluppi di terapie che possono essere fondamentali per i pazienti, per migliorare e facilitare la vita delle persone con malattie rare e dei loro familiari/caregiver". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Enrico Piccinini, responsabile europeo delle Malattie rare Chiesi Global Rare Diseases, in occasione del convegno finale, oggi a Roma, della campagna #UNIAMOleforze promossa per la Giornata mondiale delle malattie rare che si celebra domani, 28 febbraio.
Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) - "Non finirò mai di ringraziare la Federazione Uniamo per tutto ciò che fa, perché chi soffre di una malattia rara, oltre allo sconforto, vive anche un senso di impotenza e di solitudine legato proprio alla condizione di rarità della malattia. L'impegno delle istituzioni è fondamentale, io ci tengo sempre a ricordare un aspetto, sottolineato recentemente anche dal presidente Mattarella, ovvero che 'bisogna arrivare a un'equità di accesso alle cure su tutto il territorio nazionale', quindi bisogna lavorare e combattere gli squilibri territoriali". Così all'Adnkronos Salute il presidente della Commissione Affari sociali e Salute della Camera, Ugo Cappellacci (Fi), in occasione del convegno finale, oggi a Roma, della campagna #UNIAMOleforze promossa per la Giornata mondiale delle malattie tare che si celebra domani, 28 febbraio.
"Su questo tema - sottolinea - c'è anche il grande lavoro del ministero della Salute e del sottosegretario Marcello Gemmato, che con grande impegno ha approvato e rifinanziato il nuovo Piano nazionale delle malattie rare che non veniva aggiornato dal 2016, strumento essenziale per garantire un'assistenza più equa ed efficace a chi ne è affetto. E' fondamentale proseguire su questa strada" e intervenire "con misure concrete, come l'abolizione dei prontuari terapeutici regionali che troppo spesso allungano i tempi di accesso ai trattamenti, e il potenziamento della disponibilità dei farmaci. Altrimenti, pazienti e caregiver continueranno a essere costretti al cosiddetto 'turismo sanitario', un altro male che dobbiamo eradicare", conclude Cappellacci.
Roma, 27 feb (Adnkronos) - Una "informativa urgente della presidente Meloni" è stata chiesta in aula alla Camera da Avs, Pd e M5s sulla questione dei Dazi sui prodotti europei annunciati da Donald Trump. "Meloni venga in aula a dirci cosa intende fare per difendere la nostra economia, le fabbriche, i lavoratori e le lavoratrici. Meloni scappa da settimane, non pronuncia una parola", ha detto Elisabetta Piccoloti, di Avs.
"Mi pare non ci sia percezione dell'eccezionalità e gravità della situazione, a maggior ragione quando è stata data notizia dalla decisione degli Stati Uniti di dazi al 25% nei confronti di prodotti dell'Ue -ha spiegato Federico Fornaro, del Pd-. E' necessaria una sessione straordinaria del Parlamento dedicata alla politica estera, è in gioco un pezzo importante del nostro futuro".
"La minaccia fatta all'Europa, al Paese, al nostro tessuto industriale è concreta. E' assolutamente necessario che la presidente Meloni, che vanta una amicizia e vicinanza politica al presidente Trump, venga a spiegarci cosa intende fare il suo governo per evitare questa che sarebbe una sciagura", ha detto Marco Pellegrini, del M5s.
Catania, 27 feb. (Adnkronos) - Dall’ambiente all’industria, dall’energia al welfare, dai servizi alla formazione, dall’università alla sanità, dalla cultura all’economia e al lavoro. Ogni settore della vita sociale, economico e produttivo della Sicilia è stato analizzato da tutte le federazioni, dalle Unioni sindacali territoriali e dalla Unione sindacale regionale della Cisl, per dare vita "al primo piano di proposte del sindacato, condiviso ed elaborato con metodo partecipativo". Destinatari del piano il governo regionale, l’Ars e gli eurodeputati eletti in Sicilia, “interlocutori principali per una visione complessiva del presente e del futuro della Sicilia”, come ha ribadito il segretario generale della Cisl Sicilia, Leonardo La Piana, presentando il piano oggi all’Hotel Sheraton di Aci Castello (Catania). Sono intervenuti l’assessore regionale al Bilancio, Alessandro Dagnino, il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, il presidente della Cesi, Antonino Raspanti, gli eurodeputati Marco Falcone, Giuseppe Lupo, Ruggero Razza e Gianfranco Caccamo in rappresentanza di Sicindustria.
“L’errore principale che viene fatto nella programmazione delle scelte è quello di immaginare i settori come slegati l’uno dall’altro. Invece è esattamente il contrario perché ogni segmento è interconnesso con l’altro. Da qui la decisione di elaborare un piano che fosse di tutta la Cisl siciliana, perché per noi la partecipazione è davvero un principio fondante da replicare come fondamentale metodo e strumento di lavoro”, ha detto il numero uno della Cisl Sicilia La Piana, sottolineando che non servono misure di assistenzialismo, mentre occorre pianificare e progettare, per non essere costretti poi ad affrontare le emergenze.
“Non siamo né saremo mai professionisti del No - ha aggiunto La Piana - perché abbiamo scelto di partecipare ai percorsi e ai processi, analizzandoli con approccio propositivo e criticamente costruttivo”. Ogni Federazione e ogni Unione Sindacale Territoriale della Cisl siciliana ha elaborato una scheda di approfondimento con proposte tematiche, una sintesi delle quali è poi stata inserita in una relazione complessiva elaborata dalla Confederazione regionale del sindacato. La Cisl Sicilia oltre al piano complessivo ha presentato 6 proposte di immediata realizzazione che non gravano sulle casse regionali, perché la loro copertura finanziaria è legata all’utilizzo efficace e totale dei fondi comunitari e regionali, alla razionalizzazione delle risorse e alla capacità di investire su aree ancora non valorizzate.
Le proposte sono: Creazione di un centro d’eccellenza per la formazione relativa all’intelligenza artificiale, che abbia sede a Castello Utveggio a Palermo e che sia propedeutico alla creazione di un Hub sull’AI nell’isola; Sottoscrizione di un Accordo di Programma Quadro sulla legalità fra governo regionale, associazioni datoriali, parti sociali, Anci, Inps e Inail che abbia come focus la centralizzazione delle informazioni delle aziende attraverso la creazione di una centrale digitale di tutte le informazioni, un database delle aziende siciliane; Piena attuazione della continuità territoriale, in relazione della condizione di insularità riconosciuta dal Parlamento Europeo; Riforma del Welfare che doti i Distretti Socio Sanitari di effettiva personalità giuridica; Avvio di un percorso legislativo finalizzato alla piena attuazione dello Statuto siciliano, relativamente all’obbligo del versamento dell’ imposta sui redditi delle società (Ires) per le imprese che operano in Sicilia ma hanno sede legale altrove e costituzione di un fondo per l’occupazione da realizzare attraverso le risorse reperite; istituzione della giornata regionale delle vittime del dovere, per onorare la memoria dei morti sul lavoro e incentivare le azioni di sensibilizzazione e pianificazione di interventi dedicati.
“Con questo lavoro si pongono le basi per l’avvio di un confronto permanente a livello regionale e territoriale fra le Federazioni e le Unioni territoriali con le istituzioni di riferimento- ha detto La Piana - per dare valore al coraggio delle idee e tradurre le proposte in atti concreti”.