Lavori fermi per l’arsenico. A Nizza di Sicilia la talpa del consorzio guidato da Webuild che lavora al raddoppio ferroviario è ferma ormai da tre mesi perché non è stato ancora possibile individuare un sito di stoccaggio dove smaltire il materiale di risulta contaminato dall’arsenico. A Nizza di Sicilia, comune sulla costa ionica messinese, si scava, infatti, una galleria per rendere più veloci i collegamenti ferroviari tra Messina e Catania ma si tratta di rocce piene di metalli tra cui appunto l’arsenico. Cos’è successo quindi? Il materiale di risulta accumulato dai lavori è stato accatastato in vasche di contenimento non coperte e l’arsenico accumulato, presente nel materiale scavato, è risultato dalle analisi dell’Arpa superiori ai livelli previsti dalla legge. Le piogge hanno sciolto il materiale che si è riversato al di fuori, contaminando – è il sospetto – anche le falde acquifere di Nizza.

Di certo poco dopo l’allarme sullo sversamento di materiale con arsenico (lanciato dal sindaco di Roccalumera e deputato regionale di Sud chiama Nord, Pippo Lombardo), il sindaco di Nizza, Natale Briguglio, ha dichiarato non potabile l’acqua comunale perché contaminata dal metallo: le analisi avevano svelato un dato superiore ai limiti di legge. Lo scorso 23 ottobre il personale di polizia giudiziaria dell’Arpa di Messina ha svolto un sopralluogo dopo alcuni giorni di pioggia e ha riscontrato “il dilavamento di liquido da una vasca di accumulo che raccoglie le acque derivanti da un’area di deposito temporaneo di inerti, liquido gestito come rifiuto”. Poco dopo la procura di Messina ha disposto il sequestro di una vasca di accumulo perché il trattamento dei rifiuti non pericolosi si era svolto “difformemente alle prescrizioni imposte” dalla legge.

Il consorzio guidato dalla società di Pietro Salini (ad di Webuild) ha vinto l’appalto per i lavori dell’infrastruttura ferroviaria che prevede il raddoppio nella linea Messina-Catania-Palermo e avrebbe dovuto individuare un sito dove stoccare materiale non pericoloso prima ancora di iniziare i lavori, perché era noto che in quel punto dei Monti Peloritani ci fosse una presenza importante di metalli. Così però non è stato e i lavori sono ancora fermi perché non è stato ancora individuato un sito per potere smaltire il materiale di risulta. Un vero e proprio impasse per il consorzio guidato da Webuild, la società che dovrà eseguire i lavori per il Ponte sullo Stretto. I lavori stanno per partire, invece, a Forza d’Agrò, dove si attende l’assemblaggio della talpa. Tutto procede, invece, a Trappitello, sotto Taormina.

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