La vita non è un film, e non lo è nemmeno Netflix, se parliamo di quelli originali. Licenziando il listino del 2025, e spegnendo le dieci candeline di presenza nel nostro Paese, lo streamer rivendica “la più ricca offerta di contenuti italiani di sempre”, e al contempo denuncia la più povera di film originali italiani: 0 (zero).
Richiesta di lumi, ovvero quanti e quali siano i titoli nativi in produzione, la responsabile Arianna De Chiara loda la nostra “curiosità”, rinvia a un prossimo futuro, rimanda alla bontà degli ultimi originals, Il treno dei bambini e – chi l’ha visto? – Mica è colpa mia, e ribatte che “trovare i progetti giusti richiede del tempo”.
I subscribers de ‘noantri potranno dunque sbizzarrirsi, se assidui frequentatori della sala, nel dejà-vu, e comunque nell’usato sicuro: Io e te dobbiamo parlare di Alessandro Siani, L’abbaglio di Roberto Andò e Parthenope di Paolo Sorrentino – era solo il 2021 quando Netflix ne battezzava È stata la mano di Dio, ma pare passato un eone. A dare riflessi lunari al downgrade creativo l’inclusione di questi film acquisiti nella quarta e ultima – dopo “Sfida”, “Cambiamento”, “Coraggio” – linea guida del servizio di intrattenimento: “Ambizione”.
Sul fronte seriale il lungamente aspettato Il Gattopardo dal 5 marzo e Il mostro (di Firenze) di Stefano Sollima per l’autunno, “i grandi progetti che Netflix ha per l’Italia” validati da Tinny Andreatta, vicepresidente dei contenuti nazionali, contemplano l’adattamento del format pecoreccio Too Hot to Handle e dello show unscripted e illetterato L’amore è cieco: ce li saremmo risparmiati, francamente.
Reduce dal trimestre – il quarto del 2024 – migliore della sua storia, con 18,9 milioni di nuovi utenti per complessivi 300 milioni, la piattaforma rilancia globalmente con Squid Game 3, Stranger Things 5, Wednesday 2: repetita iuvant vale anche per lo streaming?
@fpontiggia1