Notti insonni, sveglia presto, poi ufficio, allenamento e cena a casa. È la nuova routine di Valentino Rossi, da poco diventato per la seconda volta papà: dopo Giulietta, è arrivata Gabriella. Tanto che ora non esclude nemmeno il matrimonio con la compagna Francesca Sofia Novello: “Fare dei bambini, per una coppia, è un passo più importante del matrimonio. Però, al punto in cui siamo, ci può stare anche sposarci”, racconta in un’intervista al Corriere della Sera. Senza perdere la sua proverbiale ironia: “Al matrimonio di un amico, i figli già grandicelli hanno portato gli anelli all’altare. Bellissimo. Così mi piacerebbe. Lo dico per prendere tempo: ora che Gabriella possa fare una cosa del genere passa un bel po’“.

Valentino Rossi, il più grande pilota di moto della storia, 9 titoli vinti e 26 anni di vita passati nel Motomondiale, ora ha abitudini completamente diversa: “Latte e i biscotti per Giulietta alle 7.50. Adesso che è arrivata Gabriella è un po’ gelosa, vuole che sia Francesca a portarla all’asilo. Non è che mi dispiaccia perché così posso tornare un po’ a letto, visto che le notti con una neonata sono un bel circo“. Il Dottore però assicura di cavarsela bene: “Pensavo fosse più difficile fare il papà“, ma “con due figlie diventa più complicato. All’inizio è semplice perché i neonati, a parte non dormire la notte, non è che pretendano chissà che. Tocca fare il rodaggio“, aggiunge con un’altra dose di sarcasmo.

La passione per i motori però non è mai stata accantonata: “Quando vado a correre cerco e trovo la stessa concentrazione. Sento la mancanza della famiglia, ma so di avere bisogno anche di quella felicità lì. Si tratta di migliorare, di essere competitivo con le auto. Che sono molto più sicure delle moto. Prima del via, in MotoGp, sei tesissimo, hai a che fare con la paura. Un’adrenalina incomparabile”. Secondo Il Dottore, che oggi non a caso ha scelto le quattro ruote, c’è infatti una bella differenza tra correre in auto o in moto. E spiega la sua teoria: “I piloti di auto sono quasi sempre ricchi che pagano per correre mentre i piloti di moto sono degli scappati di casa che magari diventano ricchi correndo”.

Rossi si rende conto di aver rischiato più volte la vita sulle due ruote: “La mattina mi sveglio, mi accorgo di essere tutto di un pezzo, sano e salvo, e sono contento. Il merito va alla fortuna, ma anche all’attenzione che metti per preservare il tuo corpo, per ragionare”. E aggiunge: “Ricordo un sacco di attimi precisi, un sorpasso preparato e riuscito, l’intenzione di una mossa senza sapere se ne verrai fuori, l’istante che innesca un incidente“. La mente non può che andare a Marco Simoncelli: “È appena passato il suo compleanno, 20 gennaio. Mi dico: che peccato non stare vicini, vedere cosa avrebbe combinato il Sic da amico e da avversario, generoso come era. È un rimpianto che resta“.

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