Tre ostaggi israeliani sono stati rilasciati da Hamas nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco. Si tratta del 54enne franco-israeliano Ofer Calderon, del 35enne Yarden Bibas e del 65enne Keith Siegel, che ha anche la cittadinanza statunitense. Erano prigionieri nella Striscia di Gaza da 484 giorni, cioè dal 7 ottobre 2023, giorno dell’offensiva del movimento islamico che ha innescato la guerra su larga scala. Dall’altra parte, le autorità di Tel Aviv hanno rilasciato 183 palestinesi, di cui 18 ergastolani, 54 detenuti con lunghe condanne e 111 arrestati nella Striscia di Gaza dopo il 7 ottobre. Nel frattempo il valico di Rafah tra la Striscia di Gaza e l’Egitto è stato aperto oggi per la prima volta dopo quasi 9 mesi per consentire l’evacuazione dei palestinesi malati o feriti. Un gruppo di 50 bambini lo ha attraversato: piccoli sono stati portati fuori su barelle e trasferiti su ambulanze sul lato egiziano. Israele ha accettato di riaprire il valico dopo che Hamas ha liberato le ultime donne in ostaggio a Gaza.

Gaza, Hamas consegna l'ostaggio Keith Siegel alla Croce rossa
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Calderon in ospedale – Per il rilascio dei cittadini israeliani Hamas ha allestito degli appositi palchi. Calderon e Bibas sono stati consegnati a Khan Younis, nel sud dell’enclave, intorno alle 7:30 di sabato ora italiana, in un largo spiazzo circondato da cumuli di macerie: hanno poi raggiunto una struttura delle Idf (le forze armate israeliane) a Re’im, vicino al confine, dove sono stati sottoposti a un primo controllo fisico e psicologico. Qui Bibas ha anche incontrato i suoi familiari, mentre Calderon ha scelto di vederli nell’ospedale in cui sarà curato, lo Sheba medical center, nel distretto di Tel Aviv. “Il governo israeliano abbraccia i due ostaggi al loro ritorno. Le loro famiglie sono state informate che sono stati consegnati alle nostre forze. Il governo israeliano è impegnato al ritorno di tutti gli ostaggi e i dispersi”, è stato il primo annuncio del premier di Tel Aviv, Benjamin Netanyahu.

Yarden Bibas – È apparso sul palco accompagnato dai miliziani: il volto chiuso, depresso, ha salutato la folla quando gli è stato detto di farlo, mentre veniva ripreso con telecamere professionali. Non ci sono ancora certezze sulla sorte della sua famiglia: i due bimbi Kfir e Ariel, di due e cinque anni, e la moglie Shiri. In un video del novembre 2023 i miliziani gli comunicarono in diretta che erano morti in un bombardamento. Ma nessun riscontro è stato trovato dalle forze israeliane. La moglie e i due piccoli avrebbero dovuto essere liberati nelle prime giornate dell’accordo, ma non sono stati inseriti nelle liste. Il portavoce dell’Idf Daniel Hagari ha dichiarato nei giorni scorsi che “c’è molta preoccupazione” sulla loro sorte. Il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso “immenso sollievo e gioia” per il rilascio di Ofer Calderon “dopo 483 giorni di inimmaginabile inferno”: “I nostri pensieri sono con Ohad Yahalomi, ancora nelle mani di Hamas, e con la sua famiglia. La Francia sta facendo tutto il possibile per garantirne il rilascio il più presto possibile”, aggiunge, in riferimento all’altro ostaggio con doppia cittadinanza.

Keith Siegel – È stato consegnato alla Croce rossa alle 9:30 al porto di Gaza city, dove Hamas ha allestito un palco con le foto dei leader uccisi durante la guerra e la scritta in ebraico “Il sionismo non vincerà”. Le immagini sono state trasmesse in diretta dalle tv israeliane, riprese dall’emittente panaraba Al Jazeera. Apparso molto provato, magro e pallido, è stato accompagnato sul palco tenuto per le braccia da due miliziani di Hamas e ha salutato con la mano, seguendo gli ordini. In mano aveva una busta regalo con dei souvenir di Gaza. Dopo poche decine di minuti, l’esercito di Tel Aviv ha fatto sapere di aver preso in consegna l’ostaggio nel territorio della Striscia. Siegel e la moglie Adrienne, detta Aviva, erano stati prelevati dalla loro casa nel kibbutz Kfar Aza durante l’attacco del 7 ottobre: Adrienne era stata già rilasciata nel novembre 2023, durante il primo cessate il fuoco.

Il vertice contro la proposta di Trump – Cinque Paesi arabi, Egitto, Giordania, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti hanno respinto con decisione l’ipotesi di una deportazione di palestinesi fuori da Gaza ventilata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, dicendosi invece pronti a lavorare insieme su una soluzione a due Stati. Rappresentanti dei cinque Paesi si sono riuniti oggi al Cairo approvando una dichiarazione congiunta in cui assicurano il loro “pieno e continuo sostegno alla determinazione del popolo palestinese nel rimanere sulla propria terra”.

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