Il percorso di Trump 2 la vendetta sarà una marcia trionfale oppure il fortunato perdente (Lucky Loser, titolo della recente biografia dei suoi disastri finanziari di R. Buettner e S. Graig) troverà fin da subito qualche inciampo nel suo cammino? L’inizio è stato a razzo, con decine di ordini esecutivi, anche perché è stato preparato da mesi dal suo team ultra conservatore e quindi questa velocità non sorprende. Una specie di blitzkrieg presidenziale.
Poiché molte misure debordano dalle competenze presidenziali e dallo stato di diritto in generale, sono già cominciati i primi guai giuridici con tribunali che hanno iniziato a bloccarle. Trump & Company metteranno a dura prova anche le regole costituzionali. Ci sarà molto da fare per gli avvocati democratici o i difensori della legalità in generale.
Più interessante è invece il fatto che i veri primi guai siano derivati dal suo partito, che lui dovrebbe controllare come un despota assoluto, e dai mercati finanziari che ha molto corteggiato, ricevendone in cambio svariate centinaia di milioni. Ai più è sfuggita una mossa decisamente azzardata che il Trump 2 ha cercato di realizzare quasi subito. Il suo gruppetto di fedelissimi alla Camera qualche settimana fa ha presentato un progetto di legge che avrebbe eliminato il tetto ai limiti del debito pubblico rinviandolo di due anni. Questo limite è deciso di anno in anno dal Parlamento. La proposta dei trumpiani avrebbe annullato questa procedura e, in concreto, fatto salire il debito di circa 5 trilioni di dollari, quasi il doppio del debito pubblico italiano. Durante la prima amministrazione Trump il debito è andato alle stelle a causa dei tagli fiscali per le imprese e i redditi elevati con un aumento di quasi 9.000 miliardi di dollari. Trump voleva drogare fin da subito anche questa sua seconda amministrazione facendo ampio uso di quel testosterone finanziario che è il debito pubblico. Ma il suo progetto è stato bocciato dai democratici e dai 38 repubblicani che hanno mantenuto la linea tradizionale del partito contraria ai disavanzi. Una vittoria della politica sull’arroganza presidenziale da non sottovalutare. L’anno prossimo, tra l’altro, scadranno i tagli del 2017 di Trump e allora il dibattito si farà incendiario.
Il secondo stop è arrivato invece l’altro ieri con il crollo in borsa dei titoli tecnologici, l’altra faccia del capitalismo contemporaneo. In particolare Nvidia, la superstar dei chip avanzati, ha perso in un giorno una capitalizzazione di 600 miliardi, la più grande perdita giornaliera nella storia della borsa americana. Il crollo generalizzato è derivato da fatto che gli analisti avevano sopravvalutato la capacità delle imprese americane di dominare l’intelligenza artificiale, immaginando chissà quali iper profitti futuri. Invece gli ingegneri della start up cinese DeepSeek hanno rilasciato un nuovo sistema di intelligenza generativa che costa una frazione di quelli di Meta o di OpenAI, ottenendo gli stessi risultati.
Siamo di fronte all’eterna competizione tra Davide e Golia. Il Golia tecnologico americano che spende centinaia di miliardi in ricerca e infrastrutture è stato battuto dal piccolo Davide cinese con le conseguenti ondate di vendite che hanno scosso il mercato. Quindi la Cina non produce solo normali beni di consumo, non solo le materie prime per l’industria di mezzo mondo, ma è anche molto avanti nell’intelligenza artificiale. Come ha fatto la Cina a trovarsi in questa fortunata posizione? Una delle risposte degli esperti è che gli ingegneri cinesi si sono avvalsi di procedure open source, cioè gratuite e disponibili per tutti. Questo, oltre che a ridurre notevolmente i costi, ha stimolato l’intelligenza collettiva portando a risultati inaspettati. Tutto ciò però non tocca il fatto fondamentale che il narcisismo tecnologico americano ha mostrato tutta la sua fragilità, sia tecnologica ma anche finanziaria, proprio perché la finanza ormai è una pura scommessa tra poche imprese amiche, le magnifiche sette, che crescono o crollano insieme. Stavolta è toccato alla Cina guastare la festa all’industria tecnologica Usa che si è inchinata vergognosamente a Trump, la prossima volta magari toccherà all’India o alla timida Europa. La gara per la superiorità tecnologia è stata ufficialmente aperta. Non è più un American game.
La corsa dell’Amministrazione Trump è appena cominciata. Ammanettare e deportare a mo’ di trofeo i disgraziati senza documenti che fanno lavori umili ed evitati dagli americani è facile e fa guadagnare qualche servizio populista su Fox News. Questo fa apparire Trump super forte, anche se ha vinto le elezioni con un modestissimo scarto, uno dei più piccoli di sempre. Quando si affrontano questioni più sostanziali invece, il sorriso trionfante del miliardario si spegne perché la retorica populista svanisce e cominciano i guai, anche in borsa.
Intanto segnalo che il prezzo delle uova, che molti hanno considerato come la causa ultima della sconfitta di Biden (l’inflazione), è passato da 2,2 dollari dell’autunno scorso ai 7 dollari attuali sconvolgendo la dieta degli americani. Colpa di Trump allora, che è il presidente in carica e non ha finora fatto nulla? Nessun ordine esecutivo in questo campo agricolo-alimentare? Sì e no. No, perché la responsabilità è dell’influenza aviaria che ha decimato le galline e ci vorrà molto tempo per tornare alla normalità. Sì, perché Trump ha in mente di smantellare i controlli pubblici sulla sicurezza alimentare annullando gli sforzi per debellarla, cosa che aggraverà il problema. Anche Trump sarà disarcionato fra un po’ dal prezzo impazzito delle uova del simpatico volatile? Staremo a vedere.
Mario Pomini
Docente di Economia, Università di Padova
Mondo - 1 Febbraio 2025
I primi guai per Trump vengono dal suo partito e dalla finanza: due aspetti da non sottovalutare
Il percorso di Trump 2 la vendetta sarà una marcia trionfale oppure il fortunato perdente (Lucky Loser, titolo della recente biografia dei suoi disastri finanziari di R. Buettner e S. Graig) troverà fin da subito qualche inciampo nel suo cammino? L’inizio è stato a razzo, con decine di ordini esecutivi, anche perché è stato preparato da mesi dal suo team ultra conservatore e quindi questa velocità non sorprende. Una specie di blitzkrieg presidenziale.
Poiché molte misure debordano dalle competenze presidenziali e dallo stato di diritto in generale, sono già cominciati i primi guai giuridici con tribunali che hanno iniziato a bloccarle. Trump & Company metteranno a dura prova anche le regole costituzionali. Ci sarà molto da fare per gli avvocati democratici o i difensori della legalità in generale.
Più interessante è invece il fatto che i veri primi guai siano derivati dal suo partito, che lui dovrebbe controllare come un despota assoluto, e dai mercati finanziari che ha molto corteggiato, ricevendone in cambio svariate centinaia di milioni. Ai più è sfuggita una mossa decisamente azzardata che il Trump 2 ha cercato di realizzare quasi subito. Il suo gruppetto di fedelissimi alla Camera qualche settimana fa ha presentato un progetto di legge che avrebbe eliminato il tetto ai limiti del debito pubblico rinviandolo di due anni. Questo limite è deciso di anno in anno dal Parlamento. La proposta dei trumpiani avrebbe annullato questa procedura e, in concreto, fatto salire il debito di circa 5 trilioni di dollari, quasi il doppio del debito pubblico italiano. Durante la prima amministrazione Trump il debito è andato alle stelle a causa dei tagli fiscali per le imprese e i redditi elevati con un aumento di quasi 9.000 miliardi di dollari. Trump voleva drogare fin da subito anche questa sua seconda amministrazione facendo ampio uso di quel testosterone finanziario che è il debito pubblico. Ma il suo progetto è stato bocciato dai democratici e dai 38 repubblicani che hanno mantenuto la linea tradizionale del partito contraria ai disavanzi. Una vittoria della politica sull’arroganza presidenziale da non sottovalutare. L’anno prossimo, tra l’altro, scadranno i tagli del 2017 di Trump e allora il dibattito si farà incendiario.
Il secondo stop è arrivato invece l’altro ieri con il crollo in borsa dei titoli tecnologici, l’altra faccia del capitalismo contemporaneo. In particolare Nvidia, la superstar dei chip avanzati, ha perso in un giorno una capitalizzazione di 600 miliardi, la più grande perdita giornaliera nella storia della borsa americana. Il crollo generalizzato è derivato da fatto che gli analisti avevano sopravvalutato la capacità delle imprese americane di dominare l’intelligenza artificiale, immaginando chissà quali iper profitti futuri. Invece gli ingegneri della start up cinese DeepSeek hanno rilasciato un nuovo sistema di intelligenza generativa che costa una frazione di quelli di Meta o di OpenAI, ottenendo gli stessi risultati.
Siamo di fronte all’eterna competizione tra Davide e Golia. Il Golia tecnologico americano che spende centinaia di miliardi in ricerca e infrastrutture è stato battuto dal piccolo Davide cinese con le conseguenti ondate di vendite che hanno scosso il mercato. Quindi la Cina non produce solo normali beni di consumo, non solo le materie prime per l’industria di mezzo mondo, ma è anche molto avanti nell’intelligenza artificiale. Come ha fatto la Cina a trovarsi in questa fortunata posizione? Una delle risposte degli esperti è che gli ingegneri cinesi si sono avvalsi di procedure open source, cioè gratuite e disponibili per tutti. Questo, oltre che a ridurre notevolmente i costi, ha stimolato l’intelligenza collettiva portando a risultati inaspettati. Tutto ciò però non tocca il fatto fondamentale che il narcisismo tecnologico americano ha mostrato tutta la sua fragilità, sia tecnologica ma anche finanziaria, proprio perché la finanza ormai è una pura scommessa tra poche imprese amiche, le magnifiche sette, che crescono o crollano insieme. Stavolta è toccato alla Cina guastare la festa all’industria tecnologica Usa che si è inchinata vergognosamente a Trump, la prossima volta magari toccherà all’India o alla timida Europa. La gara per la superiorità tecnologia è stata ufficialmente aperta. Non è più un American game.
La corsa dell’Amministrazione Trump è appena cominciata. Ammanettare e deportare a mo’ di trofeo i disgraziati senza documenti che fanno lavori umili ed evitati dagli americani è facile e fa guadagnare qualche servizio populista su Fox News. Questo fa apparire Trump super forte, anche se ha vinto le elezioni con un modestissimo scarto, uno dei più piccoli di sempre. Quando si affrontano questioni più sostanziali invece, il sorriso trionfante del miliardario si spegne perché la retorica populista svanisce e cominciano i guai, anche in borsa.
Intanto segnalo che il prezzo delle uova, che molti hanno considerato come la causa ultima della sconfitta di Biden (l’inflazione), è passato da 2,2 dollari dell’autunno scorso ai 7 dollari attuali sconvolgendo la dieta degli americani. Colpa di Trump allora, che è il presidente in carica e non ha finora fatto nulla? Nessun ordine esecutivo in questo campo agricolo-alimentare? Sì e no. No, perché la responsabilità è dell’influenza aviaria che ha decimato le galline e ci vorrà molto tempo per tornare alla normalità. Sì, perché Trump ha in mente di smantellare i controlli pubblici sulla sicurezza alimentare annullando gli sforzi per debellarla, cosa che aggraverà il problema. Anche Trump sarà disarcionato fra un po’ dal prezzo impazzito delle uova del simpatico volatile? Staremo a vedere.
TRUMP POWER
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‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La politica estera cambia la vita delle famiglie, aiuta la gente a capire e anche gli errori fatti. In Italia il casino sui consumi lo ha fatto Salvini: ha fatto una norma sul codice della strada per ridurre gli incidenti e va bene ma non è giusto fare una campagna terroristica sul vino. E poi c'è Trump che fa i dazi ma la roba nostra piace nel mondo e se ci mettono i dazi, ci fregano. I sovranisti di casa nostra dicono 'viva Trump' ma Trump ci distrugge l'economia". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4. "E poi c'è anche l'Europa che è un po' troppo burocratica".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “La sicurezza delle telecomunicazioni è fondamentale, nell’interesse italiano sarebbe singolare scegliere un soggetto francese (con partecipazione azionaria anche cinese?) anziché un sistema tecnologicamente più sviluppato ed all’avanguardia come quello americano. Peraltro notiamo con stupore che, come già avvenuto per alcune case farmaceutiche durante il Covid, un titolo francese abbia guadagnato in Borsa più del 500% in pochi giorni. Siamo certi che, in una fase delicata come questa, ogni scelta vada ponderata esclusivamente nel nome dell’interesse nazionale italiano, senza pregiudizi ideologici, ritenendo gli Usa un partner imprescindibile per la sicurezza e la crescita del nostro Paese”. Così in una nota Paolo Borchia, capo delegazione Lega al Parlamento europeo, e Paolo Formentini, deputato Lega, responsabile dipartimento Esteri della Lega.