di Giorgio Boratto

C’è una teoria formulata da James Lovelock in cui si pensa la Terra, chiamata Gaia, come un organismo vivente unico e capace di autoregolarsi in cui la vita è parte integrante del pianeta. Questa teoria è diventata nel frattempo una realtà scientifica. Diventa chiaro allora che l’animale uomo ha in questo contesto un ruolo per la sopravvivenza del pianeta ed è anche il suo principale fattore di pericolo. La natura sarà quindi in grado di estirparlo per salvaguardare l’intera vita, oppure si avvarrà di esso per proseguire il suo cammino.

L’uomo allo stato attuale rappresenta il pericolo più forte all’equilibrio naturale e con la sua acquisizione del concetto di immortalità, acquisito con le religioni e certa sua cultura, rappresenta bene le cellule cancerogene. La sua espansione, la sovrappopolazione in numeri esponenziali e il suo modo di influire negativamente sull’assetto omeostatico nell’incidenza degli animali presenti nell’ambiente ecologico rendono l’uomo il nemico più letale per l’ambiente. Altro elemento che l’attuale fase geologica, denominata per la massiccia presenza umana e il suo impatto con l’ambiente Antropocene, ha prodotto – oltre che cose buone e positive per lui stesso – anche cose malefiche come la cancellazione di molte specie animali e vegetali; inoltre il cambiamento climatico con il riscaldamento e l’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera ha contribuito a mettere in pericolo il pianeta facendo diventare Gaia un organismo molto fragile.

Ora è sempre più chiaro che siamo al bivio, ad un punto di non ritorno, per cui la specie umana assume il ruolo di tumore per cui Gaia reagirà estirpandola oppure sarà il nuovo motore di una vita in evoluzione. Quale sarà il destino? Certo che se il paese più ricco del pianeta, gli Usa, con i suoi governanti nega il cambiamento climatico e si prefigge di continuare ad inquinare non siamo messi bene. Le bugie coprono la realtà di un mondo che è in pericolo, molto in pericolo: quello dell’estinzione che senza una nuova coscienza che ci veda tutti passeggeri della stessa nave in rotta di collisione ci può salvare. Allora non serviranno nazionalismi, bugie, patrie, identità a salvaguardarci. Non basteranno leader ricchi o nuovi; allora un’onda di migranti spinti non da un riscatto economico ma di sopravvivenza ambientale travolgerà tutto e tutti. Ecco il pericolo di essere cellule tumorali per Gaia.

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