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Pronto il piano di pace americano per l’Ucraina: potrebbe essere presentato intorno al 20 febbraio

Il 20 è prevista la visita in Ucraina dell’inviato speciale Usa, Keith Kellogg, in Europa per partecipare alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco
Pronto il piano di pace americano per l’Ucraina: potrebbe essere presentato intorno al 20 febbraio
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Dopo quasi tre anni di guerra, in Ucraina si stanno compiendo piccoli passi in direzione di una trattativa. Prima l’apertura di Volodymyr Zelensky a sedersi allo stesso tavolo di Vladimir Putin, poi la risposta positiva, seppur fredda, del Cremlino. E infine la conferma di Donald Trump sul fatto che i colloqui tra Washington e le due parti stanno procedendo positivamente. Un’altra svolta, però, potrebbe registrarsi entro la fine di febbraio, più precisamente intorno al 20, quando è prevista la visita in Ucraina dell’inviato speciale Usa per i due Paesi in conflitto, Keith Kellogg, in Europa per partecipare alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco.

Durante la sua trasferta europea, il rappresentante appena nominato da Donald Trump potrebbe presentare il piano di pace della nuova amministrazione per mettere fine al conflitto, come riporta Bloomberg. La volontà di Washington sembra essere quella di concludere la guerra nel più breve tempo possibile, come promesso dal tycoon anche in campagna elettorale. E come incentivo sono arrivate nei giorni scorsi anche le dichiarazioni di Zelensky che ha prospettato investimenti americani e la gestione da parte delle aziende statunitensi dei giacimenti ricchi di materie prime sui quali anche la Russia e la Cina hanno posato i loro occhi. Si tratta soprattutto di grafite, litio, titanio, berillio e uranio sui quali Washington potrebbe mettere le mani nella lunga corsa tra potenze mondiali per accaparrarsi terre rare fondamentali, tra le altre cose, per la produzione di componenti destinati all’industria dell’hi-tech. In cambio, il presidente ucraino ha chiesto importanti garanzie di sicurezza: “O ci fate entrare nella Nato – ha detto – o ci restituite il nostro arsenale atomico“.

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