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Sul Salva Milano il centrosinistra si spacca in Comune. Contestazione fuori da Palazzo Marino: “Salviamo l’Italia dal cemento”

Il sindaco Sala aveva chiesto uno "schieramento abbastanza compatto", ma un pezzo della sua coalizione dice no. A dire sì è (ancora) Salvini
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“Vorrei vedere uno schieramento abbastanza compatto, rispetto a coloro che mi sostengono” aveva detto il sindaco di Milano Beppe Sala mentre in consiglio comunale stava per andare in votazione l’ordine del giorno a sostegno della norma “Salva Milano”. Una maggioranza Sala l’ha avuta, la compattezza dello schieramento un po’ meno. Il documento è passato con 22 sì e 7 no: tra questi i tre consiglieri dei Verdi (Carlo Monguzzi, Francesca Cucchiara e Tommaso Gorini), uno del Pd (Alessandro Giugni) e uno del Misto (Enrico Fedrighini, ex lista Sala), tutti appartenenti alla coalizione che a Palazzo Marino sostiene la giunta. Il centrodestra, a parte due consiglieri della Lega che hanno votato contro, non ha partecipato al voto. Fuori dal municipio le proteste dei comitati di cittadini e ambientalisti che hanno gridato a ripetizione “vergogna”.

L’ordine del giorno “esprime il proprio sostegno alla conclusione positiva dell’iter di approvazione del ddl 1309 – Disposizioni di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia, strumentalmente definito Salva Milano” e anche “la necessità di una successiva e rapida riforma organica complessiva della materia, come richiesto dal presidente di Anci Gaetano Manfredi, che definisca i principi fondamentali dell’urbanistica nel rispetto delle prerogative delle Regioni e dei Comuni italiani garantendo la riduzione del consumo di suolo, la sostenibilità ambientale, il risparmio energetico, l’equità sociale, la tutela del paesaggio, la rigenerazione urbana, la valorizzazione del patrimonio storico e architettonico e la promozione di un modello di sviluppo equo, inclusivo e innovativo per le città del futuro”. Principi che fanno un po’ a pugni proprio nella giornata in cui gli ambientalisti dentro Palazzo Marino votano contro il documento e quelli fuori dal palazzo protestano. “Salviamo Milano e l’Italia dai palazzinari e dal cemento“, lo striscione esposto.

Chi è a favore del provvedimento per esempio è il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: “Fosse stato per me il Salva-Milano sarebbe già stato approvato l’estate scorsa, ma Pd e la sinistra hanno avuto qualche dubbio”. Così come Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati: “In Parlamento noi faremo la nostra parte ma ci auguriamo che la faccia anche la sinistra”. Per l’assessore alla Rigenerazione urbana del Comune Giancarlo Tancredi, intervenuto in consiglio comunale, la legge “è una soluzione democratica in un paese democratico, e penso che sia una soluzione di buon senso, poi il Comune con il Pgt (Piano di governo del territorio, ndr) si misurerà con questi temi e dirà qualcosa anche sulle regole”. “Una norma del Parlamento – ha concluso Tancredi – credo che possa rasserenare un po’ il clima e dare qualche certezza”.

Lo sfondo resta quello dell’incertezza politica e sulle intenzioni del Pd in Senato, dove il disegno di legge (approvato alla Camera) è in attesa del via libera finale. Questa settimana proseguiranno le audizioni prima della discussione e della votazione del provvedimento. Sala a più riprese ha chiesto al Pd cosa intende fare in Senato perché si trova nel paradosso di avere dalla sua parte la quasi totalità del centrodestra ma non un bel pezzo di centrosinistra. Oltre 180 professori universitari – in testa urbanisti e giuristi – hanno inviato un appello ai senatori affinché non approvino il provvedimento: “Rischia di rovinare l’Italia” hanno scritto.

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