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Trump: “Voglio 500 miliardi in terre rare da Kiev. L’Ucraina? Potrebbe diventare russa”

Il presidente degli Stati Uniti ha parlato in un'intervista a Fox News: sulla tregua "abbiamo fatto enormi progressi nell’ultima settimana"
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Il 3 febbraio aveva chiesto esplicitamente “terre rare“, risorse del sottosuolo determinanti per settori nevralgici dell’economia, in cambio di aiuti militari e Volodymyr Zelensky aveva aperto: “Abbiamo risorse minerarie. Ciò non significa che le diamo via, nemmeno ai partner strategici”, aveva scritto il presidente ucraino su X, aggiungendo: “Si tratta di partnership. Metteteci dentro i vostri soldi. Investite. Facciamo sviluppo insieme”. Questa notte in un’intervista a Fox News Donald Trump ha quantificato la richiesta: “Ho detto loro che voglio l’equivalente di 500 miliardi di dollari di terre rare, e hanno sostanzialmente accettato di farlo”.

Il metodo di Trump rimane lo stesso – trattare quasi esclusivamente su un piano commerciale con ogni singolo Stato per ottenere vantaggi per gli Stati Uniti, anche quando si tratta di un caso limite come un paese in guerra ai confini con l’Unione europea: “Ho detto loro, dobbiamo ottenere qualcosa. Non possiamo continuare a pagare questi soldi”, ha aggiunto il capo della Casa Bianca riferendosi agli aiuti americani finora arrivati a Kiev che a suo avviso ammontano a 300-350 miliardi contro i circa 100 europei. Secondo il Guardian, inoltre, Trump ha esplicitamente aggiunto l’Ucraina all’elenco dei Paesi colpiti dai dazi del 25% sull’acciaio. Il suo predecessore Joe Biden aveva escluso Kiev dalle tariffe a causa della guerra.

Sulla delicata questione della tregua Trump è stato meno netto, ma ha lasciato aperta la possibilità che l’Ucraina “possa essere russa un giorno”. “Potrebbero fare un accordo, e potrebbero non farlo – ha detto -. Potrebbero essere russi un giorno, o potrebbero non esserlo”. Quindi ha rivendicato l’apporto che la sua amministrazione, in carica dal 20 gennaio, ha dato alla causa della pace: “Penso che abbiamo fatto enormi progressi nell’ultima settimana. Abbiamo a che fare con i russi, abbiamo a che fare con gli ucraini. Penso che succederà qualcosa“.

Immediata è arrivata la risposta di Mosca. Una “parte significativa” dell’Ucraina vuole “essere russa”, ha affermato il Cremlino dopo le dichiarazioni di Trump. “Il fatto che una parte significativa dell’Ucraina voglia diventare Russia, e lo abbia già fatto, è un dato di fatto”, ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, riferendosi all’annessione di quattro regioni ucraine da parte di Mosca nel 2022.

Trump ha poi confermato che l’inviato per l’Ucraina, Keith Kellogg, sarà presto a Kiev. Arriverà il 20 febbraio nella capitale ucraina, ha detto ieri all’agenzia Afp una fonte dell’ufficio di Zelensky. E un portavoce di quest’ultimo, Sergiy Nikiforov, ha detto all’agenzia che il leader ucraino incontrerà venerdì il vice presidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, a margine della Conferenza di Monaco.

Il ministero della Difesa sudcoreano, intanto, ha fatto sapere che la Corea del Nord ha spedito circa 200 pezzi di artiglieria a lungo raggio alla Russia ed è “probabile” si appresti a inviare più truppe e armi a supporto delle forze armate di Mosca in Ucraina. L’agenzia di spionaggio di Seul (Nis) ha stimato di recente che sui circa 11mila soldati inviati al fronte del Kursk da Pyongyang, circa 300 siano rimasti uccisi e circa 2.700 siano stati feriti.

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