Televisione

“È quella settimana dell’anno….”: il messaggio di Ultimo a 5 anni dalla sua sfuriata a Sanremo

Il cantante, secondo classificato nel 2019 dietro Mahmood, ricorda su Instagram lo scontro con i giornalisti dopo la finale condividendo foto e video di quel momento. Ma il tono, questa volta, è decisamente più leggero

di F. Q.
“È quella settimana dell’anno….”: il messaggio di Ultimo a 5 anni dalla sua sfuriata a Sanremo

Un anniversario che rispolvera vecchie polemiche, ma con un tocco di ironia. Ultimo, a cinque anni dalla sua discussa partecipazione al Festival di Sanremo 2019, torna a parlare di quella serata, condividendo su Instagram foto e video della sua sfuriata contro i giornalisti in sala stampa. Era infatti il 9 febbraio di quell’anno quando Mahmood trionfava con “Soldi“, superando Ultimo, dato per favorito con il brano “I tuoi particolari“, e Il Volo. Una vittoria che scatenò un putiferio, con accuse di voto pilotato e polemiche sul sistema di votazione.

Ultimo, visibilmente amareggiato per il secondo posto, si presentò in sala stampa il giorno dopo la finale visibilmente risentito, dando vita a un acceso confronto con i giornalisti. “La mia vittoria è un’altra e avrà luogo sicuramente dopo il festival di Sanremo. La mia vittoria sono i live, sono la gente che mi vuole bene, la gente che si riconosce in quello che scrivo”, aveva dichiarato. Ma a far degenerare la situazione fu un’espressione usata dal cantante per complimentarsi con il vincitore: “Sono contento per il ragazzo, Mahmood, che ha vinto questo Festival”. Una parola, “ragazzo“, che scatenò i fischi e le proteste dei giornalisti presenti, accusati da Ultimo di “sentirsi importanti” e di “rompere er c***o”.

A distanza di anni, Ultimo ha voluto ricordare quel momento, pubblicando su Instagram alcuni scatti della conferenza stampa, con le espressioni incredule dei componenti de Il Volo, Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, seduti accanto a lui. “È quella settimana dell’anno… Buon Sanremo a tutti”, ha scritto il cantante, aggiungendo delle emoticon sorridenti. Un modo, forse, per sdrammatizzare una polemica che all’epoca infiammò il dibattito pubblico.

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