Eleonora Duse, il docufilm di Sonia Bergamasco traccia un ritratto deciso e fiero

Ho sempre amato i Docufilm perché ti impongono ricordi, nozioni, sentimenti desunti da luoghi visitati e amati. Così Vigevano, Milano, Roma, Torino, Asolo, Venezia e Chioggia, la piccola Venezia. Poi teatri e teatrini che Eleonora Duse, perché è di lei che si parla, calcava e che le hanno dedicato dopo la morte. Sonia Bergamasco ne fa un ritratto rispettoso ed ispirato, lo stesso mestiere aiuta a capire i tuoi predecessori e colleghi illustri. Come alcuni anni fa fece Mario Botta raccontando Francesco Borromini, entrambi ticinesi, entrambi architetti.
La figura della Duse esce come quella di una donna con carattere deciso e fiero, sperimentatrice di nuove tecniche recitative, tanto da farla amare dai più grandi, da Sarah Bernhardt a Charlie Chaplin. La sua fama raggiunse il mondo e anche la sua ricchezza le consentì una vita indipendente ed agiata, molte amicizie importanti e molti amori illustri; dopo un fugace matrimonio ebbe lunghe relazioni con uomini importanti di cui i più noti Arrigo Boito e Gabriele D’Annunzio. Entrambi le dedicarono poesie e testi teatrali che lei interpretava in un modo tutto suo, nel film c’è l’esegesi della mano che muove in modo unico durante gli ultimi attimi di vita di Margherita Gautier. Purtroppo non si hanno registrazioni della sua voce roca e singolare, data anche dalla sua menomazione nell’avere un solo polmone.
Dopo un’estenuante tournée teatrale in diverse città americane, morì in un albergo a Pittsburg il 21 aprile 1924, seguirono funerali di Stato a Roma e la sepoltura nella sua amata Asolo.
Il docufilm di Bergamasco, attraverso le testimonianze di chi l’aveva conosciuta o anche solo apprezzata come Visconti, Emma Grammatica, Lee Streiberg poi Valeria Bruni Tedeschi, si snoda in un crescendo di dissolvenza, immagini di città, luoghi, interviste che lo rendono agile, con la presenza della stessa Bergamasco che, anche non volendolo, recita; significativa l’ultima inquadratura del ritorno da Parigi in cui sfoglia le foto della Duse, tra cui una giovane attrice che si fingeva tale.