Chiusa l’inchiesta sull’omicidio del sindaco pescatore Angelo Vassallo: 8 verso il processo

Rispetto all’ordinanza di arresto del colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo e di altri tre indagati, è scomparsa l’indicazione esplicita del clan Cesarano come promotore del traffico di droga che il sindaco pescatore Angelo Vassallo intendeva denunciare, prima di essere ammazzato per impedirglielo. Ma compare un nuovo capo di imputazione, e altri quattro indagati, solo per reati di stupefacenti.
Si è formalmente chiusa l’inchiesta sull’omicidio Vassallo, il primo cittadino di Pollica caduto sotto nove colpi di pistola mentre rincasava in auto il 5 settembre 2010. Gli avvisi sono stati notificati nelle scorse ore al colonnello Cagnazzo, all’ex brigadiere Lazzaro Cioffi, all’imprenditore Giuseppe Cipriano e al collaborante Romolo Ridosso, i quattro in carcere dal 7 novembre con l’accusa di concorso in omicidio con l’aggravante camorristica.
A questi si aggiungono altri quattro indagati: i fratelli Domenico, Giovanni e Federico Palladino, imprenditori turistici del Cilento e titolari del residence di Pollica dove Cagnazzo d’estate era di casa, e Giovanni Cafiero, attualmente ai domiciliari per altri reati. Secondo la ricostruzione della Procura di Salerno guidata da Giuseppe Borrelli, Cafiero era insieme a Raffaele Maurelli (morto di malattia negli anni scorsi) il capo dell’associazione con base a Scafati, la città di Cipriano e Ridosso, dedita al traffico di cocaina tra i porticcioli e le piazze della perla del Cilento “che veniva sbarcata a Pollica attraverso natanti per essere commercializzata e spostata in altra località”.
Così è scritto sull’avviso firmato dai pm Elena Guarino e Maria Mafalda Cioncada, coordinati dal procuratore aggiunto Luigi Alberto Cannavale, che accusa Cagnazzo e i Palladino di aver procurato al “sodalizio il deposito ove stoccare lo stupefacente sbarcato ad Acciaroli, assicurando Cagnazzo al sodalizio, unitamente a Cioffi, avvalendosi entrambi dello propria qualità di noti ufficiali di polizia giudiziaria, essendo entrambi carabinieri in servizio presso il Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, protezione avverso i rischi derivanti da investigazioni aventi ad oggetto i delitti rientranti nel programma criminoso della associazione”. Ora gli indagati – difesi dagli avvocati Ilaria Criscuolo, Franco Liguori, Giuseppe Stellato, Agostino De Caro, Giovanni Annunziata, Michele Avino e Sergio Mazzone – hanno venti giorni per depositare memorie difensive e chiedere di essere interrogati. Poi quasi certamente ci sarà la richiesta di rinvio a giudizio.