Scintille in Senato tra Carlo Calenda e il ministro Adolfo Urso. Il leader di Azione durante il question time ha chiesto al titolare del dicastero delle imprese e del made in Italy chiarimenti sui siti produttivi della ex Whirlpool in Italia, ricordando alcune parole dello stesso ministro che a novembre rassicurava i lavoratori.

“È un’abitudine del senatore Calenda mentire a parlamento, Paese e lavoratori. Per questo quando si presenta ai cancelli viene respinto. È vero che ho dichiarato, rispondendo ad un question time sulla Beko, che l’occupazione in Italia rimarrà inalterata ma è stato volutamente omesso, nell’interrogazione presentata, il riferimento temporale, cioè il 2025″ ha attaccato Urso nella risposta, parlando di una “voluta alterazione” e di una “mistificazione” su cui Calenda “costruisce le sue false accuse”. “Grazie al nostro impegno l’azienda ha confermato la produzione a Siena fino al 31 dicembre 2025 assicurando la tutela dei livelli occupazionali per l’anno in corso come in tutti gli altri stabilimenti. Nessuno è stato licenziato”, ha proseguito Urso. “Questa crisi affonda le radici nel periodo in cui Calenda era ministro dello Sviluppo economico, con la cessione del gruppo Merloni a Whirlpool, fatta allora sì senza alcuna garanzia, cessione che ha portato alla chiusura di 8 stabilimenti in Italia”, ha attaccato ancora.

Immediata la risposta di Calenda: “Non ero ministro dello Sviluppo economico quando si è ceduta Whirlpool”. “Dunque ci sta dicendo che le sue assicurazioni ai lavoratori valevano solo per un anno. Non è quello che i lavoratori hanno capito. La verità è che lei ha mentito ai lavoratori, e in un Paese normale un ministro delle Imprese che mente ai lavoratori si dimette“, ha concluso il leader di Azione.

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