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Portiamo un libro a Marco, libraio e senzatetto, sgomberato da una sinistra che fa la destra

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Il mio 2025 è iniziato, per caso, nel sottopasso delle Cure, un quartiere residenziale appena fuori dalla cinta dei Viali di Firenze. Attraversandolo, in cerca di un caffè, alle 10 di mattina del primo dell’anno, sono passato accanto alle varie persone senza fissa dimora che ci dormono, e alla meravigliosa ‘libreria’ di Marco: che in cambio di un’offerta (o di un altro libro) dà ad ogni passante il libro giusto per lui.

A me Marco ne ha offerto uno bellissimo, che non conoscevo: I diversi di Hans Meyer, un saggio dedicato a tre aspetti della diversità (la donna, l’ebreo, l’omosessuale) nella letteratura tedesca. L’augurio più giusto per quest’anno in cui trionfa l’odio violento per tutto ciò che è diverso. E anche Marco è diverso: non ha una casa in senso stretto, e il suo ‘lavoro’ è parlare, attraverso i libri, a chi passa distrattamente in quel sottopassaggio. Una diversità sofferta, certo: ma preziosa per una città tutta uguale non perché sia giusta, ma perché è tutta finta.

Ebbene, ora anche Marco è stato ‘normalizzato’: martedì scorso ben sei agenti della polizia municipale (reparto ‘antidegrado’) hanno sgomberato il sottopasso, sequestrato i suoi 155 libri e imposto a quello specialissimo libraio una multa da 5000 euro. Una scena orribile, un atto di profonda ingiustizia: perché il degrado di Firenze è l’espulsione dei residenti, il moltiplicarsi dei resort di lusso, la marginalizzazione dei poveri. Marco, no: Marco è l’antidoto a tutto questo degrado.

E mentre le opposizioni di sinistra chiedono da tempo al Comune di prendersi cura di Marco, offrendogli un banco regolare al mercato delle Cure che sta sopra il sottopasso, la giunta ha preferito rincorrere le opposizioni di (estrema) destra, che chiedevano invece ‘ordine e sicurezza’. E così, Marco è stato ridotto a un problema di ordine pubblico: ed è stato sorvegliato e punito.

Qualche tempo fa, un giornale fiorentino fece questo titolo: “Andrea Giorgio, un caffè con Graziano Cioni. E lo sceriffo promuove l’erede: ‘Idee chiare, vediamo se ha gambe’”. L’attuale assessore alla Sicurezza incontrava un suo storico predecessore, detto simpaticamente ‘lo sceriffo’, che nel luglio del 2008 (nel pieno delle campagne sulla sicurezza del governo Berlusconi) aveva varato un Regolamento di Polizia Urbana che ha un posto nella lunga preistoria dell’attuale ddl Sicurezza del governo Meloni.

Ora vediamo che, sì, anche il governo di Firenze non ha solo (pessime) idee, ma anche le ‘gambe’ per farle correre, prendendo a calci quelli come Marco. Del resto, nell’indegno comportamento di questa amministrazione Pd verso il nostro dolce libraio sta tutta intera la storia della politica italiana degli ultimi decenni: quella di una sinistra di destra che apre infine la porta alla destra più estrema.

Ora sarebbe davvero bello che ogni fiorentino che si riconosce in un’altra idea di città portasse un libro in dono a Marco: perché, come diceva Claudio Abbado, “la cultura serve a giudicare chi ci governa. La cultura salva”.

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