“Con Donald Trump gli Stati Uniti soffriranno più dell’Europa. Sta mostrando una grave mancanza di empatia per i vulnerabili, mina regole a cui abbiamo lavorato per secoli”. Ad attaccare il presidente americano è il premio Nobel per l’Economia 2001, il professore Joseph E. Stiglitz, aprendo il convegno “Lotta alle diseguaglianze, contrasto alla povertà e politiche di welfare: il ruolo dei sistemi fiscali”, organizzato a Roma da ICRICT, Nens e Oxfam Italia.
“Con il livello di diseguaglianze attuale, l’economia non può funzionare. In gioco c’è il futuro della nostra società e della nostra democrazia. I ricchi sono sempre piú ricchi e questo crea un’oligarchia ereditaria: prima erano i russi, ora gli oligarchi sono americani”, ha continuato Stiglitz. Secondo cui per contrastare questa tendenza servirebbe far leva sulle regole e sui sistemi fiscali. “A nessuno piace pagare le tasse, ma come ha detto un giudice della Corte suprema sono necessarie per sostenere la civiltà perché creano anche un certo tipo di solidarietà e perché se il sistema fiscale funziona bene si crea fiducia e solidarietà“, cosa “fondamentale per la tenuta della democrazia”.
E ancora: “Negli ultimi 50 anni i partiti di destra hanno diffuso la narrazione secondo cui se si diminuiscono tasse e regole va a beneficio di tutti. Ma questo esperimento è fallito, le idee su cui poggiava erano infondate e quindi bisogna porvi fine”. Poi, citando l’economista scozzese Adam Smith e la sua teoria della ‘mano invisibile’ del mercato che tutto risolve senza bisogno di interventi esterni, ha sottolineato: “Senza regole il futuro del mondo è a rischio: la mano invisibile è tale perché non c’è, non esiste”.
Per l’economista sono quindi necessarie “regole” e “tasse“, perché queste ultime in particolare permettono gli investimenti e il sostegno all’innovazione. “Elon Musk dice di essere un ultraliberale, ma senza i milioni di dollari che ha ricevuto dal governo, anche con i contratti che ha stipulato, dove sarebbe?”.
Stiglitz ha poi rilanciato la necessità, di fronte a “un mondo in continuo cambiamento e con un livello di disuguaglianze mai avuto prima” di riorganizzare le politiche fiscali, con “l’introduzione di una tassazione sui grandi patrimoni o in generale una maggiore progressività fiscale”. Ma, ha ricordato, sono importanti anche le “tasse sull’inquinamento” perché, di fronte al cambiamento climatico, disincentivano l’inquinamento stesso. E le “tasse per i servizi digitali, transfrontalieri”: “Ciascun Paese dovrebbe averle”.
In merito alle minacce di dazi all’Ue da parte di Trump, infine, Stiglitz ha sottolineato: “Credo che sia serio quando parla di dazi, ma questo non significa per forza che poi dia seguito a quel che dice. Non è razionale, non conosce a fondo l’economia e la politica globale. Oggi il miglior modo in cui le persone vedono Trump è come un bullo. Se sei debole ti picchia di più. L’unico modo per rispondere ad un bullo è dimostrare forza. E se questa analisi è corretta, allora l’Europa deve rispondere con forza”
“Con Donald Trump gli Stati Uniti soffriranno più dell’Europa. Sta mostrando una grave mancanza di empatia per i vulnerabili, mina regole a cui abbiamo lavorato per secoli”. Ad attaccare il presidente americano è il premio Nobel per l’Economia 2001, il professore Joseph E. Stiglitz, aprendo il convegno “Lotta alle diseguaglianze, contrasto alla povertà e politiche […]