QUELLO CHE CI E' PIACIUTO DI MENO - 2/2
Simone Cristicchi si lamenta di Amadeus che ha detto no. Si tormenta e ci tormenta ne La Cura, con la compagna Amara. Chiaramente non si parla del tema troppo delicato ma della canzone che, alla lunga, non cresce e resta lì. Forse si è un po’ perso nella promozione, nella ‘giustificazione’ di cose intime che non chiedono di essere spiegate in sala stampa.
Può vincere, emozionare, ma nel porsi così c’è un po’ di confusione.
Marcella Bella se la gioca in un gioco che sa un po’ di autogol. Niente da dire sulla sua storia, ma pare impalpabile pur cantando ‘di grinta’. Autocelebrativa, un po’ egocentrismo, un po’ fuorigioco. In Toscana si dice chi si loda s’imbroda. Non sarà questo il caso, ma quasi.
Massimo Ranieri. Un comandante è l’ultimo ad abbandonare la nave che affonda. Sicuramente, lui è un comandante e no, non affonda. Ma sembra galleggiare su un Festival che è un mare troppo caotico per navigatori del suo calibro. Lui avrebbe avuto bisogno di un vento più adatto, e di un’attenzione diversa.
La platea. Tutti volti noti Rai, uno accanto all’altro, in attesa che la telecamera indugi sui loro volti. Pochi ragazzi. Quelli che invece, da casa, hanno ricominciato a guardare il Festival. Lennon, di fronte a un pubblico “stratificato”, disse qualcosa che suonava come “le ultime file possono applaudire, le prime facciano tintinnare i gioielli“. Non era a Sanremo, ma tutto il mondo è paese.