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Carico di bombe dagli Usa a Israele. L’inviato di Trump: “In settimana colloqui su fase 2 dell’accordo”

Il capo della diplomazia americana Rubio: "Hamas va eliminato". Dialogo tra Witkoff e Netanyahu sulla fase 2, che prevede il rilascio di tutti gli ostaggi e il ritiro totale dell'esercito israeliano dalla Striscia
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Arriva il segretario di Stato americano Marco Rubio – al suo primo tour in Medio Oriente – e con lui anche un carico di bombe “pesanti” di fabbricazione Usa. “Un carico di bombe aeree pesanti recentemente inviato dal governo degli Stati Uniti è stato ricevuto e scaricato durante la notte in Israele” si legge in una nota del ministero della Difesa israeliano. Si tratta di bombe MK-84 recentemente autorizzate dall’amministrazione del presidente Donald Trump. Si tratta di ordigni a caduta libera, entrati in servizio nella loro prima versione nella guerra del Vietnam. Alla MK-84 viene dato il soprannome Hammer, che in inglese significa martello: un modo per sottolineare – se ce ne fosse bisogno – la sua grande capacità distruttiva.

La visita arriva nel giorno in cui il primo ministro Benyamin Netanyahu riferisce all’inviato speciale Usa per il Medio Oriente Steve Witkoff “che domani convocherà il gabinetto di sicurezza e politica per una discussione sulla fase due dell’accordo” tra Israele e Hamas, che prevede il rilascio di tutti gli ostaggi e il ritiro totale dell’esercito israeliano dalla Striscia. E i colloqui sulla seconda fase dell’accordo, ha dichiarato Witkoff, proseguiranno questa settimana “in una località da definire”. L’inviato Usa ha spiegato di aver avuto oggi delle conversazioni telefoniche “molto produttive e costruttive” con Netanyahu, il primo ministro del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al Thani e il direttore dell’intelligence egiziana. Witkoff, parlando con Fox news, ha inoltre detto di ritenere che tutti i 19 soldati dell’Idf ancora prigionieri di Hamas a Gaza siano vivi.

Bombe sul Libano – Intanto Israele continua ad attaccare il Libano: due giorni prima della scadenza di un fragile cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah, aerei dell’Idf, riferiscono media di Beirut, hanno effettuato oggi tre attacchi nella valle della Bekaa, nell’est del paese. “Gli aerei da guerra nemici hanno effettuato due attacchi alla periferia della città di Harbata e un terzo attacco alla città di Halbata”, nel nord della valle della Bekaa, ha affermato l’agenzia di stampa nazionale ufficiale.

Rubio: “Hamas va eliminata” – A Gerusalemme Rubio ha avuto un faccia a faccia con il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu poi l’incontro è stato allargato con i loro consiglieri: da affiancare Netanyahu il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar, il ministro degli affari strategici Ron Dermer, il presidente dello Shas, il parlamentare Aryeh Deri, l’ambasciatore negli Stati Uniti Yechiel Leiter e i suoi collaboratori. Il segretario di Stato americano, in una dichiarazione congiunta con il primo ministro israeliano, ha sottolineato che il presidente statunitense “Trump ha chiaramente espresso la sua visione per Gaza: Hamas non può continuare a essere la forza dominante lì“. La presenza del gruppo palestinese, per gli Usa, è impossibile né “come forza militare” né “di governo”, per questo “vanno eliminati“, ha detto incontrando la stampa Rubio.

Con Trump “abbiamo una strategia comune e non possiamo sempre condividere i dettagli di questa strategia con il pubblico, incluso quando si apriranno le porte dell’inferno“, ha aggiunto il premier israeliano dopo l’incontro. “E si apriranno”, ha incalzato, “se tutti i nostri ostaggi non torneranno, fino all’ultimo di loro”. Netanyahu ha detto che con Trump sta lavorando “in piena cooperazione e pieno coordinamento“, su Gaza. Il “sostegno inequivocabile” degli Usa aiuterà Israele a raggiungere gli obiettivi più velocemente, ha assicurato

Gli incontri di Rubio in questa due giorni in Medio Oriente si concentreranno sui colloqui per “proseguire l’accordo sugli ostaggi, alla luce dell’ultimatum di Trump, di un piano per incoraggiare l’emigrazione volontaria dei palestinesi dalla Striscia di Gaza, del cessate il fuoco in Libano e della minaccia iraniana”. Dopo Israele, le successive destinazioni dovrebbero essere l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha affrontato con Netanyahu anche la situazione con Siria e Libano, spiegando: “Abbiamo parlato di quanto sia importante la caduta di Assad in Siria. Se sostituisce una forza armata con un’altra, non è uno sviluppo positivo. In Libano, l’obiettivo è disarmare Hezbollah”.

Parlando dell’Iran Rubio ha sottolineato che si tratta della “più grande fonte di instabilità nella regione”: “È dietro a ogni gruppo terroristico, dietro a ogni atto di violenza, dietro a ogni attività destabilizzante, dietro a tutto ciò che minaccia la pace e la stabilità per milioni di persone che vivono in questa regione”, ha aggiunto puntualizzando che “per Iran intendo gli ayatollah”. E ha aggiunto: “Non potrà mai esserci un Iran nucleare, un Iran nucleare che possa ritenersi immune da pressioni e azione. Non potrà mai accadere”. Sull’argomento è intervenuto anche Netanyahu: “Negli ultimi 16 mesi Israele ha inferto un colpo duro all’Iran per il suo ricorso al terrorismo – ha detto – Sotto la guida forte del Presidente Donald Trump e con il vostro sostegno incrollabile, non ho dubbi che possiamo portare a termine il lavoro, che finiremo il lavoro“.

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