Al 75esimo Sanremo vince la misura: niente sbavature. Ce ne dimenticheremo alle sette

di Giovanni M
Anche questa 75esima edizione del Festival della canzone italiana si è conclusa. Grandi numeri, grande share, ma tutti questi numeri di cui facciamo vanto sono davvero di qualità?
Tutto in ordine, nessun capello fuori posto. Tutto è scorso liscio come l’olio. Noi, che eravamo abituati a continui scandali e gossip pre-festival , quest’anno abbiamo percepito tutto tranne che il solito festival.
Carlo Conti, dopo 8 anni, è tornato sul palco della Riviera dei Fiori e vivendo dietro il fantasma “Amadeussiano” di una kermesse che teneva il pubblico in piedi fino a quasi le 3 di notte. Non solo per la questione tempo. Anche per l’aria d’imprevedibilità che si respirava con un Fiorello che, come sempre, non aveva una scaletta sempre pronta e, insieme ad Ama, ha creato una ricetta difficile da replicare.
Forse meno clamore del solito e più attenzione verso la musica? Non proprio. Il tempo è stato gestito in maniera encomiabile, senza perdere neanche un secondo, tanto da aver visto addirittura qualche smorfia di disappunto da parte del conduttore attuale durante l’intervento del Sindaco della Città, il quale ringraziava per la tenuta dell’ordine pubblico che si è tenuto tra le strade della cittadina della riviera in questa settimana.
Una sigla che erige l’orgoglio italiano “tutta l’Italia, tutta l’Italia”. Insomma, neanche un colletto fuori posto. Ordine, questa è stata la parola chiave di questa edizione.
Ordine che è apparsa sul palco, tra le strade della cittadina e persino nel parterre del Suzuki Stage. Il culmine di questo festival “ordinato” si è visto soprattutto durante l’annuncio del vincitore, Olly. Un’enfasi che forse non si prova neanche durante la cerimonia più cupa che si possa conoscere nella vita. Eppure, ha vinto Sanremo…
La musica al primo posto. Mah. Ogni conduttore, eccetto Geppi Cucciari, non so quante volte abbia utilizzato la combo “bella canzone”-“bel pezzo” e, alla fine, se proprio vogliamo essere puntigliosi, la classifica ha raccontato il contrario mettendo dei mostri sacri come Giorgia fuori dalle prime cinque posizioni, Brunori al terzo e Willie Peyote oltre la decima.
Cos’è che ha portato la vittoria di Olly? Artisticamente, nulla da togliere all’artista genovese, ma quello che mi è passato in testa è che la risposta la trovo molto sull’immagine che rimanda: una sorta di Lazza 2.0. Quel bravo ragazzo dai toni sempre pacati, mai una parola fuori posto, il tipico ragazzo della porta accanto che, per rimanere nel tema dell'”ordine”, ha ringraziato tutti in quattro secondi e, anche lì, nessuna scomposizione.
Toni tiepidi anche per Fedez a cui faccio i complimenti perché era da un po’ che non faceva un disco dove parlasse di Federico e non del contorno di una vita che si discostava dal suo io. Io che ha trovato rivalsa dopo un periodo un po’ burrascoso e un “blocco” di energie che non riusciva più a esprimere attraverso i suoi pezzi.
Alla fine, quest’anno, vince la misura e la regola senza sbavature.
Più che a un Sanremo, mi sembrava di aver assistito a una sorta di Grande Fratello ambientato in quei collegi che leggi nei libri d’orrore. Forse quello che voleva veramente Ciannamea?
Sicuro che il buon Carlo, dopo tanto tempo che non guidava, non ha voluto fare passi falsi. Nel frattempo rimaniamo con i ricordi che ci hanno lasciato i Bugo, i Blanco e gli altri che hanno lasciato il segno in questi 75 anni. Il resto ce lo dimenticheremo alle 7.
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