“Fuori Elon Musk dalla Royal Society”, la lettera al presidente firmata da 1700 scienziati

Un lettera firmata da oltre 1.700 scienziati chiede al presidente della Royal Society, Adrian Smith, di espellere Elon Musk dalla massima associazione accademica inglese. Il magnate ne fa parte dal 2018. Al centro della richiesta “il continuo assalto dell’amministrazione Trump, in cui Musk ha un ruolo di primo piano, alla scienza “, per questo la Royal Society “non può rimanere a guardare”, prosegue la lettera che cita anche le “accuse maliziose e infondate contro Anthony Fauci“. Il documento è stato scritto e inviato dal professor Stephen Curry.
“Questo è un momento in cui i leader mondiali e le principali istituzioni devono prendere posizione. Finora la Royal Society si è nascosta dietro il mantra secondo cui ‘tutte le questioni sollevate nei confronti dei singoli individui devono essere trattate con la massima riservatezza – scrive Curry – Comprendo la posizione ma nessuno intervento equivale a mancanza di coraggio morale. In questo modo quale messaggio invia l’istituzione riguardo all’impegno nel sostenere il suo codice, i suoi valori e le sue dichiarazioni sull’importanza della diversità e dell’inclusione? Quale messaggio di sostegno invia ai nostri amici e colleghi negli Stati Uniti, in particolare alle donne, alle persone appartenenti a minoranze etniche e ai ricercatori disabili e Lgbt che sono più esposti all’offensiva guidata da Trump che ha reclutato Elon Musk?”. “Vi esorto, per amore della decenza e per offrire una speranza in tempi così difficili, a dimostrare che la Royal Society ha il coraggio di difendere la comunità scientifica e i valori in cui afferma di credere”, conclude la lettera Curry.
La Royal Society conta circa 1.800 membri viventi ed entrare a farne parte è considerato uno dei riconoscimenti più prestigiosi. La rigorosa selezione avviene in base a ‘contributi sostanziali al miglioramento della conoscenza’ e Musk è stato infatti scelto per lo sviluppo di tecnologie fondamentali come razzi spaziali, auto elettriche e impianti cerebrali. Tuttavia, già diversi mesi fa alcuni soci avevano chiesto la sua espulsione quando Dorothy Bishop, un altro membro in pensione e affiliata all’Università di Oxford, aveva scritto una lettera insieme ad altri 73 sottolineando l’uso di X da parte di Musk per promuovere la disinformazione ed esprimere scetticismo nei confronti dei vaccini. In quell’occasione, la Royal Society rispose che tali azioni non infrangevano il codice di condotta, e Bishop si dimise in segno di protesta.
Il suo esempio è stato seguito pochi giorni fa da un altro membro, Andrew Millar dell’Università di Edimburgo, che ha motivato il gesto con l’apparente incapacità della Royal Society di agire in maniera concreta e prendere posizione contro il comportamento di Elon Musk. Un portavoce della Società aveva poi detto detto a Nature che “Ogni dimissione è fonte di rammarico“, e che è prevista una riunione il prossimo 3 marzo proprio per discutere della richiesta di espulsione per Musk. “Vi esorto – conclude la lettera di Curry – per amore della decenza e per offrire speranza in tempi così difficili, a dimostrare che la Royal Society ha il coraggio di difendere la comunità scientifica e i valori in cui afferma di credere”.