Il mondo FQ

Ucraina, vertice dei leader Ue a Parigi. Lavrov vede Rubio a Riad: “Non ha senso invitare gli europei”. Anche Zelensky mercoledì in Arabia

L'Europa tenta di uscire dall'irrilevanza. Uk e Svezia: "Possibile invio di truppe di pace". Il segretario di Stato Usa domani incontrerà il ministro degli Esteri russo
Commenti

A Parigi l’Europa tenta di uscire dalla posizione di irrilevanza cui l’ha relegata la decisione di Donald Trump di parlare direttamente con Vladimir Putin per trovare una soluzione alla guerra russo-ucraina. Nella capitale francese si tiene la riunione informale convocata dal presidente francese Emmanuel Macron tra i capi di governo di Germania, Regno Unito, Italia, Polonia, Spagna, Paesi Bassi e Danimarca, con il presidente del Consiglio Ue, Antonio Costa, la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen e il segretario generale della Nato, Mark Rutte. L’Eliseo ha spiegato in una nota che i lavori “potranno prolungarsi in altri formati, con l’obiettivo di riunire tutti i partner interessati alla pace a alla sicurezza in Europa”.

Quali saranno i temi sul tavolo? La strada la indica su X von der Leyen: “La sicurezza dell’Europa è a una svolta”, scrive la presidente della Commissione europea. Saranno “colloqui cruciali”, ha anticipato il capo dell’esecutivo comunitario, secondo cui il tema della sicurezza “riguarda l’Ucraina, ma riguarda anche noi”. “Abbiamo bisogno di un senso di urgenza. Abbiamo bisogno di un aumento della nostra difesa e abbiamo bisogno di entrambe le cose adesso”, ha esortato von der Leyen. “Se vogliamo decidere del futuro dell’Ucraina insieme all’Ucraina, agli Stati Uniti, alla Russia, dobbiamo anche dimostrare di essere capaci di un investimento molto più serio nella nostra difesa. E secondo me non c’è alternativa”, ha fatto eco il premier polacco Donald Tusk. Kiev chiede anche un’altra cosa, ossia maggiore compattezza da parte di Bruxelles con la nomina di un rappresentante per potenziali negoziati di pace, come dichiarato da Ihor Zhovkva, vice capo dell’ufficio di Volodymyr Zelensky, secondo il sito di Bloomberg. “Dovrebbe essere una decisione presa rapidamente – ha detto – Spero subito dopo l’incontro di Parigi. Dovremmo agire, non riflettere”.

Nell’attesa si registrano i posizionamenti tra gli Stati dell’Unione. L’Ungheria, ormai quasi una quinta colonna russa nelle istituzioni comunitarie, ha criticato l’iniziativa: “I leader europei che sostengono la guerra e sono contrari a Trump si riuniscono oggi a Parigi per bloccare gli sforzi di pace”, ha detto il ministro degli Esteri, Péter Szijjártó. Con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, “l’era della politica interventista è finita” ha aggiunto Szijjártó. “A differenza di coloro che si riuniscono a Parigi, che hanno alimentato l’escalation per tre anni, noi sosteniamo gli sforzi di pace”.

La mossa più interessante al momento è quella del Regno Unito, che è “pronto e disposto” a inviare truppe britanniche per il mantenimento della pace. Lo ha affermato il primo ministro Keir Starmer che in un articolo sul quotidiano Telegraph spiega che “garantire una pace duratura in Ucraina che salvaguardi la sua sovranità a lungo termine è essenziale” per dissuadere Putin da “ulteriori aggressioni”. E’ la prima volta che Starmer ha esplicitamente indicato che il Regno Unito è pronto a schierare le sue truppe in Ucraina. Non è la prima volta, invece, che Londra si allontana dall’orientamento prevalente negli Stati Ue: era accaduto sul tema dei dazi annunciati da Trump, quando Starmer aveva detto che in nessun caso il Regno Unito prenderebbe parte a una guerra commerciale contro gli Stati Uniti, principale alleato economico di Londra dopo la Brexit. Starmer, ha fatto sapere Downing Street, sarà a Washington “la settimana prossima” per il primo faccia a faccia con Trump dopo l’insediamento del presidente americano.

Anche il governo svedese apre alla possibilità di inviare peacekeeper in Ucraina, ha detto la ministra degli Esteri della Svezia, Maria Malmer Stenergard, in un’intervista radiofonica al programma P1 Morgon. Alla domanda se la Svezia, come il Regno Unito, sia pronta a mandare peacekeeper in caso di accordo di pace, la ministra ha risposto: “Non ci siamo ancora. Prima di tutto, è necessario negoziare una pace giusta e sostenibile che rispetti il diritto internazionale, che rispetti l’Ucraina e che garantisca, soprattutto, che la Russia non possa ritirarsi e costruire nuove forze e attaccare l’Ucraina o un altro Paese nel giro di pochi anni. Una volta che l’avremo ottenuta, dovremo assicurarci che la pace possa essere mantenuta e allora il nostro governo non escluderà nulla“.

La Polonia, invece, è netta: non invierà le truppe in Ucraina e continuerà a sostenere il suo vicino contro la Russia, ha affermato Tusk prima di volare a Parigi: “La Polonia sosterrà l’Ucraina come ha fatto finora: a livello organizzativo, in base alle nostre capacità finanziarie, umanitarie e militari. Non abbiamo in programma di inviare soldati polacchi nel territorio ucraino”.

Più cauta resta la Germania. Berlino ritiene “premature” le discussioni su un eventuale invio di truppe in Ucraina. “Noi abbiamo detto a più riprese che prima dobbiamo aspettare di vedere se e come la pace, come noi speriamo, si instaura in Ucraina – ha detto Christiane Hoffmann, portavoce del governo tedesco – Poi, noi potremo discutere delle condizioni e del modo in cui questo può essere organizzato”. Di certo, ha specificato una fonte del governo tedesco, non ci saranno truppe europee in Ucraina “senza il pieno coinvolgimento degli Stati Uniti“.

“Il possibile dispiegamento di militari di Paesi della Nato in Ucraina presenterebbe complicazioni significative“, ha commentato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “Al momento non ci sono state discussioni sostanziali sull’argomento”, ha aggiunto. Secondo The Economist, gli Usa stanno pensando a un diverso tipo di forza di peacekeeping in Ucraina, che includa paesi non europei come Brasile o Cina, e che si collocherebbe lungo un’eventuale linea di cessate il fuoco come una sorta di cuscinetto. Secondo il settimanale il vicepresidente Usa JD Vance avrebbe detto agli europei che una forza composta solo da europei sarebbe meno efficace nel dissuadere la Russia dall’attaccare. La Russia si oppone però a qualsiasi dispiegamento di truppe straniere in Ucraina. Quindi, conclude l’Economist, l’amministrazione Trump dovrà costringere Vladimir Putin a fare delle concessioni.

A tirare i fili dell’azione diplomatica sono però gli Stati Uniti. Il segretario di Stato Marco Rubio è arrivato in Arabia Saudita, dove guiderà una delegazione Usa per colloqui diretti con funzionari russi. Per gli Usa ai colloqui dovrebbero partecipare, oltre a Rubio, il consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz e l’inviato speciale Steve Witkoff. Per quanto riguarda Mosca, invece, ieri Kommersant citava il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov.

Il Cremlino conferma che rappresentanti di Usa e Russia si incontreranno domani a Riad. “Oggi, su istruzione del presidente Putin, il ministro degli Esteri Lavrov e l’assistente presidenziale Yuri Ushakov voleranno a Riad. Si prevede che martedì si terrà a Riad un incontro con i loro omologhi americani, che sarà dedicato principalmente al ripristino dell’intero complesso delle relazioni russo-americane”, ha detto Peskov. Per Mosca non ha senso invitare gli europei ai negoziati: “Non so cosa i Paesi europei dovrebbero fare nei colloqui sull’Ucraina”, ha detto Lavrov. Che ha escluso qualsiasi “concessione territoriale” a Kiev: le truppe russe hanno invaso l’Ucraina nel febbraio del 2022 annettendo unilateralmente 4 regioni.

Mercoledì in Arabia Saudita arriverà anche Volodymyr Zelensky. Il suo portavoce ha detto che il presidente ucraino visiterà il paese con sua moglie come parte di una visita ufficiale “pianificata a lungo”. Zelensky ha annunciato il viaggio la scorsa settimana senza dare date, aggiungendo che non aveva intenzione di incontrare funzionari russi o statunitensi. Oggi in visita ad Abu Dhabi, il leader ucraino ha detto di aver discusso della mediazione degli Emirati arabi per scambi di prigionieri con la Russia. Zelensky ha affermato che l’Ucraina non è informata dei colloqui tra Stati Uniti e Russia in Arabia Saudita e che Kiev “non riconoscerà” alcun accordo tra la Russia e gli Stati Uniti raggiunto senza di lui.

Ma la trattativa con gli Stati Uniti resta in piedi. Zelensky si è detto disponibile a firmare un accordo che conceda a Washington l’accesso alle terre rare dell’Ucraina, purché Washington fornisca in cambio garanzie di sicurezza a Kiev. Nei giorni scorsi, Zelensky aveva rivelato di non aver dato il via libera alla prima bozza dell’accordo sull’accesso ai depositi minerari in cambio di futuri aiuti militari da parte di Washington. Da Abu Dhabi, il presidente ucraino ha detto di aspettarsi un “piano più dettagliato” dagli Usa, ma ha anche sottolineato che l’Ucraina è ”davvero molto interessata” a firmare un accordo, e vuole sapere ”cosa esattamente gli Stati Uniti stanno dando in termini di garanzie di sicurezza”. Zelensky ha precisato che tali garanzie potrebbero includere l’adesione alla Nato, armi e sostegno economico.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

TRUMP POWER

di Furio Colombo 12€ Acquista

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione