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L’attacco di Djokovic: “Sinner è innocente, ma il sistema anti-doping non funziona. Molti tennisti credono che ci siano favoritismi”

Il serbo in versione sindacalista critica duramente Wada e Itia, chiedendo una revisione dei processi: "C'è una mancanza di fiducia generale"
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Novak Djokovic in versione sindacalista è ancora più aggressivo del Djokovic tennista. La sua conferenza stampa a Doha è un attacco alla gestione del caso Clostebol. Il serbo parla da leader dell’associazione dei tennisti professionisti PTPA da lui fondata, con cui da tempo sta cercando di accrescere il suo potere nel circuito. E la vicenda che ha riguardato Jannik Sinner è la miglior occasione per fare proseliti. Djokovic afferma che la maggior parte dei tennisti ha perso fiducia nelle autorità antidoping dopo la squalifica di tre mesi e c’è una sensazione diffusa che ci sia del “favoritismo“.

Djokovic ha chiarito di non mettere in dubbio l’innocenza di Sinner e Iga Swiatek, la tennista polacca coinvolta in un caso simile a quello del tennista altoatesino, ma che lui e altri giocatori sono frustrati per la gestione incoerente dei casi di doping. “Sinner e Swiatek sono innocenti, è stato dimostrato“, ha affermato Djokovic, aggiungendo però che giocatori ai vertici del ranking come loro sono stati in grado di “influenzare l’esito” dei procedimenti per doping.

Djokovic ha chiesto alla Wada e all’Itia (International Tennis Integrity Agency) di rivedere i loro processi per gestire i casi di doping “perché il sistema e la struttura ovviamente non funzionano“. “In questo momento c’è una mancanza di fiducia generale da parte dei tennisti, sia uomini che donne, verso WADA e ITIA e l’intero processo”, ha detto Djokovic prima dell’inizio del Qatar Open. Sinner, ad esempio, è stato scagionato dall’Itia, mentre la Wada ha presentato ricorso chiedendo fino a due anni di squalifica, per poi proporgli un patteggiamento e una squalifica di tre mesi. Swiatek invece ha avuto una sospensione ancora inferiore, di un mese, comminata direttamente dall’Itia. E nel suo caso la Wada non ha presentato ricorso.

“Non è una buona immagine per il nostro sport, questo è sicuro”, ha detto Djokovic. “C’è una maggioranza di giocatori con cui ho parlato nello spogliatoio, non solo negli ultimi giorni, ma anche negli ultimi mesi, che non sono contenti del modo in cui è stato gestito l’intero processo (per Sinner)”. “La maggior parte dei giocatori non ritiene che sia giusto. La maggior parte dei giocatori ritiene che ci sia un favoritismo in atto. Sembra che tu possa quasi influenzare l’esito se sei un giocatore di alto livello, se hai accesso ai migliori avvocati e quant’altra“, ha spiegato Djokovic. Che ha sottolineato il caso dell’ex numero 1 femminile Simona Halep – a cui è stata inflitta una squalifica di quattro anni dall’ITIA nel 2022 dopo un test positivo prima che fosse poi ridotta a nove mesi – e della giocatrice britannica Tara Moore, che è stata sospesa a maggio 2022 mentre un’indagine durata 18 mesi ha stabilito che la sua positività era frutto di carne contaminata. “In questo momento è il momento giusto per noi di affrontare davvero il sistema, perché il sistema e la struttura ovviamente non funzionano, è ovvio”, ha concluso Djokovic.

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