Hamas: “Consegneremo i corpi di 4 ostaggi”, ci sono i fratellini Bibas e la madre. Israele si ritira dal sud del Libano ma resta in 5 postazioni

Il capo negoziatore Khalil al Hayya ha dichiarato che giovedì Hamas consegnerà alle autorità israeliane 4 corpi di ostaggi – tra i quali quelli dei membri della famiglia Bibas, la madre Shiri e i due bambini Kfir e Ariel – e sabato 6 rapiti vivi, tra cui Hisham al-Sayed e Abra Mengistu, prigionieri a Gaza da oltre dieci anni. Lo ha confermato anche un funzionario israeliano citato da Ynet. Il padre dei due fratellini era stato rilasciato, il 1 febbraio scorso, con altri tre ostaggi in condizioni precarie. Dopo, resteranno nella Striscia altri 59 ostaggi, tra cui almeno 28 morti. La decisione è stata presa “in preparazione della seconda fase dei negoziati sull’accordo. La consegna dei corpi rimanenti sarà completata secondo quanto concordato nella sesta settimana di attuazione dell’intesa. Sei ostaggi vivi saranno rilasciati sabato, tra cui Hisham al-Sayed e Avraham Mengistu (rapiti 10 anni fa) in cambio di detenuti palestinesi”, ha dichiarato al Hayya.
“Sottolineiamo la necessità di obbligare Israele a implementare tutte le disposizioni dell’accordo senza eccezioni o ritardi. Chiediamo l’introduzione di attrezzature pesanti per estrarre i corpi di coloro che sono stati uccisi e i corpi di coloro che sono stati rapiti e uccisi dai bombardamenti israeliani. Israele sta ancora ritardando l’inizio dei negoziati nella seconda fase, che doveva iniziare il 3 febbraio. Siamo pronti a entrare immediatamente nella seconda fase, che include un cessate il fuoco completo e un ritiro completo dell’Idf”, ha aggiunto il portavoce.
Intanto martedì è scaduto il termine fissato dall’accordo di cessate il fuoco con Hezbollah e, hanno riferito fonti della sicurezza di Beirut, le forze israeliane “hanno iniziato a ritirarsi da alcuni villaggi nel sud del Libano”. In un comunicato, le Forze Armate Libanesi hanno reso noto che le truppe libanesi regolari sono entrate ad Aabbasiyyeh, Majidieh, Kafr Kila, Marjaayoun, Odaisseh, Markaba, Houla, Mays al-Jabal, Blida, Mahbib, Maroun al-Ras, Yaron, Bint Jbeil e in diverse altre località vicino al confine con Israele. Il tutto “in coordinamento con il quintetto (il comitato guidato dagli Stati Uniti, ndr) incaricato di supervisionare l’accordo di cessate il fuoco (…) e con la Forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano (Unifil)”.
Lunedì Israele ha annunciato che manterrà una presenza militare in cinque postazioni oltre la linea di demarcazione Onu vicino al confine, ciascuno presidiato da una compagnia di soldati, per un periodo di tempo indefinito: una collina vicino a Labbouneh davanti alla città di confine israeliana di Shlomi, la cima di Jabal Blat davanti a Zar’it, una collina davanti ad Avivim e Malkia, una collina davanti a Margaliot, e una collina davanti a Metula. I cinque avamposti non facevano parte formalmente dell’accordo di cessate il fuoco del 27 novembre. Tuttavia, Israele ha convinto gli Stati Uniti che l’esercito libanese non è abbastanza efficace, al momento, per impedire ai miliziani del Partito di Dio di insediarsi nel sud del Libano e tentare di attaccare lo Stato ebraico.
La decisione ha provocato la reazione di Beirut e delle Nazioni Unite. Un portavoce della presidenza libanese ha definito una “occupazione” la presenza dei soldati israeliani sul suo territorio. Il Libano, inoltre, cercherà l’aiuto del Consiglio di sicurezza dell’Onu per “affrontare le violazioni israeliane e costringere Israele a ritirarsi immediatamente”. “Oggi termina il periodo stabilito per il ritiro delle Forze di difesa israeliane (Idf) a sud della Linea Blu”, hanno affermato in una dichiarazione congiunta il Coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il Libano, Jeanine Hennis-Plasschaert, e del capo della Missione Unifil, Aroldo Lázaro. “Un altro rinvio in questo processo non era quello che auspicavamo, anche perché continua una violazione della Risoluzione 1701 del 2006 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”.
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha affermato che l’esercito (le Israel Defense Forces) applicherà “con la forza” l’accordo di cessate il fuoco in Libano e agirà contro qualsiasi minaccia di Hezbollah: “A partire da oggi, l’Idf rimarrà in una zona cuscinetto in Libano in 5 avamposti strategici e continuerà ad agire con forza e senza compromessi contro qualsiasi violazione da parte di Hezbollah”. “Hezbollah deve ritirarsi completamente oltre la linea del fiume Litani”, ha aggiunto Katz.