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Truffa cripto, Milei scarica le colpe sugli investitori: “È come il gioco d’azzardo. Se vai al casinò e perdi soldi, di cosa ti lamenti?”

Il presidente argentino parla per la prima volta dello scandalo $Libra che lo ha visto coinvolto
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“Se vai al casinò e perdi soldi, di cosa ti lamenti?”. Così Javier Milei si difende dalle polemiche sullo scandalo della criptovaluta $Libra, da lui lanciata su X venerdì sera e subito cresciuta di valore in modo esponenziale, per poi crollare di colpo in poche ore. Lunedì il presidente argentino ha parlato per la prima volta del caso, scoppiato nel weekend, in un’intervista tv al canale Todo Noticias. E ha scaricato le responsabilità sugli investitori che “lo hanno fatto volontariamente”, paragonato le operazioni in criptovalute al “gioco d’azzardo“: “È un problema tra privati, qui lo Stato non gioca alcun ruolo”.

La sponsorizzazione di Milei è stata però decisiva per far volare $Libra, fino a quel momento sconosciuta: nel suo tweet il presidente ha affermato che il token avrebbe incentivato l’economia del Paese, finanziando piccole imprese e iniziative. “L’Argentina liberale sta crescendo!!!” aveva scritto ai suoi oltre 3 milioni di follower, inserendo nel testo il link del sito internet del progetto, salvo poi cancellare il post dopo poche ore prendendo le distanze da sè stesso: “Non conoscevo i dettagli del progetto e dopo essermi informato ho deciso di non continuare a diffonderlo”. Dopo le denunce di alcuni avvocati, sulla vicenda è stata aperta un’indagine per truffa, affidata a un giudice della Corte penale federale di Buenos Aires.

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