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L’Atalanta completa il disastro italiano in Champions: sconfitta horror contro il Bruges

Dopo il Milan, fuori anche i bergamaschi sconfitti 1 a 3 in casa: tanta sfortuna, ma pure un primo tempo troppo morbido
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Eliminata anche l’Atalanta nel martedì di Champions League, con i nerazzurri che perdono 3 a 1 contro il Bruges a Bergamo nello spareggio per gli ottavi. Gasperini porta in panchina Lookman e sceglie Cuadrado per ribaltare il 2 a 1 dell’andata davanti al pienone del Gewiss Stadium: missione fattibile, anche se i nerazzurri cominciano che peggio non si può. Dopo l’inizio aggressivo il Bruges si ritrova in area con due giocate meravigliose: prima De Cuyper, poi Jutgla liberano Talbi che trova l’unico angolo possibile, tra le gambe di Djimsiti, per battere Carnesecchi e portare in vantaggio i belgi dopo 2 minuti.

L’Atalanta riprende con il solito piglio ultrafisico, trovando anche il gol con Retegui che però è in fuorigioco, ma il Bruges si mostra pericolosissimo in ogni ripartenza: ruba una palla a centrocampo e Jashari si fa beffe della difesa bergamasca sparando addosso a Carnesecchi, Talbi è ancora il più lesto di tutti e fa due a zero. Un gol che spegne l’ardore della Dea, con i nerazzurri che in ogni caso cozzano contro una squadra giovane ma molto ben organizzata, quasi speculare rispetto all’Atalanta: con grande atletismo, in particolare nella copertura e nelle ripartenze e collaudati automatismi offensivi coordinati da un grande regista avanzato, destinato a più grandi palcoscenici assieme a qualche compagno, come Jutgla.

Sfortunata la Dea quando alla fine del primo tempo nella stessa azione Zappacosta coglie il palo, Pasalic si divora un gol di testa e Cuadrado viene fermato sulla linea di porta: non bastasse arriva la beffa finale con il ribaltamento di fronte che vede Jutgla coronare la sua meravigliosa partita con un meraviglioso sinistro da fuori area che trafigge Carnesecchi e manda le squadre a riposo sul risultato di tre a zero per il Bruges.

A quel punto Gasperini non può che rischiare la carta Lookman: pronti via e il folletto nigeriano va in spaccata su un cross basso di Zappacosta e segna il 3 a 1. E avrebbe l’opportunità di fare il secondo Lookman al 58esimo, quando dopo un lunghissimo check al var l’arbitro concede rigore per fallo su Cuadrado, ma il nigeriano si fa ipnotizzare da Mignolet. Forcing finale della Dea, che colleziona calci d’angolo e anche qualche occasione importante, col tabellino però che diventa, man mano che scorre il cronometro, una montagna sempre più insormontabile da scalare.

Finisce col nervosismo di Toloi, che va a farsi giustizia da solo di De Cuyper e si fa espellere lasciando in dieci i suoi, quando però il discorso qualificazione è ormai compromesso. A differenza del Milan con TheoHernandez, la Dea non paga certo per l’espulsione del suo capitano l’Atalanta, né per il rigore inesistente dell’andata, quanto per l’avvio lezioso di questa gara di ritorno: il primo gol del Bruges nasce sì da una grande azione, ma anche dalla lettura troppo morbida della situazione, quasi a sottostimare la capacità dei belgi di far male. Una sensazione che si avverte anche a guardare il secondo gol. Un avvio morbido legato forse anche a un fisiologico calo fisico di una squadra che per mesi è andata a 300 all’ora. Un peccato dunque abbandonare l’Europa dopo la favola europea scritta solo pochi mesi fa, sebbene la possibilità di concentrarsi su un’unica competizione non escluda di poter scrivere altre favole.

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