Più delle fake news mi spaventa la fake interpretation. Vedi: Mattarella sulla Russia

di Francesco Grillo
Si parla molto di fake news: premesso che la questione più spinosa riguarda la scarsa capacità critica dei lettori, esse costituiscono certamente un pericolo. Si parla tuttavia meno delle fake interpretation: esse non sono invenzioni appositamente create, sono letture che non aderiscono alla realtà primaria del fatto perché ne trascurano aspetti decisivi o lo piegano in un’altra direzione. Inoltre, mentre una fake news, per un lettore informato e critico, non è poi così difficile da scovare, una fake interpretation spesso non è riconosciuta come tale nemmeno dai lettori più informati e competenti.
Qualcuno potrebbe obiettare che l’interpretazione è il pane quotidiano non solo del giornalista, ma di tutti noi: come dice Nietzsche: “Non ci sono fatti, solo interpretazioni”. E tuttavia, si può perlomeno tentare di accordarsi su un punto, quello di considerare le parole pronunciate e messe nero su bianco come fatti; per esempio, quelle di Mattarella sulla Russia.
Il Presidente della Repubblica ha affermato che l’aggressione russa all’Ucraina è figlia dello stesso impeto di dominio e conquista che caratterizzava il Terzo Reich. Non intendo pronunciarmi su questo punto: molti storici lo hanno già fatto e saprebbero giudicare più accuratamente di me l’analogia proposta dal Presidente. In ogni caso, pur trattandosi di un breve inciso all’interno di un ampio discorso, il discorso di Mattarella ha sollevato molte polemiche: anzitutto la reazione della portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, la quale lo ha condannato per le “invenzioni blasfeme”.
Ora, molti giornali e politici italiani hanno definito la reazione della Zakharova come “attacco” o “insulto”. Ad un certo livello si comprende la ragione dei politici, si fa più fatica a capire quella dei giornalisti: infatti, a ben vedere, si può effettivamente parlare di un attacco? Quella della Zakharova è un’operazione offensiva verso l’Italia oppure una reazione determinata da certe parole del Presidente della Repubblica?
Inoltre: con quali parole la Zakharova avrebbe insultato Mattarella? Affermare che le sue parole sono invenzioni blasfeme non è un insulto personale, ma indica piuttosto l’irricevibilità dell’accostamento col terzo Reich, cosa che tra l’altro farebbe chiunque. Se Mattarella ha ragione lo diranno gli storici, ma di sicuro i giornalisti italiani hanno piegato un fatto in una certa direzione, hanno trascurato l’aspetto reattivo e hanno definito “insulto” ciò che insulto non era.
Non è una fake news, ma è una fake interpretation: le prime sono grezze invenzioni destinate ad un pubblico poco preparato, le seconde sono manipolazioni sottili e impercettibili che si rivolgono al lettore mediamente istruito. E tuttavia, la finalità è la medesima: si tratta sempre di orientare l’opinione pubblica in una certa direzione.