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C’è uno spettro che si aggira per l’Europa e per il mondo: lo sfascismo

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C’è uno spettro che si aggira per l’Europa e nel mondo: lo sfascismo. I suoi interpreti al massimo livello, gli sfascisti, sono sparsi in tutto il pianeta e lavorano incessantemente per creare macerie e rovine, necessarie per avviare dopo il business della ricostruzione. Ma gli sfascisti sanno che le prime a cadere devono essere le regole, gli equilibri, le istituzioni emerse dalla volontà democratica nel secondo dopogerra. E allora via tutto quello che faticosamente i popoli avevano costruito: l’Onu, l’Oms, la Cpi, le Costituzioni repubblicane, i rapporti di equilibrio tra i poteri. Tutto deve andare allo Sfascio dove un’umanità depressa andrà a raccogliere pezzi di ricambio da usare per riparare le proprie cose, come si fa con le auto.

Riparare, ricostruire, dialogare sono termini che vanno cancellati perché gli sfascisti hanno poco tempo e devono agire in fretta, prima che i popoli gli si rivoltino contro, eh sì, perché questo può accadere, la storia ce lo insegna, i popoli vogliono la cultura della vita, sono resilienti. Lo sfascismo ha in sé un punto debole, può svilupparsi nell’interno di una displaycrazia diffusa, e quindi è legato al canale di veicolazione degli sfascisti che creano una sempre maggiore distanza dei Display dalla realtà vera, quella in carne ed ossa fatta di vita, emozioni, odori, di spazi e di tempo. I Display possono spegnersi, la vita reale no, quella resta.

Gli sfascisti non comprendono che se la realtà è troppo complicata, le macerie e le rovine sovrabbondanti, la sopravvivenza impegnativa, i popoli spengono i display e cercano la felicità nella risoluzione dei problemi della vita quotidiana. Gli sfascisti non hanno capito che la Natura da tempo, per via dei cambiamenti climatici, sta sfasciando molti territori mettendo a dura prova tanta umanità. Le guerre mostrano inoltre le macerie e le rovine, ma anche l’ostinazione popolare a continuare a sopravvivere, come ci dimostra l’esodo dei palestinesi verso i propri luoghi ormai devastati dalla guerra. Ma i popoli con secchi e mani nude sono capaci di ricostruire, lo faranno a Gaza come in Ucraina. Lo faranno, perché l’umanità ha un mantra: ”troveremo una soluzione, lo abbiamo sempre fatto”. E le regole e le istituzioni sovrannazionali che gli sfascisti tentano di distruggere saranno solidi bastioni per impedire derive pericolose.

I Display alla fine si consumano, le persone restano e quelle contano, perché se liberi un torturatore stupratore di bambini le persone inorridiscono.

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