Hamas espone gli ostaggi morti in 4 bare nere, poi li consegna. Israele protesta coi mediatori. Netanyahu: “Siamo furiosi, ci sarà la vendetta”

Quattro bare nere, due missili israeliani, in un grande striscione le facce dei quattro ostaggi israeliani morti che vengono riconsegnati allo Stato ebraico e sopra di loro un mezzo busto di Benjamin Netanyahu con la bocca da vampiro grondante sangue. È l’ultima messinscena di Hamas a Khan Younis, appena prima di riconsegnare i cadaveri di Shiri Bibas, dei suoi due figli Ariel e Kfir e di Oded Lifshitz. L’esposizione degli ostaggi, fino a oggi vivi, ha più volte scatenato l’ira del governo guidato da Benjamin Netanyahu, che promette vendetta. Questa volta, l’esposizione dei corpi, con la loro morte attribuita al premier di Tel Aviv, potrebbe di nuovo provocare una dura reazione da parte di Israele.
“Fratelli e sorelle, cari cittadini di Israele, oggi siamo tutti uniti nel dolore insopportabile – ha dichiarato il premier israeliano Benjamin Netanyahu rivolgendosi al popolo ebraico -. Abbassiamo la testa per la pesante perdita dei nostri quattro ostaggi. Tutti noi soffriamo con un dolore che è mescolato a rabbia. Siamo tutti furiosi con le bestie di Hamas. Le quattro bare dei nostri cari ci obbligano, più che mai, a garantire, a giurare, che ciò che è accaduto il 7 ottobre non accadrà mai più. La voce del loro sangue grida a noi dalla terra. Ci obbliga a fare i conti con gli assassini infami, e faremo i conti con loro”. “Il nostro cuore è spezzato, ma il nostro spirito non si frantuma. E con questo spirito: riporteremo tutti i nostri rapiti, distruggeremo i killer, estingueremo Hamas, e insieme – con l’aiuto di Dio – garantiremo il nostro futuro”, ha aggiunto il premier. E la citazione: “La vendetta appartiene al Signore, la vendetta apparirà“.
“Il cuore dell’intera nazione oggi è in lutto oggi. Hamas ha rapito, Hamas ha assassinato, Hamas sarà distrutto. Ci vendicheremo dei nostri nemici e garantiremo il nostro futuro”, ha scritto su X il ministro alla Difesa Israel Katz.
Le immagini arrivate dalla Striscia di Gaza mostrano la solita folla che si è riunita in piazza, davanti al palco, sotto la pioggia. I miliziani con la bandana verde arrivano marciando in ranghi, alcuni di loro salgono sul palco. Alle loro spalle si legge il messaggio da recapitare al governo e al popolo d’Israele: “Il criminale di guerra Netanyahu e il suo esercito di nazisti li ha assassinati con i missili degli aerei da guerra sionisti”. I media israeliani hanno deciso di non rilanciare le immagini in diretta trasmesse da Al Jazeera per rispetto dei defunti, ma questo non vuol dire che da Tel Aviv non arriverà una risposta.
Lo spettacolo inscenato da Hamas si è tenuto accanto a un cimitero a Bani Suheila, dove secondo al Jazeera erano stati sepolti i corpi. Un anno fa, riferisce l’Idf, è stato scoperto un tunnel sotterraneo proprio sotto il cimitero, con all’interno l’ufficio del comandante del battaglione di Khan Younis da dove è stato diretto l’attacco del 7 ottobre. Alla fine di gennaio scorso, aggiunge l’esercito israeliano, è stato individuato un passaggio sotterraneo con esplosivi e porte blindate. All’interno del tunnel sono state trovate sale operative, postazioni di comando e dormitori per alti funzionari di Hamas. Il tunnel faceva parte di un complesso sotterraneo lungo circa un chilometro. Dopo averlo trovato, l’esercito l’aveva distrutto.
I corpi sono stati poi consegnati a un convoglio di veicoli della Croce Rossa a partire dalle 9 di mattina. Dopo aver ricevuto i corpi, i soldati eseguiranno una breve cerimonia militare guidata dal rabbino capo dell’esercito israeliano Brig. Gen. Eyal Karim, prima di portare gli ostaggi all’istituto forense Abu Kabir per l’identificazione. Il primo cadavere a essere riconosciuto in via ufficiale è stato quello di Oded Lifshitz “503 giorni di angoscia e incertezza sono giunti al termine”, hanno affermato i familiari. “Abbiamo sperato e pregato … ora possiamo piangere il marito, il padre, il nonno e il bisnonno che sono scomparsi dal 7 ottobre. La nostra ricostruzione familiare inizierà ora e non finirà finché non sarà tornata l’ultima persona rapita”.
In quello che da ieri Israele annuncia come “un giorno di grande dolore”, il primo a prendere la parola è il presidente Isaac Herzog: “Questo è un momento di angoscia e dolore. Il cuore di un intero popolo è in frantumi. A nome dello Stato di Israele, chino la testa e chiedo perdono. Mi dispiace di non aver adempiuto al nostro dovere. Mi dispiace di non avervi protetti in quel giorno maledetto. Mi dispiace di non avervi riportato a casa sani e salvi. Che la loro memoria sia benedetta”. “Il cuore non riesce a contenere il dolore”, ha scritto sui social il leader dell’opposizione Yair Lapid, condividendo un’immagine delle quattro bare.