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Anche a Chivasso il Comune (a guida Pd) nega la mensa ai figli di genitori morosi: “Mancano 800mila euro, i furbetti vanno perseguiti”

Il sindaco Claudio Castello si difende dalle critiche: "Spesso chi non paga non è indigente, ma un debitore seriale"
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Anche a Chivasso, comune in provincia di Torino amministrato da centrosinistra, i bambini le cui famiglie non pagano la mensa scolastica saranno lasciati senza pasto dal prossimo anno scolastico. Nonostante le polemiche dei giorni scorsi per la scelta della sindaca di centrodestra di Montevarchi (Siena) di lasciare a pane e olio i figli dei genitori morosi, anche il Consiglio comunale della città piemontese a guida Pd ha scelto la linea dura: “I furbetti vanno perseguiti, i bisognosi vanno aiutati”, spiega l’assessore all’Istruzione Gian Luca Vitale. “Fatti salvi eventuali piani di rateizzazione già approvati, qualora l’utente non abbia saldato tutti i debiti relativi all’anno scolastico precedente (scuolabus, ristorazione, pre- e post-scuola, nido e centri estivi) non sarà consentita l’iscrizione al servizio mensa per quello successivo”, cita il nuovo regolamento. Una decisione a cui il sindaco Claudio Castello e la maggioranza sono giunti dopo aver verificato che, dal 2015 al 2022, alle casse comunali è mancato un totale di 800mila euro per i pranzi e per i trasporti degli studenti.

Pronto l’attacco delle opposizioni: “Penalizzano le famiglie più fragili”. Parole contestate dal sindaco, che al fattoquotidiano.it spiega: “Omologare la figura tipo dei genitori morosi a soggetti indigenti è inesatto e scorretto al contempo. Il più delle volte coloro che non saldano le tariffe della mensa scolastica sono insospettabili debitori seriali. Ora, sollevare la suggestione politica di un’amministrazione comunale insensibile agli alunni a rischio emarginazione vuole semplicemente nascondere la vera ratio delle modalità applicative delle tariffe applicate al bilancio”. afferma Castello. “Oltre alla garanzia di rateazioni e di nove fasce articolate per Isee, la più bassa delle quali può arrivare a corrispondere appena 75 centesimi a pasto“, sottolinea, “criticità familiari impreviste, oggettive ed insuperabili, attestate dai servizi sociali, possono condurre all’esenzione totale”.

Respinge le critiche anche l’assessore Vitale, che ha iniziato ad interloquire con i dirigenti scolastici per trovare soluzioni che non danneggino i minori: “Invitiamo a non strumentalizzare situazioni delicate e a non seminare allarmismo sociale, in quanto con i presidi degli istituti comprensivi stiamo concordando misure sostenibili e paritarie e manteniamo alta l’attenzione sui veri bisognosi. Riteniamo sia opportuno sensibilizzare alla regolarizzazione della propria posizione dal portale genitori”. Intanto è stato avviato il recupero coattivo delle somme non versate negli scorsi anni scolastici: “È massimo”, precisa l’assessore, “lo sforzo per far tornare il dovuto nelle casse comunali in quanto certe condotte illegittime hanno ripercussioni negative per l’ente e la sua possibilità di garantire ogni tipo di servizio proprio ai cittadini più vulnerabili”.

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