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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 9:57 del 20 Marzo

Codogno, 5 anni dopo il Covid: “Il timore è che non abbiamo imparato niente”. Il sindaco di Vo’: “Rimettere mano alle politiche sulla sanità”

L'anniversario nella prima città che stabilì una zona rossa tra familiari delle vittime, sindaci, insegnanti. Il primo cittadino di Vo': "Infermieri e medici erano eroi, ora sembra che non gli si riconosca più quel valore"
Codogno, 5 anni fa la prima zona rossa
di Simone Bauducco
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“Niente va dimenticato perché un paese senza memoria è un paese senza storia. Bisogna ricordare quello che è successo con il Covid per il rispetto di chi non c’è più ma anche di chi c’è ancora”. Marisa Vecchietti è una delle tante famigliari di vittime del Covid di Codogno. Cinque anni fa ha perso il marito Giuseppe, fondatore della Protezione civile della zona. E oggi ha voluto essere presente alla cerimonia pubblica dedicata alla “comunità resiliente di Codogno e alle vittime del Covid” che si è svolta proprio nella città simbolo della pandemia.

Davanti al memoriale per le vittime, il sindaco Francesco Passerini che firmò la prima zona rossa d’Italia ricorda “lo strappo, l’isolamento, la divisione” di quei momenti. Gli fa eco il sindaco di Vo’ Mauro Delluniversità che è voluto venire dal Veneto per testimoniare il legame tra queste due comunità “legate da una prima esperienza drammatica di lockdown molto duro. Nessuno sapeva cosa stava accadendo e la gravità della situazione”.

Gli strascichi di quel periodo si vedono ancora oggi, specialmente nei più giovani. “A cinque anni di distanza vediamo ragazzi che pagano le fragilità accumulate in quel periodo di restrizioni e obblighi che li hanno portati ad allontanarsi dai loro compagni” ricorda la dirigente scolastica del liceo Novello Valentina Gambarini. Ma abbiamo imparato la lezione del Covid? “Gli infermieri e i medici erano figure eroiche, oggi cinque anni dopo la sensazione netta è la difficoltà di riconoscere quel valore – riflette il sindaco di Vo’ – servirebbe rimettere mano a politiche locali e nazionali per ridare vigore al corpo medico e sanitario”.

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