Il Sultano turco, Recep Tayyip Erdogan, approfitta dello sconvolgimento geopolitico causato dal suo omologo americano Donald Trump per riprovare a diventare l’ago della bilancia nelle trattative tra Russia e Ucraina.
Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, arriverà ad Ankara il 24 Febbraio per una due giorni nell’ambito del suo tour nella regione. Lavrov incontrerà il ministro degli Esteri turco Akan Fidan e, soprattutto, il presidente Erdogan. L’altro obiettivo principale della visita è la “questione” siriana, dopo la cacciata del dittatore Bashar Assad, sostenuto dal Cremlino e combattuto da Ankara che ha finanziato e appoggiato le milizie islamiche ribelli fin dall’inizio del conflitto siriano nel 2011.
Prosegue anche l’operazione curda per un potenziale processo di pace transnazionale. Una delegazione del partito turco filo-curdo per la Democrazia ed Eguaglianza dei Popoli (DEM) ha incontrato il presidente del governo regionale del Kurdistan Iracheno (KRG), Nechirvan Barzani, a Erbil come parte delle discussioni in corso mirate a trovare una quadra tra le aspirazioni curde di autonomia e il rispetto dell’integrità dei confini degli Stati dove vive il popolo più numeroso senza una terra propria.
La delegazione, che include alti funzionari del DEM, membri del parlamento e avvocati che rappresrntano Abdullah Öcalan – il leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), da oltre vent’anni dietro le sbarre condannato all’ergastolo – ha tenuto un incontro a porte chiuse con Barzani durato circa 45 minuti.
Dopo i colloqui, Keskin Bayındır, co-leader del Partito delle regioni democratiche (DBP), alleato del DEM, ha affermato in una conferenza stampa che l’incontro è stato “condotto con spirito di fratellanza”. Ha aggiunto che Barzani ha espresso una “posizione costruttiva ” verso una risoluzione pacifica della questione curda.
“Il presidente Nechirvan Barzani e la sua delegazione sono determinati a sostenere il processo di pace”, ha affermato Bayındır. “Ha sottolineato che risolvere la questione curda in Turchia è cruciale per il futuro del popolo curdo e che tutti gli attori curdi devoni lavorare per la pace”.
Bayındır ha anche osservato che la delegazione ha trasmesso i saluti e i messaggi di Öcalan sulle discussioni in corso. “Öcalan apprezza le considerazioni sia di Mesut Barzani che di Nechirvan Barzani sulla questione”.
Il gruppo DEM ha spiegato che risolvere la questione curda attraverso mezzi politici e legali, piuttosto che tramite conflitti, gioverebbe non solo alla Turchia ma anche al Medio Oriente in senso più ampio. “La questione è diventata sia una questione regionale che nazionale e le potenze globali stanno discutendo della sua risoluzione”, ha affermato Bayındır.
La delegazione è pronta a continuare i suoi incontri a Sulaymaniyah, dove incontrerà Bafel Talabani, leader dell’Unione patriottica del Kurdistan (PUK), e il vice primo ministro del KRG Qubad Talabani. Ovvero dell’altro clan curdo che si spartisce il potere nella puccola ma ricchissima- di gas e petrolio- regione semi autonoma irachena.
Dopo l’incontro, il governo regionale del Kurdistan (KRG) ha rilasciato una dichiarazione che riafferma l’impegno di Barzani a sostenere il processo di pace. Secondo la dichiarazione, Barzani “ha ribadito il suo pieno sostegno agli sforzi per una pace tra curdi e turchi.
Ha anche invitato tutte le parti a lavorare per “il successo di questo processo e il rafforzamento delle relazioni curdo-turche“, sottolineando che la pace porterebbe benefici a tutti nella regione.
Secondo l’agenzia di stampa curda irachena Rudaw, Barzani ha esortato il PKK ad affrontare il processo con una visione a lungo termine. “La nostra esperienza ha dimostrato che la guerra e le armi non risolvono i problemi”, ha affermato. “Spero che il PKK adotti un approccio strategico e non perda questa opportunità storica”.
Barzani ha ribadito ciò che aveva raccomandato durante la Conferenza sulla sicurezza di Monaco il giorno precedente, ossia che “il PKK deve prendere sul serio l’appello di Öcalan“.
La visita avviene in un contesto di rinnovate discussioni su un potenziale processo di pace in Turchia, avviato dal leader del Nationalist Movement Party (MHP) Devlet Bahçeli in ottobre. Bahçeli ha proposto che Öcalan, incarcerato dal 1999, possa svolgere un ruolo nello scioglimento del PKK e che potrebbe essere idoneo per ottenere il cosiddetto “diritto alla speranza” ai sensi della legge turca, che potrebbe, potenzialmente, portare al suo rilascio.
Ora si prevede che Öcalan rilasci una dichiarazione in merito al processo, che gli osservatori ritengono possa svolgersi a fine febbraio o inizio marzo.
Molti analisti internazionali ritengono che la leadership turca stia fingendo di voler fare la pace con Il Pkk solo per attrarre i voti dei 25 milioni di curdi che vivono in Turchia in vista delle elezioni presidenziali che potrebbero venire anticipate per volere di Erdogan in calo di popolarità.
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Prosegue anche l’operazione curda per un potenziale processo di pace transnazionale. Una delegazione del partito turco filo-curdo per la Democrazia ed Eguaglianza dei Popoli (DEM) ha incontrato il presidente del governo regionale del Kurdistan Iracheno (KRG), Nechirvan Barzani, a Erbil come parte delle discussioni in corso mirate a trovare una quadra tra le aspirazioni curde di autonomia e il rispetto dell’integrità dei confini degli Stati dove vive il popolo più numeroso senza una terra propria.
La delegazione, che include alti funzionari del DEM, membri del parlamento e avvocati che rappresrntano Abdullah Öcalan – il leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), da oltre vent’anni dietro le sbarre condannato all’ergastolo – ha tenuto un incontro a porte chiuse con Barzani durato circa 45 minuti.
Dopo i colloqui, Keskin Bayındır, co-leader del Partito delle regioni democratiche (DBP), alleato del DEM, ha affermato in una conferenza stampa che l’incontro è stato “condotto con spirito di fratellanza”. Ha aggiunto che Barzani ha espresso una “posizione costruttiva ” verso una risoluzione pacifica della questione curda.
“Il presidente Nechirvan Barzani e la sua delegazione sono determinati a sostenere il processo di pace”, ha affermato Bayındır. “Ha sottolineato che risolvere la questione curda in Turchia è cruciale per il futuro del popolo curdo e che tutti gli attori curdi devoni lavorare per la pace”.
Bayındır ha anche osservato che la delegazione ha trasmesso i saluti e i messaggi di Öcalan sulle discussioni in corso. “Öcalan apprezza le considerazioni sia di Mesut Barzani che di Nechirvan Barzani sulla questione”.
Il gruppo DEM ha spiegato che risolvere la questione curda attraverso mezzi politici e legali, piuttosto che tramite conflitti, gioverebbe non solo alla Turchia ma anche al Medio Oriente in senso più ampio. “La questione è diventata sia una questione regionale che nazionale e le potenze globali stanno discutendo della sua risoluzione”, ha affermato Bayındır.
La delegazione è pronta a continuare i suoi incontri a Sulaymaniyah, dove incontrerà Bafel Talabani, leader dell’Unione patriottica del Kurdistan (PUK), e il vice primo ministro del KRG Qubad Talabani. Ovvero dell’altro clan curdo che si spartisce il potere nella puccola ma ricchissima- di gas e petrolio- regione semi autonoma irachena.
Dopo l’incontro, il governo regionale del Kurdistan (KRG) ha rilasciato una dichiarazione che riafferma l’impegno di Barzani a sostenere il processo di pace. Secondo la dichiarazione, Barzani “ha ribadito il suo pieno sostegno agli sforzi per una pace tra curdi e turchi.
Ha anche invitato tutte le parti a lavorare per “il successo di questo processo e il rafforzamento delle relazioni curdo-turche“, sottolineando che la pace porterebbe benefici a tutti nella regione.
Secondo l’agenzia di stampa curda irachena Rudaw, Barzani ha esortato il PKK ad affrontare il processo con una visione a lungo termine. “La nostra esperienza ha dimostrato che la guerra e le armi non risolvono i problemi”, ha affermato. “Spero che il PKK adotti un approccio strategico e non perda questa opportunità storica”.
Barzani ha ribadito ciò che aveva raccomandato durante la Conferenza sulla sicurezza di Monaco il giorno precedente, ossia che “il PKK deve prendere sul serio l’appello di Öcalan“.
La visita avviene in un contesto di rinnovate discussioni su un potenziale processo di pace in Turchia, avviato dal leader del Nationalist Movement Party (MHP) Devlet Bahçeli in ottobre. Bahçeli ha proposto che Öcalan, incarcerato dal 1999, possa svolgere un ruolo nello scioglimento del PKK e che potrebbe essere idoneo per ottenere il cosiddetto “diritto alla speranza” ai sensi della legge turca, che potrebbe, potenzialmente, portare al suo rilascio.
Ora si prevede che Öcalan rilasci una dichiarazione in merito al processo, che gli osservatori ritengono possa svolgersi a fine febbraio o inizio marzo.
Molti analisti internazionali ritengono che la leadership turca stia fingendo di voler fare la pace con Il Pkk solo per attrarre i voti dei 25 milioni di curdi che vivono in Turchia in vista delle elezioni presidenziali che potrebbero venire anticipate per volere di Erdogan in calo di popolarità.
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Israele, terremoto allo Shin Bet: Netanyahu silura il capo Bar e denuncia il suo predecessore
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Il presidente del partito israeliano Unità Nazionale, Benny Gantz, definisce il licenziamento, da parte del premier Benjamin Netanyahu, del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, "un colpo diretto alla sicurezza dello Stato e allo smantellamento dell'unità nella società israeliana per ragioni politiche e personali".
Anche il presidente di Yisrael Beytenu, Avigdor Liberman, condanna la decisione, dichiarando che se il Primo Ministro Netanyahu “avesse combattuto Hamas con la stessa determinazione con cui sta combattendo il capo dello Shin Bet, l'ufficio del Procuratore generale e il sistema giudiziario, l'olocausto del 7 ottobre sarebbe stato impedito”.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - La Russia ha ripetutamente affermato che non dovrebbero esserci “forze di peacekeeping” della Nato in Ucraina. E se l'Alleanza decidesse di aiutare Kiev in questo modo, significherebbe la guerra. Lo ha affermato su X il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato la sua intenzione di licenziare il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, e di averlo "informato che la prossima settimana presenterà una proposta al governo per porre fine al suo mandato".
In una dichiarazione successiva, Netanyahu ha spiegato: “In ogni momento, ma soprattutto durante una guerra esistenziale come quella che stiamo affrontando, deve esserci piena fiducia tra il primo ministro e il capo dello Shin Bet. "Ma sfortunatamente, la situazione è l'opposto: non ho questa fiducia. Nutro una sfiducia continua nel capo dello Shin Bet, una sfiducia che è solo cresciuta nel tempo".
(Adnkronos) - "Il nemico americano ha lanciato un'aggressione palese contro il nostro Paese nelle ultime ore con oltre 47 attacchi aerei", si legge nella dichiarazione. In risposta, "le Forze Armate hanno condotto un'operazione militare specifica prendendo di mira la portaerei americana USS Harry S. Truman e le sue navi da guerra nel Mar Rosso settentrionale con 18 missili balistici e da crociera e un drone".
"Con l'aiuto di Allah Onnipotente", prosegue la dichiarazione, "le forze armate yemenite continueranno a imporre un blocco navale al nemico israeliano e a vietare alle sue navi di entrare nella zona di operazioni dichiarata finché gli aiuti e i beni di prima necessità non saranno consegnati alla Striscia di Gaza".
Sana'a, 16 mar. (Adnkronos) - Gli Houthi hanno risposto ai bombardamenti americani sullo Yemen attaccando la USS Harry S. Truman nel Mar Rosso con missili balistici e un drone. Lo rivendica il portavoce del gruppo yemenita.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - La polizia israeliana ha aperto un'indagine sull'ex capo dell'agenzia di sicurezza Shin Bet, Nadav Argaman, dopo che venerdì il primo ministro Benjamin Netanyahu ha presentato una denuncia.
Il premier israeliano ha accusato Argaman di ricatto e reati legati alla legge che riguarda lo Shin Bet, che proibisce ai dipendenti dell'organizzazione di divulgare informazioni ottenute nell'ambito del loro lavoro.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un abitante di Gaza, che stava "tentando di piazzare ordigni esplosivi" nei pressi del corridoio di Netzarim, è stato ucciso. Lo riferisce l'esercito israeliano.