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Cosa sono la piastrinopenia, la crisi asmatiforme e il rischio sepsi: la guida per leggere il bollettino medico di Papa Francesco

Dopo l'ottimismo di venerdì, l'ultimo bollettino reso noto dal Vaticano ha parlato di un pontefice ancora in "condizioni critiche". Proviamo a fare chiarezza
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Nonostante il parziale ottimismo trapelato venerdì scorso sulle condizioni di salute di Papa Francesco, l’ultimo bollettino medico diffuso nella serata di sabato 22 febbraio dalla Sala stampa vaticana indica che “le condizioni del Santo Padre continuano ad essere critiche, pertanto” il Pontefice “non è fuori pericolo”. Il Papa “ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l’applicazione di ossigeno ad alti flussi”. Gli esami del sangue hanno inoltre evidenziato “una piastrinopenia”, cioè una carenza di piastrine, “associata ad un’anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni”. “Il Santo Padre continua ad essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri”, viene ulteriormente spiegato nella nota. E “al momento la prognosi è riservata”.

Le nuove insorgenze asmatiche e di crisi respiratoria, oltre che l’emergere della piastrinopenia e dell’anemia, con la necessità di trasfusioni sanguigne, richiedono l’interpretazione dei medici sulle loro origini e su come eventualmente modulare ancora la terapia in corso contro la polmonite bilaterale. Ma proviamo a fare chiarezza sulle condizioni mediche finora rese note.

La crisi respiratoria asmatiforme
Il termine “asma” deriva dal greco e significa letteralmente “respiro affannoso”. Questa difficoltà respiratoria è dovuta a un restringimento del diametro dei bronchi che si verifica in risposta ad una varietà di stimoli. Nel nostro caso sono da fare risalire a infezioni virali o batteriche e si trattano con ossigenoterapia e farmaci antinfiammatori. In particolare, l’obiettivo dell’ossigenoterapia è quello di migliorare l’ossigenazione dei tessuti, ridurre lo sforzo respiratorio e quello cardiaco, e aumentare quindi la sopravvivenza.

Le analisi del sangue hanno riscontrato una piastrinopenia
Si tratta di una carenza di piastrine associata ad anemia. Questa condizione richiede trasfusioni del sangue e in alcuni casi può essere dovuta anche alla presenza di sepsi (ma al momento non è il caso del pontefice, stando a quanto comunicato finora).

Che cos’è la sepsi?
Come spiegano gli esperti dell’ISS (Istituto superiore di sanità), la sepsi è una rara complicazione di un’infezione, le cui conseguenze possono essere molto gravi e potenzialmente mortali. Si tratta di una risposta infiammatoria eccessiva dell’organismo che danneggia tessuti e organi compromettendone il funzionamento. E senza una cura immediata, purtroppo può provocare la morte.

Le cause della sepsi
Le infezioni di origine batterica sono la causa più frequente di sepsi. In rari casi sono implicate infezioni causate da virus o funghi.

Il primo passo verso lo sviluppo della sepsi è il passaggio nel sangue dei microrganismi che hanno causato l’infezione localizzata. Quando ciò avviene, l’infezione si diffonde a tutto l’organismo ed è detta generalizzata o sistemica. Il secondo passo è la comparsa di un’esagerata risposta infiammatoria estesa a tutto l’organismo che causa danni a organi e tessuti.

I sintomi
Sono molto vari e vanno dal battito cardiaco accelerato (oltre 90 battiti al minuto) a una Respirazione rapida (oltre 20 respiri al minuto); presenza di un’infezione (confermabile attraverso esami del sangue che mostrano un basso numero di globuli bianchi); temperatura corporea anomala (superiore a 38°C o inferiore a 36°C).

La terapia
La sepsi richiede un immediato ricovero in ospedale. A causa del malfunzionamento degli organi vitali e il rischio di shock settico (crollo della pressione sanguigna a causa dell’insufficienza circolatoria) la sepsi può essere mortale. Tuttavia, se viene identificata e curata rapidamente, il recupero del malato può essere totale e privo di conseguenze a lungo termine.

Il trattamento della sepsi varia in funzione del sito e della causa dell’infezione iniziale, degli organi interessati e della gravità dei danni provocati. Viene curata secondo uno schema articolato che comprende, entro un’ora dal suo accertamento (diagnosi), la somministrazione di: antibiotici, liquidi per via endovenosa e ossigeno, se i livelli nel sangue risultano bassi.

Due termini da non confondere: sepsi e setticemia
Spesso i termini setticemia e sepsi sono impiegati come sinonimi, vale a dire come se avessero lo stesso significato. In realtà, il termine setticemia si riferisce solo all’invasione del sangue da parte di batteri, mentre la parola sepsi indica il progressivo danno agli organi causato dalla risposta infiammatoria dell’organismo a una setticemia ma anche ad un’infezione (batterica o raramente da funghi o virus) senza setticemia.

Che significa “prognosi riservata”
L’ultimo bollettino medico parla di prognosi riservata, quindi in base alle notizie che sappiamo tutto il quadro clinico mostra un’evoluzione della malattia incerta e finché l’infezione non viene risolta, la prognosi non può essere sciolta. Come abbiamo scritto qui negli scorsi giorni, sembra che il Papa presenti un sistema immunitario debole che purtroppo contribuisce a rendere la sua condizione molto delicata.

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