Abdul Rahman al-Qaradawi, poeta, figlio del defunto studioso egiziano di diritto islamico Yusuf al-Qaradawi e fratello di Ola – che in Egitto ha trascorso quattro anni di carcere per false accuse di terrorismo – è stato estradato dal Libano agli Emirati Arabi Uniti e da allora se ne sono perse le tracce.
Un provvedimento illegale, avevano ammonito le organizzazioni per i diritti umani, dato che in caso di estradizione al-Qaradawi avrebbe rischiato sparizione, tortura, arresto arbitrario e un processo iniquo.
Al-Qaradawi viveva e lavorava in Turchia. Era stato arrestato il 28 dicembre 2024 al confine tra Libano e Siria, di ritorno da quest’ultimo paese. A Damasco, pochi giorni prima, aveva girato un video presso la moschea degli Omayyadi in cui aveva criticato le autorità saudite, egiziane ed emiratine. Dopo l’arresto, le autorità libanesi lo avevano interrogato per 11 giorni in merito a una condanna a cinque anni, emessa in contumacia da un tribunale egiziano nel 2017 per “diffusione di notizie false” al termine di un processo politico. Va sottolineato che in Egitto qualora il contumace “riappaia”, il processo dev’essere nuovamente celebrato e può terminare con una condanna persino più pesante.
Il mandato d’arresto nei confronti di al-Qaradawi, spiccato dalle autorità egiziane e anche da quelle degli Emirati Arabi Uniti, era stato diffuso dal Consiglio dei ministri dell’Interno della Lega araba. Dunque su una cosa gli stati arabi sono unanimemente d’accordo: non sul sostegno ai diritti dei palestinesi, bensì sulla caccia ai dissidenti.
Foto dal sito di Amnesty International Italia