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Acerra, bambina uccisa dal pitbull: “Era morta almeno da 20 minuti prima di arrivare in ospedale”

Secondo il racconto del medico del pronto soccorso, c'erano segni clinici che evidenziavano il decesso di Giulia Loffredo prima del loro intervento
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Giulia Loffredo, la bambina di nove mesi aggredita dal pitbull di famiglia nella notte del 15 febbraio ad Acerra, era già morta da almeno 20-30 minuti prima di essere portata in ospedale. Lo sostiene, a il Mattino, il medico del pronto soccorso della clinica Villa dei Fiori, Emanuele Leo, il primo a visitarla quando il padre l’ha consegnata tra le sue braccia.

Secondo il racconto del medico, il cane avrebbe afferrato la bambina per il collo e l’avrebbe scossa violentemente, provocandole una frattura fatale. Il padre, Vincenzo Loffredo, 24 anni, si trovava nella stessa stanza ma non si sarebbe accorto di nulla perché dormiva profondamente. Ora è indagato a piede libero per omicidio colposo e omessa custodia e vigilanza del cane. Gli accertamenti hanno evidenziato l’uso di cannabis da parte dell’uomo, mentre restano da chiarire alcuni dettagli, come l’assenza di macchie di sangue sul pavimento.

Il medico legale ha confermato che la bambina è arrivata in ospedale già in arresto cardiaco. “Abbiamo comunque provato a rianimarla. In quei frangenti ci siamo messi la mano sulla coscienza e ci siamo detti ‘vediamo in ogni caso cosa si possa fare’. La bimba però è arrivata da noi già con la noce del collo rotta” , ha spiegato Leo. L’aspetto della pelle della piccola ha confermato che la morte era avvenuta almeno 20-30 minuti prima dell’arrivo in ospedale: “Le marezzature sono dei segni clinici che evidenziano il fatto che la persona è già da diverso tempo in arresto cardiaco e che quindi a quel punto la pelle già comincia a colorarsi di strisce rossastre: la bambina era in arresto cardiaco almeno da venti minuti, mezz’ora”, ha aggiunto il medico.

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