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Il governatore del Molise Roberti (FI) indagato per corruzione. “Assunzioni per la moglie in cambio di favori a una ditta”

Stando alle accuse, quando era sindaco di Termoli e presidente della Provincia di Campobasso ha favorito alcune aziende in cambio di assunzioni fittizie e incarichi per sua moglie
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Un traffico di rifiuti tra la Puglia e Molise. È in questo perimetro geografico che si innestano le accuse al presidente del Molise, Francesco Roberti, in quota Forza Italia, che però è indagato per il reato di corruzione per l’esercizio della funzione, ovvero il suo ruolo di sindaco di Termoli e presidente della provincia di Campobasso. Le contestazioni infatti riguardano il periodo tra il 2020 e il 2023, gli anni in cui Roberti ha ricoperto questi incarichi, ed era membro del consiglio generale della Cosib, consorzio di cui fa parte anche una società coinvolta nelle indagini, Energia Pulita srl.

A indagare sono gli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia di Campobasso, che ha portato alla conclusione delle indagini per 45 persone e due aziende, tra cui lo stesso Roberti e sua moglie, i cui nomi erano stati omissati al numero 44 e 45 dell’elenco notificato agli altri indagati. I pm contestano a Roberti che in cambio di assunzioni fittizie e incarichi professionali per sua moglie, abbia favorito alcune aziende, approfittando della sua posizione di potere. Gli accertamenti sono stati condotti dalla Guardia di finanza di Campobasso e in parte minore dal Noe dei Carabinieri. Ampia quindi l’indagine in termini di contestazioni e di persona iscritte nel registro degli indagati.

La nota – “Mi è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari per una vicenda che non riguarda il mio ruolo da Presidente della Giunta Regionale del Molise e per attività precedenti alla mia elezione. Mi preme precisare come da parte mia ci siano stati sempre comportamenti corretti e rispettosi della legge”. Roberti ha inoltre aggiunto di essere pronto a collaborare con la giustizia per fare piena luce sulla questione: “Sono pronto a fornire alla magistratura tutte le necessarie informazioni utili a fare luce su ogni aspetto, affinché sia fatta piena chiarezza. Entro i 20 giorni previsti fornirò ogni dettaglio utile, per far sì che questa situazione possa risolversi rapidamente a conferma della correttezza del mio operato”.

Le accuse – Come riporta Repubblica.it il filone che riguarda Roberti e la moglie è relativo quindi ad assunzioni e appalti. “Roberti – scrive la procura – era coprogettista delle pratiche presentate dalla società Energia pulita al comune di Termoli da lui stesso amministrato”. E “accettava dal direttore tecnico della società denaro e altre utilità per sé e per la moglie”.

Nello specifico, la signora Gasbarro avrebbe ottenuto quattro assunzioni a tempo determinato tra il 2020 e il 2023 in aziende e studi di consulenza amministrati di fatto dagli altri indagati per corruzione, Gaetano Ricci, Giuseppe Di Geronimo e Nicola Ianiro, operando di fatto per conto di Energia Pulita srl e nell’ultimo periodo lavorando direttamente in questa azienda. Circa 38.000 euro gli emolumenti lordi percepiti in totale. In quel periodo, lo studio di progettazione di cui Roberti è socio ha fatturato per Energia Pulita srl un paio di prestazioni professionali: l’istanza di modifica sostanziale dell’autorizzazione unica e l’istanza per la delocalizzazione di un impianto di trattamento rifiuti: importo totale di 6750 euro. In cambio Energia pulita, grazie a Roberti avrebbe ottenuto diversi benefici durante le procedure con gli enti pubblici preposti al loro lavoro. ⁠

L’inchiesta – L’inchiesta è suddivisa in diversi tronconi. I reati contestati, a vario titolo, agli indagati sono molteplici: estorsione, traffico illecito di rifiuti, turbativa d’asta. L’inchiesta, che riguarda fatti accaduti tra il 2019 e il 2021, ha portato alla luce una serie di connessioni tra la malavita pugliese e molisana. Nelle oltre 100 pagine dell’avviso di conclusione indagini ci sono decine di episodi legati a estorsioni, traffico di droga, traffico illecito di materiali speciali e pericolosi, tra cui l’amianto, intimidazioni e minacce tra soggetti della provincia di Foggia in contatto con esponenti della malavita locale. Dalle carte dell’inchiesta emerge la presenza costante della malavita pugliese sulla costa molisana.

Roberti non è coinvolto nei tronconi legati alla criminalità organizzata ma esclusivamente alla parte delle indagini sui casi di presunta corruzione. La chiusura delle indagini è stata firmata dal sostituto procuratore Vittorio Gallucci e dallo stesso procuratore distrettuale Antimafia Nicola D’Angelo.

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