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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 9:31 del 27 Febbraio

Il Consiglio comunale di Salò revoca dopo cent’anni la cittadinanza onoraria a Mussolini: il voto della maggioranza di centrosinistra

La mozione era già stata presentata due volte in passato, senza mai essere approvata, quando il Comune era governato da giunte di centrodestra
Il Consiglio comunale di Salò revoca dopo cent'anni la cittadinanza onoraria a Mussolini: il voto della maggioranza di centrosinistra
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Il consiglio comunale di Salò (Brescia), la città sul lago di Garda simbolo della Repubblica sociale italiana, ha revocato la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. La mozione presentata dal consigliere Tiberio Evoli è stata approvata con i 12 voti della maggioranza di centrosinistra. Tre eletti hanno votato contro e uno si è astenuto: si tratta di appartenenti a liste civiche, una delle quali vicina a Fratelli d’Italia. La mozione era già stata presentata due volte in passato, senza mai essere approvata, quando il Comune era governato da giunte di centrodestra.

“Per noi la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini è un passaggio che non merita alcuna parola“, ha detto nel suo intervento il sindaco Francesco Cagnini, 29 anni. L’approvazione della mozione è stata accolta con applausi, ma anche con qualche fischio. Il gruppo di estrema destra “Difendi Brescia” parla di “atto puramente ideologico e inutile”: “Nessun provvedimento locale potrà mai cancellare i seicento giorni della Repubblica sociale italiana, che resta un fatto storico indelebile. Invitiamo il Comune a concentrarsi su problemi concreti e a non alimentare divisioni ideologiche sterili”.

La cittadinanza onoraria era stata conferita al Duce nel maggio del 1924 dal commissario prefettizio Salvatore Punzo: il Consiglio comunale, infatti, era stato sciolto l’anno prima. La revoca, già deliberata come atto simbolico da centinaia di Comuni italiani, assume un valore del tutto particolare a Salò, la città che diede il nome alla Repubblica collaborazionista del nazismo instaurata nel Nord Italia dopo l’armistizio dell’8 settembre: qui infatti aveva l’agenzia di stampa Stefani, che emetteva in esclusiva notizie e comunicati del governo, ognuno dei quali iniziava con luogo (Salò) e data.

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