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Champions, Inter lanciata verso i quarti: Thuram e Lautaro stendono il Feyenoord

Matura e cinica l'Inter, gioca la partita che deve giocare: controllando il prevedibile avvio arrembante degli olandesi per poi colpire. Zielinsky sbaglia il rigore del ko
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Un’Inter col piglio da grande vince 2-0 a Rotterdam contro il Feyenoord, nell’andata degli ottavi di Champions League. Matura e cinica l’Inter di Simone Inzaghi, gioca la partita che deve giocare: controllando il prevedibile avvio arrembante degli olandesi per poi colpire nei (diversi) punti deboli la squadra di Robin Van Persie. Inzaghi sceglie Alessandro Bastoni per risolvere la penuria assoluta di esterni a sinistra, inserendo Stefan De Vrij nel terzetto di centrali. Il Feyenoord, come prevedibile punta sull’aggressività, approfittando anche delle mura amiche del De Kuip per tentare di indirizzare la gara. Pericolosissimi gli olandesi con gli esterni in avvio di gara: in particolare Osman è una spina nel fianco dalle parti di Dumfries e Pavard, creando qualche difficoltà nella prima mezz’ora di gioco.

L’esterno dell’Inter, tuttavia, ne creerà molte di più agli avversari da quel lato. L’ Inter tenta di sorprendere gli olandesi con le ripartenze, ma le difficoltà maggiori i nerazzurri le creano quando vanno a pressare alto i difensori di Van Persie, non eccelsi nel palleggio. I nerazzurri reggono l’urto iniziale e con pazienza e maturità vanno in vantaggio: Dumfries affonda sulla destra e appoggia dietro per Barella che con un cross al bacio trova Thuram bravo a liberarsi in area e a colpire al volo per l’1-0. Un gol che spegne l’ardore degli olandesi e spinge i nerazzurri: nel finale del primo tempo sfiorano il gol in altre due occasioni, prima con Lautaro e poi con una punizione di Asllani.

Vantaggio che invece viene trovato dopo nemmeno cinque minuti dall’inizio del secondo tempo: Bastoni, che ha doti tecniche importanti oltre ad essere un centrale eccellente, manda fuori giri l’avversario sulla sinistra e appoggia per Zielinski a centro area, il tiro non è eccelso, ma al secondo tentativo il polacco trova Lautaro che spara un gran destro sotto la traversa trovando il raddoppio nerazzurro. L’Inter avrebbe l’opportunità di chiudere ogni discorso qualificazione al 64esimo, quando l’arbitro va al Var per verificare un intervento maldestro di Mitchell su Thuram, concedendo rigore: Zielinski, però si fa ipnotizzare da Wellenreuther.

L’errore non intacca il controllo dell’Inter della partita: agli olandesi non viene concesso praticamente nulla se non qualche ripartenza disordinata e anzi, è l’Inter che quando attacca si fa pericolosa. Non solo: attacca e presso fino all’ultimo la squadra di Inzaghi, confutando la tesi del debito d’ossigeno e del momento poco brillante sul piano fisico, è il Feyenoord che chiude semmai in affanno, sia di gambe che di testa. Un peccato non aver segnato il 3-0 che di fatto avrebbe reso una mera formalità, con tutti gli asterischi del caso, la gara di ritorno a San Siro. Tuttavia l’Inter ha mostrato, quasi in tutte le gare di Champions (l’eccezione è quella col Leverkusen), caratteristiche tali da rendere difficilmente immaginabili svarioni: non straripante come in Serie A, ma concentrata, cattiva e matura. Un’Inter formato fase eliminatoria della nuova Champions insomma: non è un caso che sia l’unica italiana rimasta in ballo.

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