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Da “Tutto molto bello” a “Grappolo di uomini”: le frasi più celebri di Bruno Pizzul

Le introduzioni, i tiri da fuori area, e molto altro: le espressioni più iconiche del leggendario telecronista sportivo
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Bruno Pizzul è morto stanotte a 86 anni all’ospedale di Gorizia. Storica voce del giornalismo sportivo italiano è diventato uno dei telecronisti sportivi più amati di sempre. Erede di Nando Martellini come voce ufficiale della Nazionale Italiana di calcio, Pizzul è sempre stato apprezzato per come, grazie al suo linguaggio al suo ritmo, ha rivoluzionato il modo di raccontare in diretta tv le partite di pallone. Tra le sue iconiche frasi, ci sono anche delle formule che sono passate poi alla storia entrando così nell’immaginario collettivo.

“Signori all’ascolto, buonasera. Siete collegati in diretta con lo stadio…” era la sua classica introduzione alla partita che si apprestava a raccontare prima di esclamare: “Partiti!“. Una volta cominciato il match, quando assisteva a un’azione ben costruita esprimeva il suo gradimento con un semplice: “Tutto molto bello“. E quando un calciatore lasciava partire un tiro molto forte da fuori area la definiva “Sventola da fuori“. Per quanto riguarda i calci piazzati, anche qui la sua originalità ha saputo coniare un’espressione perfetta per identificare un gran numero di calciatori dentro l’area di rigore nel momento in cui si doveva battere un calcio d’angolo: “Grappolo di uomini”. E poi, in occasione di una rete il più classico dei “Ed è gol!“.

Celebre fu anche il modo con cui distinse i due Baggio ai Mondiali Usa 1994, chiamandoli per nome di battesimo: “DinoRobertodi nuovo Dino“. E poi quel “Baggio” ripetuto 8 volte nel commentare il gol alla Cecoslovacchia durante Italia 90. A Pizzul sono legate anche altre frasi indimenticabili, per quanto tutte legate a grandi delusioni. Come “sono immagini che non avremmo mai voluto commentare” dopo la sconfitta in semifinale contro l’Argentina che mise fine alle Notti Magiche. Oppure “E quindi il Brasile è campione del mondo… Purtroppo, ancora una volta ai rigori, la Nazionale italiana esce sconfitta…” dopo la finale persa a Usa 94.

Ma al mitico telecronista toccò raccontare anche una bruttissima pagina del calcio mondiale come la finale di Coppa Campioni 1985 all’Heysel di Bruxelles tra Juventus e Liverpool in cui morirono 39 persone. La sua spiegazione, dell’accaduto in diretta tv rimase scolpita nella storia del calcio: “Si comincia con quasi un’ora e mezza di ritardo sull’orario previsto. A lungo è rimasto incerto se questo incontro dovesse disputarsi o meno. E ora purtroppo una notizia che debbo dare, perché è ufficiale, viene dall’Uefa. Ci sono 36 morti. Una cosa rabbrividente, inaudita. E per una partita di calcio”.

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