La Lituania esce dal trattato sulle bombe a grappolo: “Temiamo un attacco della Russia”. E’ il primo Paese a lasciare la convenzione

La Lituania teme la Russia: per questo motivo ha abbandonato la Convenzione internazionale che vieta l’acquisto, l’uso e la produzione di bombe a grappolo. Lo Stato, che si trova sul fianco orientale della Nato al confine con la Bielorussia, nazione satellite di Mosca, e con l’exclave di Kaliningrad, pesantemente armata, sostiene di aver bisogno di tutti i mezzi possibili per scoraggiare una potenziale aggressione perché la Russia non è parte della convenzione, che include oltre 110 paesi in tutto il mondo, e utilizza questo tipo di armamenti. La decisione – ha detto il ministro della Difesa lituano Dovile Sakaliene alla radio Ziniu – rappresenta un “messaggio strategico che siamo pronti a usare assolutamente tutto” per difendere il Paese.
Una munizione a grappolo – in inglese “cluster bomb” – è un contenitore lanciato dal cielo o da terra contenente da poche decine a centinaia di munizioni secondarie che vengono disperse su un’area grande quanto un campo da calcio. Una volta caduti sul terreno, i piccoli ordigni spesso rimangono inesplosi e rappresentano un pericolo per i civili anche anni dopo la fine dei conflitti. Il ministero della Difesa ha affermato che la Lituania adotterà “tutte le misure necessarie” per ridurre al minimo gli effetti negativi delle munizioni a grappolo, tra cui la pianificazione della raccolta degli ordigni inesplosi il più rapidamente possibile dopo ogni potenziale operazione militare: “Le munizioni a grappolo hanno un immenso potere distruttivo e sarà prestata particolare attenzione alle norme interne sul loro utilizzo”
Il Parlamento lituano ha votato per abbandonare la convenzione lo scorso luglio, ma il Paese ha dovuto attendere sei mesi affinché la decisione entrasse in vigore. La Lituania, membro sia dell’Unione europea che della Nato, è il primo Paese a lasciare il trattato, adottato nel 2008, e il primo Paese dell’Unione Europea a ritirarsi da un accordo multilaterale sulla regolamentazione delle armi.
Le organizzazioni per i diritti umani hanno duramente criticato la decisione dello Stato baltico di 2,8 milioni di persone, un tempo sotto il dominio sovietico. Amnesty International ha definito la mossa “disastrosa”, mentre Human Rights Watch ha parlato di “decisione allarmante”. Il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) ha affermato che “indebolisce protezioni vitali per i civili”. “Il ritiro della Lituania dala Convenzione è senza precedenti – ha affermato il Cicr in una dichiarazione, poiché nessuno Stato ha mai denunciato un trattato umanitario globale”.
Secondo diversi osservatori la decisione di Vilnius rischia di produrre un “effetto cascata”: “La decisione della Lituania apre la strada a una tendenza pericolosa, poiché potrebbe incoraggiare altri Stati a riconsiderare i propri impegni nei confronti dei trattati sul disarmo umanitario, soprattutto in tempi di maggiori preoccupazioni per la sicurezza”, ha affermato Alma Taslidzan, responsabile per il disarmo e la protezione dei civili di Humanity & Inclusion, organizzazione che da anni si batte in favore del disarmo. “La Convenzione di Oslo ha dimostrato di essere efficace nel proteggere i civili da quest’arma che colpisce in maniera indiscriminata”, ha aggiunto.
Vilnius sta anche valutando la possibilità di ritirarsi dal Trattato di Ottawa che mette al bando le mine antiuomo. “Penso che arriveremo alla decisione definitiva in primavera – ha spiegato Sakaliene -, ma allo stesso tempo si stanno svolgendo intense discussioni dal punto di vista tecnico-militare in merito alla necessità di calcolare i costi di produzione e di acquisizione di vari tipi di mine, sia proibite che non proibite dalla Convenzione di Ottawa”, firmata nel 1997 e comprendente oggi 164 Stati firmatari. Tuttavia, ha affermato ancora la ministra, anche in questo caso sarebbe importante che tutti i paesi della regione inviassero un messaggio alla Russia circa la loro disponibilità a fare tutto il possibile per l’autodifesa nel caso fossero attaccati. Anche la Finlandia sta valutando dall’estate scorsa se reintrodurre le mine antiuomo, ma finora non è stata presa alcuna decisione.
Le munizioni a grappolo vengono utilizzate anche nel conflitto ucraino. Dal marzo 2022, fin dai primi giorni successivi all’invasione, gli Stati Uniti avevano denunciato l’utilizzo di “cluster bombs” da parte di Mosca. Nel luglio 2023 funzionari della Casa Bianca avevano confermato che gli Stati Uniti stavano fornendo lo stesso tipo di ordigni a Kiev, che aveva cominciato a usarli.
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