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Rigoletto a Torino: ottima realizzazione, anche se l’avrei visto meglio direttamente a Mantova

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Nel primo quadro del primo atto credevo di aver sbagliato opera e di essere alla Traviata anziché al Rigoletto. Sì, perché il Duca di Mantova non si trova nella “città dei laghi”, come la chiamano i mantovani, ma in un imprecisato luogo a fine ottocento, primi novecento, nel mezzo di una sfolgorante festa. Peccato, perché la città dei Gonzaga poteva offrire diversi spunti, e inoltre quest’anno ricorrono i 500 anni di Palazzo Te progettato da Giulio Romano nel 1525. Le iconiche sale potevano essere il fondale per i diversi momenti musicali e poi l’esterno con vicoli, scorci e tratti di natura selvaggia.

Il palazzo fu proprio concepito come luogo di grandi feste, il committente fu il marchese Federico II Gonzaga poi diventato Duca. Secondo il Vasari, che scrisse nel 1568, “Giulio Romano e Federico II se n’andarono fuor della porta di S. Bastiano, lontano un tiro di balestra, dove sua eccellenza aveva un luogo e certe stalle chiamato il T(e) […] E quivi arrivati, disse il marchese che avrebbe voluto, senza guastare la muraglia vecchia, accomodare un poco di luogo da potervi andare ridurvisi al volta a desinare, o a cena per ispasso”. L’architetto viceversa si allargò e di molto e così nacque una delle più fastose ville rinascimentali affrescate dallo stesso Romano e suoi allievi.

Ecco qui, come nella geniale intuizione del “Ballo in Maschera” con Muti e De Rosa regista, dove la scenografia si ispira, con licenza poetica, a Palazzo Marigliano, in omaggio alla napoletanità di Direttore e Regista, si sarebbe potuto ricreare la storia, arricchendola di sontuosi costumi rinascimentali. Ovviamente alla prima rappresentazione fu messa in atto una specie di precisazione, come d’uopo in questi casi, tipo: “Ogni riferimento a persone e fatti è puramente casuale”, per non urtare i discendenti dei Gonzaga.

Detto questo con la generosa attitudine al Mecenatismo della Reale Mutua Assicurazioni, a Torino si sa tutto è reale, la lirica in ogni caso ha funzionato con l’ottima Direzione di Nicola Luisotti, l’interpretazione di una Gilda strepitosa da parte di Giuliana Gianfaldoni, Rigoletto George Petean, molto nel personaggio, così il bel Duca Piero Pretti e anche Maddalena – Martina Belli – e Sparafucile – Goderdzi Ianelidze – con buone dosi recitative. Opera in ogni caso da sentire e vedere perché Verdi è Verdi, e nonostante gli anni lascia trasparire attualità, verità, poesia e tanta Bellezza.

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