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Ultimo aggiornamento: 10:31 del 8 Marzo

“In Afghanistan c’è un’apartheid di genere, le donne non possono andare a scuola, lavorare o parlare a voce alta”: l’appello di Pangea

Pangea in piazza a Roma per tenere accesi i riflettori sulla situazione delle donne in Afghanistan dopo il ritorno dei Talebani al potere
“In Afghanistan c’è un’apartheid di genere, le donne non possono andare a scuola, lavorare o parlare a voce alta”: l’appello di Fondazione Pangea
di Angela Nittoli
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Nella settimana delle celebrazioni per l’8 marzo, la Fondazione Pangea scende in piazza a Roma per continuare a tenere accesi i riflettori sulla situazione delle ragazze e delle donne in Afghanistan, dopo la presa del potere da parte dei Talebani, nell’agosto del 2021. “Non possono andare a scuola e non possono lavorare – dice Simona Lanzoni, vice presidente della Fondazione Pangea – quella che vivono è una segregazione vera e propria solo perché sono delle donne.”
In piazza erano presenti anche diverse afghane, scappate dal Paese nell’agosto del 2021. Tra loro anche Frozan Nawabi che, in Afghanistan, lavorava per il ministero degli Esteri come direttrice generale per i Diritti Umani e per le Relazioni internazionali per le Donne. “Le ragazze in Afghanistan devono stare a casa come se fossero in prigione – racconta – non possono fare sport e non possono neppure andare in un parco, per questo sosteniamo che c’è una apartheid di genere.”
La Fondazione Pangea, dal 9 al 22 marzo, parteciperà alla Commissione sulla condizione delle donne all’Onu di New York, a 30 anni dalla conferenza mondiale sulle donne di Pechino.

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