di Leonardo Botta
Marco Travaglio lo chiamava il “paradosso del complotto perpetuo”: quello che evocano alcuni partiti ed esponenti politici (prevalentemente di destra) a proposito dell’ordine giudiziario.
I primi a complottare contro la politica sarebbero i pubblici ministeri. Pare che le Procure italiane passino il tempo a scovare politici da perseguitare, così, per non annoiarsi tra un solitario e un cruciverba. Questi pm sono dei veri geni: sanno che buona parte dell’opinione pubblica li ha sulle palle, tuttavia si ostinano a lavorare seguendo i dettami dell’obbligatorietà dell’azione penale che vige nel nostro ordinamento, mettendosi all’opera a ogni ipotesi di reato individuata nei confronti del potente di turno, che naturalmente scatenerà subito la rappresaglia mediatica. E quando un gip o un gup o un giudice di merito sconfessa le tesi accusatorie degli inquirenti, allora dalla politica si alza un grido di giubilo liberatorio: “Avete visto, è la prova del complotto della Procura! Fortuna che i giudici l’hanno sventato!”. E giù a rincarar la dose con il mantra della separazione delle carriere che (hai voglia di ricordare che è questione che tocca una quota assai marginale della magistratura) sembra ormai diventata la panacea dei mali della giustizia italiana, migliore della pietra filosofale e dell’elisir di lunga vita.
Incidentalmente, di tanto in tanto, capita che un procuratore, nel corso delle indagini, chieda il non luogo a procedere nei confronti di un indagato, ma il giudice impone l’imputazione coatta (sto buttando giù termini giuridici ad libitum, sperando che nessuno si accorga che di diritto non ci capisco niente): è il caso del rinvio a giudizio del sottosegretario Delmastro per rivelazione di notizie non divulgabili. Allora è prontamente servita la tesi difensiva di Delmastro: “Anche se vado a processo non mi dimetto, perché io sposo la versione del pm”. Ah, ecco: i pm prima brutti, sporchi e cattivi, ora diventano buoni come il pane, mentre nell’angolo sui ceci con il cappellino e le orecchie da asino ci va il gip. E in castigo ci devono andare, di volta in volta, tutte le componenti dell’ordine giudiziario: ora i giudici delle Sezioni immigrazione che dispongono il rientro dei migranti dall’Albania, poi quelli delle Corti d’Appello, buttati nella mischia con una sostituzione al volo (come se non avessero già i loro ca**i per la testa) ma che, sventuratamente, sentenziano allo stesso modo dei loro colleghi.
Naturalmente non mancano gli strali contro le misure cautelari disposte ai sensi del nostro C.P.P. per rischio di fuga, inquinamento delle prove o reiterazione del reato; qui si registrano episodi davvero esilaranti, come il caso dell’ex governatore della Liguria Toti, che dagli arresti domiciliari gridava legittimamente ai quattro venti di essere vittima di un complotto e totalmente estraneo ai fatti a lui imputati. Salvo poi, una volta liberato dagli arresti, patteggiare una pena per corruzione!
Quindi tocca alla Corte Penale Internazionale, che si è presa la briga e di certo il gusto di bacchettare il nostro governo per la gestione della vicenda Almasri: ma come si permettono questi loschi figuri de L’Aia che certo “non sono la bocca della verità” (Tajani dixit)? E pazienza se le loro prerogative sono fissate dallo Statuto di Roma, che ora naturalmente non ci piace più…
Infine è il turno della Corte di Cassazione a sezioni riunite (mica il circolo di una bocciofila!), che sanziona il governo per l’illegittimo (lo dice la sentenza) prolungato fermo di migranti a bordo della Diciotti (una nave dello Stato italiano, mica un barchino di scafisti arabi o il natante di una Ong!).
Non so se sia già successo, ma prima o poi toccherà anche ai giudici della Corte Costituzionale essere etichettati come toghe rosse, metastasi della giustizia, etc. Per cui io di soluzioni ne vedo solo una, una bella riforma unica di Costituzione, Codice Civile e Penale: “Art. uno: I giudici hanno sempre ragione. Quando danno ragione ai politici”.
Il blog Sostenitore ospita i post scritti dai lettori che hanno deciso di contribuire alla crescita de ilfattoquotidiano.it, sottoscrivendo l’offerta Sostenitore e diventando così parte attiva della nostra community. Tra i post inviati, Peter Gomez e la redazione selezioneranno e pubblicheranno quelli più interessanti. Questo blog nasce da un’idea dei lettori, continuate a renderlo il vostro spazio. Diventare Sostenitore significa anche metterci la faccia, la firma o l’impegno: aderisci alle nostre campagne, pensate perché tu abbia un ruolo attivo! Se vuoi partecipare, al prezzo di “un cappuccino alla settimana” potrai anche seguire in diretta streaming la riunione di redazione del giovedì – mandandoci in tempo reale suggerimenti, notizie e idee – e accedere al Forum riservato dove discutere e interagire con la redazione. Scopri tutti i vantaggi?
Sostenitore
I post scritti dai lettori
Giustizia & Impunità - 11 Marzo 2025
Al ‘paradosso del complotto perpetuo’ dei giudici contro la politica vedo solo una soluzione
di Leonardo Botta
Marco Travaglio lo chiamava il “paradosso del complotto perpetuo”: quello che evocano alcuni partiti ed esponenti politici (prevalentemente di destra) a proposito dell’ordine giudiziario.
I primi a complottare contro la politica sarebbero i pubblici ministeri. Pare che le Procure italiane passino il tempo a scovare politici da perseguitare, così, per non annoiarsi tra un solitario e un cruciverba. Questi pm sono dei veri geni: sanno che buona parte dell’opinione pubblica li ha sulle palle, tuttavia si ostinano a lavorare seguendo i dettami dell’obbligatorietà dell’azione penale che vige nel nostro ordinamento, mettendosi all’opera a ogni ipotesi di reato individuata nei confronti del potente di turno, che naturalmente scatenerà subito la rappresaglia mediatica. E quando un gip o un gup o un giudice di merito sconfessa le tesi accusatorie degli inquirenti, allora dalla politica si alza un grido di giubilo liberatorio: “Avete visto, è la prova del complotto della Procura! Fortuna che i giudici l’hanno sventato!”. E giù a rincarar la dose con il mantra della separazione delle carriere che (hai voglia di ricordare che è questione che tocca una quota assai marginale della magistratura) sembra ormai diventata la panacea dei mali della giustizia italiana, migliore della pietra filosofale e dell’elisir di lunga vita.
Incidentalmente, di tanto in tanto, capita che un procuratore, nel corso delle indagini, chieda il non luogo a procedere nei confronti di un indagato, ma il giudice impone l’imputazione coatta (sto buttando giù termini giuridici ad libitum, sperando che nessuno si accorga che di diritto non ci capisco niente): è il caso del rinvio a giudizio del sottosegretario Delmastro per rivelazione di notizie non divulgabili. Allora è prontamente servita la tesi difensiva di Delmastro: “Anche se vado a processo non mi dimetto, perché io sposo la versione del pm”. Ah, ecco: i pm prima brutti, sporchi e cattivi, ora diventano buoni come il pane, mentre nell’angolo sui ceci con il cappellino e le orecchie da asino ci va il gip. E in castigo ci devono andare, di volta in volta, tutte le componenti dell’ordine giudiziario: ora i giudici delle Sezioni immigrazione che dispongono il rientro dei migranti dall’Albania, poi quelli delle Corti d’Appello, buttati nella mischia con una sostituzione al volo (come se non avessero già i loro ca**i per la testa) ma che, sventuratamente, sentenziano allo stesso modo dei loro colleghi.
Naturalmente non mancano gli strali contro le misure cautelari disposte ai sensi del nostro C.P.P. per rischio di fuga, inquinamento delle prove o reiterazione del reato; qui si registrano episodi davvero esilaranti, come il caso dell’ex governatore della Liguria Toti, che dagli arresti domiciliari gridava legittimamente ai quattro venti di essere vittima di un complotto e totalmente estraneo ai fatti a lui imputati. Salvo poi, una volta liberato dagli arresti, patteggiare una pena per corruzione!
Quindi tocca alla Corte Penale Internazionale, che si è presa la briga e di certo il gusto di bacchettare il nostro governo per la gestione della vicenda Almasri: ma come si permettono questi loschi figuri de L’Aia che certo “non sono la bocca della verità” (Tajani dixit)? E pazienza se le loro prerogative sono fissate dallo Statuto di Roma, che ora naturalmente non ci piace più…
Infine è il turno della Corte di Cassazione a sezioni riunite (mica il circolo di una bocciofila!), che sanziona il governo per l’illegittimo (lo dice la sentenza) prolungato fermo di migranti a bordo della Diciotti (una nave dello Stato italiano, mica un barchino di scafisti arabi o il natante di una Ong!).
Non so se sia già successo, ma prima o poi toccherà anche ai giudici della Corte Costituzionale essere etichettati come toghe rosse, metastasi della giustizia, etc. Per cui io di soluzioni ne vedo solo una, una bella riforma unica di Costituzione, Codice Civile e Penale: “Art. uno: I giudici hanno sempre ragione. Quando danno ragione ai politici”.
Il blog Sostenitore ospita i post scritti dai lettori che hanno deciso di contribuire alla crescita de ilfattoquotidiano.it, sottoscrivendo l’offerta Sostenitore e diventando così parte attiva della nostra community. Tra i post inviati, Peter Gomez e la redazione selezioneranno e pubblicheranno quelli più interessanti. Questo blog nasce da un’idea dei lettori, continuate a renderlo il vostro spazio. Diventare Sostenitore significa anche metterci la faccia, la firma o l’impegno: aderisci alle nostre campagne, pensate perché tu abbia un ruolo attivo! Se vuoi partecipare, al prezzo di “un cappuccino alla settimana” potrai anche seguire in diretta streaming la riunione di redazione del giovedì – mandandoci in tempo reale suggerimenti, notizie e idee – e accedere al Forum riservato dove discutere e interagire con la redazione. Scopri tutti i vantaggi?
GIUSTIZIALISTI
di Piercamillo Davigo e Sebastiano Ardita 12€ AcquistaArticolo Precedente
“Falsi invalidi, mazzette per i certificati di morte e le cremazioni”: 70 arresti a Napoli. Anche un ex consigliere municipale
Articolo Successivo
Sequestrati beni per tre milioni di euro all’ultimo autista di Matteo Messina Denaro
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Putin: “Tregua? Solo se porta alla pace. Gli ucraini nel Kursk possono arrendersi o morire”. Trump: “Sarebbe deludente se rifiutasse il piano”
Zonaeuro
Nuovo scandalo in Ue, in manette lobbisti di Huawei: “Hanno corrotto parlamentari”. Perquisizioni in corso, sigilli agli uffici degli assistenti di Falcone (Fi)
Politica
Intercettazioni, bocciati gli emendamenti per “salvare” i reati da codice rosso. Orrico (M5s): “Sono stata vittima. Così donne senza tutela”
Napoli, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - In una Campania in crescita, ma ancora segnata dal fenomeno della fuga di talenti, il legame tra formazione universitaria e sviluppo economico diventa cruciale. Se ne è discusso presso la Sala D’Amato dell’Unione Industriale Napoli, durante l’evento 'Muoversi nelle professioni e sul territorio', promosso dalla Luiss e dedicato alle lauree magistrali dell’Ateneo.
“La Luiss lavora in prima linea per costruire corsi di laurea magistrale strettamente legati alle necessità del mercato del lavoro. Pur avendo sede a Roma, dedichiamo particolare attenzione alla Campania, seconda regione di provenienza dei nostri studenti e territorio ricco di opportunità nei settori chiave come turismo, agroalimentare e aerospazio. Il nostro obiettivo è collaborare con le imprese campane affinché i nostri studenti possano realizzarsi professionalmente all’interno di esse, raggiungendo posizioni apicali”, ha spiegato Enzo Peruffo, Dean della Graduate School Luiss e responsabile dello sviluppo dei percorsi magistrali dell’Ateneo.
Durante l’incontro sono state illustrate anche le caratteristiche dell’offerta formativa Luiss: “E' importante farsi guidare dalle proprie passioni e dai propri interessi, ma anche essere pronti a sviluppare nuove competenze trasversali, saper dialogare con l’intelligenza artificiale con solide competenze verticali e lavorare sulle life skills, le cosiddette competenze della vita. Solo così si potranno affrontare le trasformazioni attuali e future. Per noi è fondamentale interagire con tutte le realtà del territorio, da cui traiamo spunto per disegnare un’offerta formativa sempre più aderente alle esigenze del mercato del lavoro. Il nostro obiettivo è formare studenti altamente preparati, motivati e appassionati, in grado non solo di entrare nel mondo del lavoro, ma di costruire percorsi di carriera soddisfacenti e di successo”.
Roma, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - Si è conclusa oggi la terza edizione del Welfare day evento di riferimento per il mondo del welfare aziendale, organizzato da Comunicazione Italiana in collaborazione con Pluxee Italia, player globale leader nei benefit aziendali e nell’employee engagement. La giornata, ospitata presso Palazzo dell’Informazione in Roma e trasmessa in diretta su www.comunicazioneitaliana.tv, ha offerto spunti concreti su come le imprese possano integrare il welfare nelle proprie strategie, favorendo sostenibilità, engagement dei dipendenti e innovazione.
L'evento si è aperto con il Keynote Speech di Pluxee Italia, in cui Anna Maria Mazzini e Tommaso Palermo - rispettivamente Chief Growth Officer e Managing Director di Pluxee Italia - hanno evidenziato come il welfare aziendale stia evolvendo in una strategia collettiva, guidata dalla digitalizzazione e dalla crescente personalizzazione dei servizi. Attraverso dati e case study, è emerso come la tecnologia stia rivoluzionando la gestione del benessere dei dipendenti, rendendolo più accessibile ed efficace. Durante l’evento Pluxee ha presentato anche la nuova piattaforma welfare: un’innovazione che amplia l’offerta dei servizi offerti, basata su flessibilità, accessibilità e ampiezza del network.
Nel corso delle tre sessioni talk show, con la partecipazione di Chro, welfare manager e altre figure hr chiave di aziende del Paese, sono stati affrontati alcuni dei temi più rilevanti per il futuro del welfare. Nel primo, 'Welfare strategico: l’alleanza tra hr e business e la creazione di valore sostenibile', con la conduzione di Esther Intile di Enel Group, è stato approfondito il legame tra il welfare aziendale e la sostenibilità delle imprese. Tra i punti emersi, la necessità di un approccio integrato tra hr e business per massimizzare l’impatto positivo del welfare sulla produttività e sulla retention dei talenti.
Nel secondo panel, “Il ruolo dei benefit aziendali all'interno della strategia di welfare”, si è discusso di come i benefit siano passati da strumenti standardizzati a soluzioni sempre più personalizzate, grazie all’ascolto attivo delle esigenze dei dipendenti e all’uso di piattaforme digitali. Relatori e relatrici hanno sottolineato l'importanza di costruire un ecosistema aziendale basato sulla flessibilità e sull’inclusione, ma hanno anche posto l’accento su una criticità diffusa: troppi dipendenti non conoscono o non sfruttano i benefit a loro disposizione. Servono quindi strategie di comunicazione più efficaci per favorire un reale engagement.
Il terzo e ultimo talk show, “La centralità del welfare nelle strategie di attraction e retention”, ha posto l’attenzione sulla crescente importanza del welfare come strumento di attrazione e fidelizzazione dei talenti. Tra le best practice emerse, il rafforzamento di benefit legati alla salute, al sostegno alla genitorialità e al benessere psicologico, aspetti ormai fondamentali per le nuove generazioni di lavoratori.
La sfida è coniugare ascolto e personalizzazione, superando l’approccio one-size-fits-all e costruendo soluzioni di welfare sempre più dinamiche, scalabili e in linea con le nuove esigenze del mondo del lavoro. Un welfare aziendale davvero efficace non solo migliora il benessere di lavoratori e lavoratrici, ma genera un impatto positivo sull'intera organizzazione, contribuendo alla sostenibilità e alla crescita nel lungo periodo. Durante l’evento hanno condiviso la loro esperienza le seguenti aziende: Altergon Italia, Atac, Eidosmedia, Fater, Fedegroup, Fendi, Hewlett Packard Enterprise, Philip Morris International, Procter & Gamble, Rheinmetall Italia, Ria Money Transfer e Tim. L’evento potrà a breve essere riascoltato su www.comunicazione.tv. L’appuntamento con il Welfare day si rinnova per il 2026, con l’obiettivo di continuare a tracciare il futuro del welfare aziendale in Italia.
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Procederemo a tutelare la reputazione e l’onorabilità dello studio legale Giarda nelle opportune sedi competenti, come, del resto, già avvenuto in passato nei confronti dello stesso avvocato Massimo Lovati, confidando che questa vicenda possa finalmente trovare la giusta definizione, da tempo auspicata anche dal fondatore dello studio". Gli avvocati Fabio ed Enrico Giarda, ex difensori di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, replicano così alle affermazioni del difensore di Andrea Sempio, nuovamente indagato per il delitto di Garlasco, che ha sostenuto che "l'indagine del 2017 è stata frutto di una macchinazione".
Dichiarazioni ritenute dai fratelli Giarda "del tutto gratuite e gravemente lesive. L'avvocato Lovati evidentemente dimentica che la denuncia a suo tempo presentata nel 2017 da Andrea Sempio nei confronti dello studio legale Giarda e degli investigatori incaricati è stata archiviata nel 2020 dal gip di Milano, che nella sua ordinanza ha certificato l’assoluta correttezza dell’attività di raccolta e successiva estrazione dai reperti".
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Il mercato domestico è in leggera crescita, sia a volume che a valore. Noi siamo cresciuti un po’ più del mercato, abbiamo guadagnato un +2,6 contro il 2% del mercato". Lo afferma Renato Roca, country manager di Findus Italia, all’evento ‘100%: il nostro percorso di sostenibilità’, organizzato oggi a Milano da Findus per celebrare il traguardo del 100% di prodotti ittici certificati Msc e Asc.
“L'Italia non è un Paese da grandissime crescite nel food nel largo consumo - spiega Roca - però è un mercato che sta continuando a dare una buona soddisfazione da quando siamo usciti dai periodi un po’ tesi della grande morsa inflattiva del 2022 e 2023. Dal 2024 il mercato si è normalizzato, anche grazie a iniziative, come la nostra, di comunicazione, di riposizionamento prezzi, che hanno un po’ smosso le acque. Siamo quindi molto fiduciosi”.
Come sottolineato anche all’incontro con la stampa organizzato oggi all'Acquario civico di Milano, quello del surgelato è un settore che “intercetta una serie di trend, come quello dell'anti spreco ma anche dell’attenzione alle abitudini alimentari. Il nostro portafoglio prodotti è composto all'80% da pesce e vegetali e adesso abbiamo anche il pollo - conclude il country manager di Findus Italia - Quello che è confortante come dato è che il mercato ha riacquistato l'1% delle famiglie che erano uscite, noi abbiamo riacquisito 2 punti di penetrazione tra le famiglie acquirenti e il pesce, in particolare, ne ha acquisiti 4”.
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Il mercato domestico è in leggera crescita, sia a volume che a valore. Noi siamo cresciuti un po’ più del mercato, abbiamo guadagnato un +2,6 contro il 2% del mercato". Lo afferma Renato Roca, country manager di Findus Italia, all’evento ‘100%: il nostro percorso di sostenibilità’, organizzato oggi a Milano da Findus per celebrare il traguardo del 100% di prodotti ittici certificati Msc e Asc.
“L'Italia non è un Paese da grandissime crescite nel food nel largo consumo - spiega Roca - però è un mercato che sta continuando a dare una buona soddisfazione da quando siamo usciti dai periodi un po’ tesi della grande morsa inflattiva del 2022 e 2023. Dal 2024 il mercato si è normalizzato, anche grazie a iniziative, come la nostra, di comunicazione, di riposizionamento prezzi, che hanno un po’ smosso le acque. Siamo quindi molto fiduciosi”.
Come sottolineato anche all’incontro con la stampa organizzato oggi all'Acquario civico di Milano, quello del surgelato è un settore che “intercetta una serie di trend, come quello dell'anti spreco ma anche dell’attenzione alle abitudini alimentari. Il nostro portafoglio prodotti è composto all'80% da pesce e vegetali e adesso abbiamo anche il pollo - conclude il country manager di Findus Italia - Quello che è confortante come dato è che il mercato ha riacquistato l'1% delle famiglie che erano uscite, noi abbiamo riacquisito 2 punti di penetrazione tra le famiglie acquirenti e il pesce, in particolare, ne ha acquisiti 4”.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Quella di oggi, per il governatore Francesco Rocca, è “una bella giornata, che ci ricorda da un lato quanto è bello vivere e rappresentare questa regione, ma soprattutto l’importanza di essere accompagnati in questo viaggio e in questo anno particolare, che è un’occasione che non possiamo perdere, fra Giubileo e l’Expo di Osaka. Sono grato al Niaf per la capacità di custodire l’elemento valoriale con la necessità di andare oltre ai confini. Questa è la conseguenza naturale di valori che non si è mai persa: la comunità italoamericana non deve perdere le sue radici, la consapevolezza, e l’orgoglio di essere italiani”.
“I 20 milioni di italoamericani sono i migliori ambasciatori dell’Italia nel mondo - afferma il presidente Niaf Robert Allegrini - e nel nostro 50mo anniversario non potevamo che scegliere il Lazio: abbiamo voluto condividere l’occasione con la regione che ospita la capitale d’Italia, non potevamo fare altrimenti, per dimostrare che il Lazio non è solo il Colosseo e la Fontana di Trevi ma che è una Regione che guarda al futuro”. Un legame quello con il Lazio che si fa anche con il cibo ma non solo. Un piatto su tutti: le Fettuccine alla Alfredo: “Poter portare a Washington Mario Mozzetti del ristorante Alfredo alla Scrofa, uno dei più grandi ambasciatori del Lazio negli Stati Uniti e di avere l'opportunità qua a Roma di andare al ristorante dove è nato questo piatto iconico per me è un motivo di grande soddisfazione”. Per Mario Mozzetti, “è un vero sogno andare alla convention Niaf di Washington e portare le fettuccine alla Alfredo. Portare questo piatto è un orgoglio anche a livello storico: portare Alfredo alla Scrofa negli Stati Uniti significa raccontare la storia che collega idealmente, ma non solo, l’Italia e gli Stati Uniti”.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Il Lazio è “Regione d’Onore Niaf 2025”. Un evento che ricade nel 50mo anniversario della National Italian American foundation, la più grande associazione di italoamericani. Lo slogan è chiaro: “All you need is Lazio”, fra sapori autentici, la storia incisa nella pietra, meraviglie naturali, benessere e relax, arte e artigianato, la magia del cinema, innovazione e aerospazio, eccellenza accademica e un patrimonio culturale unico. “È un grande riconoscimento - afferma Roberta Angelilli, vicepresidente e assessore a Sviluppo economico, Commercio, Artigianato, Industria, Internazionalizzazione della Regione Lazio - in cui saremo protagonisti a 360 gradi. Saranno coinvolte 20 startup e pmi innovative oltre a 18 grandi imprese che saranno attori protagonisti. Non è solo un grande evento ma è una vera missione di sistema. Ma non ci saranno solo le imprese: saranno coinvolte anche università e centri di ricerca. Startup. Gli obiettivi, netti e chiari - prosegue Angelilli - sono un piano di networking per una forte connessione con le imprese. L’altra sfida è l’ attrazione degli investimenti”. Per Amedeo Teti, capo Dipartimento per il Mercato del Mimit, “la Regione Lazio merita questa posizione di Regione d’onore. Il Lazio è da sempre attrattore di grandi investimenti. Secondo il Financial Times poi solo nel 2024 l’Italia ha attratto 35,5 miliardi di investimenti e ha creato 36mila posti di lavoro”.