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Ultimo aggiornamento: 9:41 del 12 Marzo

Bersani a La7: “Per Meloni è sbagliato dire ‘piano di riarmo’? Allora chiamiamolo Ugo. Suo tifo per Trump è quasi sindrome di Stoccolma”

"Meloni ci facesse il piacere di ricordarsi che l'Italia è un paese fondatore dell'Ue". Bersani ironizza sulla presidente del Consiglio, criticando la sua confusione in merito al piano di riarmo europeo e il suo 'tafazzismo' nei confronti di Trump - Il video
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Giorgia Meloni dice che la parola riarmo non è la parola adatta per parlare del piano di von der Leyen? Chiamiamolo Ugo“. È il commento ironico di Pier Luigi Bersani alla contorta spiegazione che la presidente del Consiglio ha rilasciato alcuni giorni fa ai microfoni dei giornalisti circa il piano di riarmo europeo.
Ospite di Dimartedì (La7), l’ex ministro spiega il suo scetticismo sul piano europeo: “Von der Leyen lo saprà che tutti questi paesi comprano armi dagli Usa per il 60% così come saprà che ci sono 6 o 7 carri armati e che qualcuno produce in casa, però lo fa su licenza americana. E dovrebbe sapere che dopo gli F-35, sono in progettazione questa novità assoluta dei caccia di sesta generazione che dovrebbero sbucare nel 2030, ma con un dettaglio: noi abbiamo un progetto con gli inglesi e i giapponesi. Poi c’è un altro progetto ancora fra tedeschi, francesi e spagnoli. E la Svezia, che ha una tradizione di questo tipo, ha in corso un progetto col Brasile. Ma noi pensiamo di fare la deterrenza in questo modo qui?“.

Bersani rilancia la sua proposta per una Ue che ritrovi il suo ruolo di mediatrice, citando il trattato di Parigi del 1951, che avviò la nascita della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca). Con quell’accordo l’Italia, la Francia, la Germania federale e il Benelux (Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo) decisero di collaborare nella gestione della produzione di carbone e acciaio, trasferendo parte del controllo nazionale su questi settori a un’organizzazione sovranazionale e autonoma.
“Ci vuole da parte dell’Europa un gesto politico di quella forza – auspica Bersani – con 6 o 7 paesi che dicono al mondo: ‘Ragazzi, adesso noi ci vincoliamo a un progetto di difesa comune”. Secondo me, farebbe molto più effetto, altro che riarmo”.

Poi torna su Meloni: “Qui in Italia abbiamo avuto della gente come lei che ha tifato per Trump. Io credo che sia proprio al limite del masochismo, del tafazzismo, della sindrome di Stoccolma, perché noi possiamo prenderci solo dei colossali guai da questa situazione. E non solo per l’Ucraina, ma anche sul profilo economico. Sono d’accordo che bisogna parlargli. Cosa vuoi dargli, delle mazzate? Parli, però devi partire da una posizione non prona, ma che abbia anche un po’ di forza – conclude – Quindi, ‘sta Meloni ci facesse il piacere di ricordarsi che l’Italia non può stare in mezzo all’Atlantico senza sapere dove far andare la barca, perché l’Italia è un paese fondatore dell’Europa. La Meloni non può dire che prima di andare a un vertice europe0 vuole sapere prima il formato della riunione, cioè com’è la tavola e chi è a tavola. Ma dovremmo essere a noi a dover dire il formato e la tavola”.

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