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Piazza per l’Europa, anche Emergency non ci sarà: “Non è chiaro se si manifesta per l’Ue del riarmo o dei diritti”

La manifestazione convocata da Michele Serra per sabato 15 marzo ha creato numerose tensioni nel mondo dell'associazionismo. Anche la ong fondata da Gino Strada ha deciso di non partecipare
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Alla piazza per l’Europa non parteciperà neanche Emergency. Dopo le perplessità espresse da tante sezioni locali dell’Anpi, la rivolta della base della Cgil e la diserzione ufficiale dell’Arci, anche la ong fondata da Gino Strada ha fatto sapere che non sarà alla manifestazione convocata da Michele Serra. “Condividiamo la necessità di restare uniti in questo momento di gravissima crisi internazionale”, si legge nella nota, “ma serve dire con chiarezza qual è l’idea intorno a cui vogliamo ritrovarci insieme”.

Proprio l’ambiguità sul tema del riarmo europeo ha creato fratture e tuttora resta l’ostacolo principale per chi ha deciso di non esserci. “In questo momento”, si legge ancora nella nota di Emergency, “la Commissione con la maggioranza dei governi europei ha deciso di affrontare il cambiamento epocale che ha di fronte con un riarmo massiccio per 800 miliardi di euro, attingendo anche a fondi destinati alla coesione sociale”. Per la ong si tratta dell’ultimo atto “di anni di politiche che hanno sconfessato una dopo l’altra le ragioni su cui l’Europa è stata fondata: il precipitoso e reiterato invio di armi all’Ucraina invece di attuare un vero sforzo diplomatico; le politiche di respingimento dei migranti, anche quando questo significhi mettere a rischio la loro stessa vita; il silenzio ingiustificabile di fronte alle ripetute violazioni del diritto internazionale nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania”. Emergency “ha a che fare quotidianamente con le conseguenze di queste scelte. Siamo convinti che – se vuole rappresentare una vera alternativa nel contesto internazionale – l’Europa debba cambiare profondamente: investendo sulla diplomazia, sugli organismi internazionali, sul welfare, sulla praticabilità dei diritti. Solo in questo modo può diventare effettivamente quello ‘spazio privilegiato della speranza umana’ evocato nel preambolo dell’incompiuta Costituzione europea del 2005 e tenere fede alle responsabilità del Premio Nobel per la pace che le è stato attribuito”.

E la conclusione ricorda quella già diffusa nei giorni scorsi dall’Arci: “In assenza di una piattaforma chiara”, scrive Emergency, “che esprima per quale idea di Europa è convocata questa manifestazione – quella del riarmo o quella della diplomazia e dei diritti – per noi rimane impossibile aderire, anche se in quella piazza ci saranno persone che stimiamo e rispettiamo e con le quali intendiamo camminare ancora insieme”.

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