Una stroncatura clamorosa della riforma del suo stesso ministero della Giustizia, poi il tentativo di dietrofront e quindi la diffusione dell’audio che conferma le sue posizioni. Il sottosegretario di via Arenula Andrea Delmastro è di nuovo al centro delle polemiche dopo la pubblicazione di una chiacchierata confidenziale avuta con il Foglio, durante la quale boccia tutti i pilastri fondamentali della riforma Nordio e lascia intendere la necessità di andare oltre: “Così i pm divoreranno i giudici”, ha detto l’esponente di Fratelli d’Italia. Una sconfessione senza appello: “Salvo solo il sorteggio dei togati al Csm, basta”. Dichiarazioni che hanno portato le opposizioni a chiedere di nuovo le dimissioni di Delmastro, dopo che avevano spinto per il suo passo indietro dopo la condanna per rivelazione di segreto d’ufficio nell’ambito della vicenda dell’anarchico Alfredo Cospito. Proteste anche dall’Associazione Nazionale Magistrati: “Il governo getta la maschera”, ha detto il segretario Rocco Maruotti. E il Guardasigilli Carlo Nordio? Lo difende senza alcun apparente tentennamento: “Delmastro ha già chiarito che la nostra condivisione è totale e senza riserve. Non abbiamo gettato maschere perché non ne abbiamo mai avute, e il testo della norma è trasparente e univoco”, ha detto all’Ansa. “Lo sgradevole processo alle intenzioni che alcuni membri dell’Anm continuano a fare, prospettando la soggezione del Pm all esecutivo non aiuta il dialogo che ci proponiamo di mantenere, pur nella differenza di idee”. Nessun imbarazzo nella maggioranza per le parole del sottosegretario? “E’ l’enfatizzazione giornalistica di una discussione complessa, che ha tenuto conto di varie problematiche connesse a una importante revisione costituzionale. Ma alla fine il risultato è stato ottimo, come l’amico Delmastro mi ha tempestivamente ribadito”.

Le dichiarazioni pubblicate dal Foglio, l’audio che conferma e il tentato dietrofront – La chiacchierata avuta da Delmastro con il Foglio non lascia spazio a dubbi o ambiguità: “Dare ai pubblici ministeri un proprio Csm è un errore strategico che, per eterogenesi dei fini, si rivolterà contro”, ha dichiarato il sottosegretario. “I pm, prima di divorare i politici, andranno a divorare i giudici. L’unica cosa figa della riforma è il sorteggio dei togati al Csm, basta”. Per l’esponente di Fratelli d’Italia, “c’è un rischio nel doppio Csm. O si va fino in fondo e si porta il pm sotto l’esecutivo, come avviene in tanti Paesi, oppure gli si toglie il potere di impulso sulle indagini”. Delmastro, secondo il giornale, appare poco convinto anche su un altro punto fondamentale della riforma costituzionale pensata dal ministro della Giustizia del suo governo, ovvero l’istituzione di un’Alta corte disciplinare. E non solo. Sempre drante il colloquio ha anche aggiunto: “Nella mia persona convivono entrambe le pulsioni, sia quella garantista che quella giustizialista, a corrente alternata secondo le necessità”.

Dopo la diffusione dell’articolo, Delmastro ha tentato la smentita: “L’articolo di giornale ha esasperato il significato dei ragionamenti che ho fatto, nel corso di un colloquio informale, sulla riforma della giustizia”. E parlando del provvedimento ha assicurato di essere in linea con Nordio e con la sua maggioranza: “L’impianto è ottimo, ribadisco che nella maggioranza c’è assoluta condivisione delle misure messe in campo e proseguiremo speditamente per approvare la riforma il prima possibile”, si legge in una nota. “Ribadisco che grazie al sorteggio e all’Alta Corte disciplinare ci sarà una vera indipendenza della magistratura dalla politica, perché questa ne rimarrà finalmente fuori. Ho argomentato che in fase di stesura della riforma c’era un confronto fra due opzioni, quella con un Csm unico e quella con due, ognuna delle due con vantaggi e svantaggi. La soluzione di approdo, pur nei diversi percorsi argomentativi e nelle sfumature interpretative, è assolutamente condivisa e sostenuta senza tentennamenti da tutto il centrodestra. Ogni altra ricostruzione è una forzata distorsione della realtà“. Solo un’esasperazione dei suoi ragionamenti? A quel punto il Foglio ha diffuso l’audio che ha confermato tutte le posizioni.

L’Associazione nazionale magistrati contro il governo. Le opposizioni compatte per le dimissioni di Delmastro – Per l’Associazione nazionale magistrati quanto detto da Delmastro conferma tutti i timori di chi è contrario alla riforma: “Il governo ha calato la maschera”, ha detto in una nota il segretario Rocco Maruotti. “Questa riforma da sola non basta e sarà necessario portare il pubblico ministero sotto le direttive del potere esecutivo o quantomeno togliere al pubblico ministero il potere di impulso delle indagini”. Questo, ha continuato Maruotti, lascia intendere che la riforma sarà solo il primo passo: “Da oggi perciò sarà più difficile per il governo continuare a sostenere che la riforma non avrà conseguenze, come l’Anm va sostenendo dall’inizio. Questa riforma, oltre a non migliorare la giustizia, servirà solo ad assoggettare i magistrati al controllo del governo: ora è ancora più chiaro. Le parole del sottosegretario alla giustizia introducono un importante elemento di chiarezza”.

Per le opposizioni compatte è ora delle dimissioni di Delmastro. “Adesso basta. Per la dignità e l’onore delle istituzioni il sottosegretario Delmastro delle Vedove si dimetta. Apprendiamo infatti che l’intervista su Il Foglio, esiste, c’è ed è pure registrata! Per questo non poteva essere smentita”, hanno detto i dem. Per il Pd “quelle dichiarazioni che demoliscono la cosiddetta riforma Nordio sulla giustizia e la separazione delle carriere rivelano una crisi irreparabile nei rapporti con il ministro“, hanno detto la responsabile giustizia del Pd Debora Serracchiani e i capigruppo in commissione Giustizia di Camera e Senato. “Farebbe un gesto di dignità se se ne andasse. Ma in ogni caso Delmastro non dovrebbe restare un minuto di più. Per un minimo di decoro”. Secondo i dem “non doveva essere nominato sottosegretario alla Giustizia. Non era all’altezza. E lo hanno confermato questi oltre due anni a Via Arenula, in cui ha operato con scarsissimo senso dello Stato, con una visione lontana dai principi costituzionali”.

Stessa linea anche per il M5s: “Che l’intento del governo fosse quello di collocare i pubblici ministeri in qualche modo sotto le direttive della politica”, si legge in una nota degli espontenti 5 stelle in commissione Giustizia, “lo avevano già confessato il ministro Nordio e i capigruppo della Lega e di Fdi Molinari e Malan. Oggi arriva l’ammissione limpida e argomentata del sottosegretario Delmastro, che spiega chiaramente quello che noi abbiamo già detto fino allo sfinimento: il governo Meloni punta a cancellare l’autonomia delle procure togliendo loro il potere di direzione delle indagine e/o sottoponendole esplicitamente alle direttive della politica”. E chiudono: “Ecco la verità finale: l’approdo sarà quello di mettere le procure sotto la frusta della politica, così da addomesticarle e renderle innocue per alcuni. Immaginiamo che oggi arriverà un goffa smentita ma la verità ormai l’hanno capita tutti”.

Anche Angelo Bonelli di Alleanza Verdi Sinistra chiede “un atto di coerenza” a Delmastro: “Si dimetta. Dopo essere stato condannato per rivelazione del segreto d’ufficio, avrebbe già dovuto lasciare il suo incarico, ma ora ha un motivo in più per farlo. Le sue dichiarazioni confermano l’inaffidabilità di un governo che si sfiducia da solo“. E pure Matteo Renzi si associa: “Stesso governo, stesso partito, stesso palazzo, eppure dicono l’uno il contrario dell’altro”, ha scritto in rete il leader di Italia viva. “Tutto bellissimo, davvero. La domanda è: che fa oggi la Meloni? Fa dimettere il ministro della Giustizia Nordio, che ha fatto la riforma, o il sottosegretario Delmastro, che dice che la riforma fa schifo? Attendiamo una risposta da Giorgia appena esce dal letargo”.

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