Non c’è solo la terapia genica come arma contro l’anemia falciforme. Un gruppo di ricercatori del Johns Hopkins Kimmel Cancer Center ha infatti messo a punto un nuovo metodo di trapianto di midollo osseo che si è dimostrato non solo essere sicuro ed efficace, ma anche più economico e quindi più accessibile, rispetto alla terapia genetica, unico trattamento disposizione per questa malattia. La sperimentazione ha coinvolto oltre al centro clinico di Baltimora altri venti cliniche negli Stati Uniti e a Londra (UK). L’età media dei partecipanti alla sperimentazione di fase II, che si è svolta dal 2017 al 2021, è stata di 22 anni di cui il 59% maschio, il 92% afroamericano e il 4% era ispanico. Il tempo medio di follow-up è stato di 37 mesi. Gli effetti collaterali gravi sono stati rari e hanno incluso tre fallimenti del trapianto, i casi di rigetto dell’ospite da moderato a grave (22%) e due decessi nel primo anno dopo il trapianto (uno per COVID-19).

I numeri della malattia – Secondo i dati dell’ Osservatorio delle Malattie Rare, l’anemia falciforme (SCD), che in Europa colpisce circa 50.000 persone, in Italia è considerata una patologia ematologica rara a causa della difficoltà di tracciamento e diagnosi: i pazienti registrati con un quadro clinico grave sono circa 2.500-2.800 sebbene, secondo gli esperti, esista un importante sommerso. L’anemia falciforme è caratterizzata dall’alterazione della forma e proprietà fisiche dei globuli rossi e da una maggior adesività delle diverse cellule ematiche rispetto al solito. In determinate situazioni, queste cellule si attivano e aderiscono tra di loro e alla parete interna dei vasi sanguigni, formando degli agglomerati che possono rallentare, bloccando e ridurre il flusso di sangue e ossigeno, causando danni ai vasi sanguigni e agli organi.

Attualmente oltre alla terapia farmacologica che punta a risolvere il problema delle ostruzioni, l’unica possibilità terapeutica per questa malattia è costituita dalla terapia genica. Nel dicembre del 2023 la Food and Drug Administration (FDA) ha dato il via libera a due trattamenti fondamentali, Casgevy e Lyfgenia, che rappresentano le prime terapie geniche basate su cellule per il trattamento dell’anemia falciforme (drepanocitosi) in pazienti di età pari o superiore a 12 anni. Inoltre, una di queste terapie, Casgevy, è il primo trattamento approvato dalla FDA a utilizzare un tipo di nuova tecnologia di modifica del genoma, la CRISPR. Il problema è che questi trattamenti innovativi richiedono una rischiosa chemioterapia e costano circa 2 milioni di dollari a persona, rendendoli inaccessibili alla stragrande maggioranza dei malati.

Come funziona il trapianto – Nel nuovo procedimento messo a punto per questo trapianto di midollo, chiamato trapianto di midollo osseo aploidentico a intensità ridotta, il midollo osseo viene donato da un donatore “semi-compatibile”, come un genitore, un fratello, un figlio, una nipote, uno zio, una zia o un cugino del paziente. Ciò significa che le proteine ​​che aiutano il sistema immunitario del corpo a funzionare e che sono presenti nelle cellule del midollo di un donatore devono corrispondere almeno alla metà di quelle proteine ​​presenti nelle cellule del ricevente per essere adatte e non attaccare il corpo del ricevente dopo il trapianto. Prima del trapianto, i pazienti vengono trattati con basse dosi di chemioterapia e sottoposti a irradiazione corporea totale. Dopo il trapianto, viene somministrato loro ciclofosfamide (un farmaco per prevenire il rigetto) e altri farmaci per un massimo di un anno.

Delle 42 persone con anemia falciforme grave sottoposte alla procedura durante la sperimentazione, il 95% era vivo due anni dopo il trapianto e l’88% è considerato guarito e non sta manifestando eventi correlati alla malattia. Questi risultati sono stati pubblicati sulla rivista The New England Journal of Medicine Evidence. Gli esiti sono stati presentati a dicembre 2023 durante la riunione annuale dell’American Society of Hematology. Secondo gli autori, la sperimentazione dimostra un attaccamento molto elevato delle cellule donatrici e tassi di guarigione molto elevati.

“Risultati buoni” – “I nostri risultati con il trapianto allogenico sono altrettanto buoni o migliori di quelli che si vedono con la terapia genica”, afferma Richard Jones, professore di Oncologia, direttore del programma di trapianto di midollo osseo e co-direttore del programma di neoplasie ematologiche presso il Kimmel Cancer Center. La maggior parte delle persone affette da anemia falciforme è idonea al trapianto, che costa una frazione del prezzo della terapia genica, afferma. “Molte persone, e forse la maggior parte degli adulti, non sono idonee alla terapia genica a causa della necessità di chemioterapia ad alte dosi che le persone con danni agli organi terminali non possono ricevere”, afferma Jones. “Il rischio di effetti collaterali a lungo termine sarà probabilmente più elevato con la terapia genica, sia in termini di danni agli organi che di rischio di leucemia”.

Terapia meno costosa – Un luogo comune errato in campo medico è che il trapianto per l’anemia falciforme richiede un donatore perfettamente compatibile e che possa causare una grave malattia del trapianto contro l’ospite e un’elevata mortalità, cosa che questo e altri studi hanno dimostrato non essere vera, afferma il coautore dello studio, Robert Brodsky, professore di Medicina e oncologia presso la Johns Hopkins Family e direttore della divisione di Ematologia presso la facoltà di medicina della Johns Hopkins University. Il trapianto è un’opzione molto meno costosa per i centri medici ei pazienti, afferma Brodsky. Con un trapianto, i pazienti sono in ospedale per circa otto giorni, rispetto alle sei-otto settimane della terapia genetica. Inoltre, “il numero medio di trasfusioni per un paziente sottoposto a terapia genetica è 50, mentre il numero medio di trasfusioni dopo un trapianto di midollo osseo aploidentico è sei. Viene eseguito quasi interamente in regime ambulatoriale”, afferma. Un articolo di revisione che confronta il trapianto di midollo osseo allogenico e la terapia genetica, di cui Jones e Brodsky sono co-autori, è stato pubblicato sulla rivista Blood Advances. L’articolo dimostra che il costo stimato della terapia genetica è di 2-3 milioni di dollari, rispetto ai circa 467.747 dollari di un trapianto.

Emanuele Perugini

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