“Come un film dell’orrore“, così il procuratore dello Stato del Connecticut ha definito la scena che gli si è parata davanti quando è entratato nella casa di una donna di Waterbury, accusata di aver tenuto prigioniero il figliastro per 20 anni. L’uomo, oggi 32enne, pesava 30 chili quando è stato trovato ed era in forte stato di malnutrizione: è riuscito a fuggire appiccando un incendio in casa.
È il 17 febbraio quando, intorno alle 20:42 e come racconta la Nbc, agenti di polizia e vigili del fuoco entrano in una casa di Blake Street. I pompieri domano le fiamme. Sul posto ci sono Kimberly Sullivan, 56 anni, e il suo figliastro: lei è fuori dall’abitazione, il ragazzo no ma viene messo in salvo e curato per ustioni gravi e intossicazione da fumo. “Volevo la mia libertà“, ha detto al personale di primo soccorso confessando di essere stato lui ad accendere il fuoco. E le indagini hanno portato a un’atroce conclusione: recluso per 20 anni, l’uomo ha subito abusi prolungati e trattamenti inumani. Ha ricevuto quantità minime di cibo e acqua e si trovava in uno stato di estrema denutrizione. Durante tutto questo tempo, non ha ricevuto cure mediche né dentistiche, ha dichiarato la polizia. Martedì 11 marzo, per Sullivan è scattato l’arresto con le accuse di aggressione sequestro di persona, detenzione illegale, crudeltà verso una persona e messa in pericolo sconsiderata.
Il figliastro sarebbe stato chiuso per 20 anni in una stanza di 2,5 x 2,7 metri, senza riscaldamento né aria condizionata: ha raccontato di ricordare di essere stato messo lì dentro quando aveva tre anni. Ha spiegato di avere sempre avuto fame e di avere imparato a uscire nella notte per cercare cibo ma se veniva scoperto, la chiusura nella stanzina diventava definitiva, per giorni. Ha spiegato di aver bevuto dal wc per la troppa sete. Il 32enne ha detto alle autorità che gli era permesso uscire dalla stanza ogni mattina intorno alle 8 per svolgere delle faccende domestiche, che potevano durare da 15 minuti a due ore.
Secondo l’avvocato di Sullivan, “è assolutamente falso. Non è mai stato rinchiuso. Non è mai stato trattenuto in alcun modo. Gli forniva cibo, gli forniva un tetto sopra la testa. È scioccata da queste accuse. E ciò che mi sconvolge ancora di più? È come si possa essere falsamente accusati di una cosa del genere”. La cauzione per Sullivan è stata fissata a 300.000 dollari e la sua prossima udienza è prevista per il 26 marzo.