Basta retorica guerresca! L’idea per cui la pace si fa armandosi ha semplicemente del ridicolo
di Sara Gandini e Paolo Bartolini
“La pace attraverso la forza” dice Von der Leyen, chiedendo di spendere per difenderci. E in effetti la parola chiave è questa: spendere. E ribadisce: dobbiamo utilizzare ogni singola leva finanziaria a nostra disposizione per rafforzare e accelerare la nostra produzione di difesa. È chiaro che dietro queste scelte ci sono pressioni dell’industria e dei centri finanziari, del resto l’idea secondo cui la pace si farebbearmandosi ha semplicemente del ridicolo, se non fossero i cittadini a pagarne pesantemente le conseguenze.
Nonostante tutto, questo teatro dell’assurdo atterrisce ma non stupisce, perché la retorica guerresca ci accompagna da un bel po’. Già nel pieno del caos pandemico il linguaggio bellico aveva saturato la percezione collettiva, per inasprirsi ulteriormente dopo l’attacco russo in Ucraina del febbraio 2022. Durante la pandemia con le parole d’ordine ‘sicurezza’ e ‘rischio zero’ abbiamo sacrificato giovani e anziani, i primi segregati in casa, i secondi lasciati morire nelle RSA. Con la guerra in Ucraina abbiamo giocato a Risiko sacrificando un intero popolo sull’altare degli interessi della geopolitica. In entrambi i contesti il dissenso argomentato è stato ridicolizzato e criminalizzato.
Oggi le assurde e controproducenti politiche di riarmo europee ribadiscono lo scollamento profondo e drammatico tra cittadini e potere, opinione pubblica e solerti esecutori dei diktat del neoliberalismo di guerra. 800 miliardi di euro per armarci e simulare, agli occhi di un mondo che è giustamente stanco delle nostre ipocrisie, una forza che non abbiamo.
Gli “intellettuali” organici che abbracciano il progetto europeista degli attuali governanti (quindi favorevoli a un’architettura dell’Ue che umilia le persone in difficoltà, mercifica ogni forma di scambio sociale e deroga sul Patto di Stabilità solo quando bisogna attrezzarsi con missili e carri armati), stanno da settimane invocando uno spirito guerriero di cui i nostri giovani rammolliti sarebbero carenti. Dinnanzi alla surreale ipotesi di un Putin interessato a spingersi fino ai Pirenei, i leader europei orfani di Biden e dei Dem americani, provano a smarcarsi da Trump ottenendo due effetti: da un lato alimentare la stessa economia americana acquistando gas d’oltreoceano e foraggiando le industrie di morte a stelle e strisce, dall’altro preparare – con tagli feroci allo stato sociale europeo – l’ascesa delle forze di estrema destra nel Vecchio Continente.
Buffo per chi, da mattina a sera, ammonisce sul pericolo delle autocrazie, tacendo sulla pulizia etnica a Gaza e in Cisgiordania, e sventolando la bandiera consunta di un antifascismo di facciata privo di critica nei confronti del capitalismo (quindi sostanzialmente inutile).
Oltre a questa deriva, che dovrebbe suscitare una risposta popolare vasta e insorgente, assistiamo al grottesco capovolgimento delle chiacchiere sullo sviluppo sostenibile, sul proteggere la salute dei cittadini, sull’importanza del “rischio zero” che hanno dominato recentemente il dibattito pubblico.
Adesso è il momento degli eserciti, della sicurezza e delle bombe, dunque la riconversione ecologica, la sanità pubblica e altre priorità reali vengono messe tra parentesi. Per anni, con una gestione feroce dei cosiddetti “debiti sovrani”, abbiamo assistito al rigore europeista, all’austerity, al rimbrotto quotidiano nei confronti di chi vivrebbe al di sopra delle sue possibilità sperperando come la cicala della ben nota favola (ricordiamo la sorte dei greci massacrati dalla Trojka). Ma del benessere dei cittadini europei non interessa nulla a questi rappresentanti di destra e “sinistra”.
Quasi tutti, tranne poche lodevoli eccezioni, intravedono nel ReArm Europe una possibilità per rimettere in moto un’economia fiaccata dal boomerang delle sanzioni alla Russia e da politiche industriali di cortissimo respiro. Ci stanno, insomma, offrendo un’economia di guerra per compattare l’Ue e nascondere sotto il tappeto gli infiniti errori e doppi standard di cui si sono macchiati da molto tempo.
Peccato che investire in armi, in modo tanto eccessivo e ideologico, vuol dire togliere fondi alla ricerca, alla scuola, alla sanità pubblica, alla cura dei territori e degli ecosistemi. Non basta dire NO a questo scempio, bisogna affermare con forza che i denari servono ad altro, che la pace si costruisce contrastando le ingiustizie sociali e le diseguaglianze, che una società equa e sostenibile può darsi solo preparando insieme la fuoriuscita dal neoliberalismo autoritario e di guerra.
Questa Europa in stato confusionale, guidata da ciechi che camminano verso la bocca del vulcano, è il problema e non la soluzione. Saranno comportamenti del genere a scatenare, prima o poi, una rabbia sociale che, disorganizzata, potrebbe facilmente ingigantire il consenso delle nuove destre. Ciò rischia di accadere, come durante gli anni della governance pandemica, nel silenzio complice di molte aree della cosiddetta sinistra, incapaci persino di prendere le distanze dalle piazze dove la bandiera della pace non è ben accetta e dalla spirale dei furori bellicisti di una classe politica mai tanto compromessa.
Concludiamo ricordando le parole di Virginia Woolf in Le tre ghinee: “Se i giornali fossero scritti da persone il cui solo scopo nello scrivere fosse quello di dire la verità sulla politica e la verità sull’arte, noi non crederemmo nella guerra e crederemmo nell’arte”.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
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Sara Gandini
Epidemiologa e docente
Società - 15 Marzo 2025
Basta retorica guerresca! L’idea per cui la pace si fa armandosi ha semplicemente del ridicolo
di Sara Gandini e Paolo Bartolini
“La pace attraverso la forza” dice Von der Leyen, chiedendo di spendere per difenderci. E in effetti la parola chiave è questa: spendere. E ribadisce: dobbiamo utilizzare ogni singola leva finanziaria a nostra disposizione per rafforzare e accelerare la nostra produzione di difesa. È chiaro che dietro queste scelte ci sono pressioni dell’industria e dei centri finanziari, del resto l’idea secondo cui la pace si farebbe armandosi ha semplicemente del ridicolo, se non fossero i cittadini a pagarne pesantemente le conseguenze.
Nonostante tutto, questo teatro dell’assurdo atterrisce ma non stupisce, perché la retorica guerresca ci accompagna da un bel po’. Già nel pieno del caos pandemico il linguaggio bellico aveva saturato la percezione collettiva, per inasprirsi ulteriormente dopo l’attacco russo in Ucraina del febbraio 2022. Durante la pandemia con le parole d’ordine ‘sicurezza’ e ‘rischio zero’ abbiamo sacrificato giovani e anziani, i primi segregati in casa, i secondi lasciati morire nelle RSA. Con la guerra in Ucraina abbiamo giocato a Risiko sacrificando un intero popolo sull’altare degli interessi della geopolitica. In entrambi i contesti il dissenso argomentato è stato ridicolizzato e criminalizzato.
Oggi le assurde e controproducenti politiche di riarmo europee ribadiscono lo scollamento profondo e drammatico tra cittadini e potere, opinione pubblica e solerti esecutori dei diktat del neoliberalismo di guerra. 800 miliardi di euro per armarci e simulare, agli occhi di un mondo che è giustamente stanco delle nostre ipocrisie, una forza che non abbiamo.
Gli “intellettuali” organici che abbracciano il progetto europeista degli attuali governanti (quindi favorevoli a un’architettura dell’Ue che umilia le persone in difficoltà, mercifica ogni forma di scambio sociale e deroga sul Patto di Stabilità solo quando bisogna attrezzarsi con missili e carri armati), stanno da settimane invocando uno spirito guerriero di cui i nostri giovani rammolliti sarebbero carenti. Dinnanzi alla surreale ipotesi di un Putin interessato a spingersi fino ai Pirenei, i leader europei orfani di Biden e dei Dem americani, provano a smarcarsi da Trump ottenendo due effetti: da un lato alimentare la stessa economia americana acquistando gas d’oltreoceano e foraggiando le industrie di morte a stelle e strisce, dall’altro preparare – con tagli feroci allo stato sociale europeo – l’ascesa delle forze di estrema destra nel Vecchio Continente.
Buffo per chi, da mattina a sera, ammonisce sul pericolo delle autocrazie, tacendo sulla pulizia etnica a Gaza e in Cisgiordania, e sventolando la bandiera consunta di un antifascismo di facciata privo di critica nei confronti del capitalismo (quindi sostanzialmente inutile).
Oltre a questa deriva, che dovrebbe suscitare una risposta popolare vasta e insorgente, assistiamo al grottesco capovolgimento delle chiacchiere sullo sviluppo sostenibile, sul proteggere la salute dei cittadini, sull’importanza del “rischio zero” che hanno dominato recentemente il dibattito pubblico.
Adesso è il momento degli eserciti, della sicurezza e delle bombe, dunque la riconversione ecologica, la sanità pubblica e altre priorità reali vengono messe tra parentesi. Per anni, con una gestione feroce dei cosiddetti “debiti sovrani”, abbiamo assistito al rigore europeista, all’austerity, al rimbrotto quotidiano nei confronti di chi vivrebbe al di sopra delle sue possibilità sperperando come la cicala della ben nota favola (ricordiamo la sorte dei greci massacrati dalla Trojka). Ma del benessere dei cittadini europei non interessa nulla a questi rappresentanti di destra e “sinistra”.
Quasi tutti, tranne poche lodevoli eccezioni, intravedono nel ReArm Europe una possibilità per rimettere in moto un’economia fiaccata dal boomerang delle sanzioni alla Russia e da politiche industriali di cortissimo respiro. Ci stanno, insomma, offrendo un’economia di guerra per compattare l’Ue e nascondere sotto il tappeto gli infiniti errori e doppi standard di cui si sono macchiati da molto tempo.
Peccato che investire in armi, in modo tanto eccessivo e ideologico, vuol dire togliere fondi alla ricerca, alla scuola, alla sanità pubblica, alla cura dei territori e degli ecosistemi. Non basta dire NO a questo scempio, bisogna affermare con forza che i denari servono ad altro, che la pace si costruisce contrastando le ingiustizie sociali e le diseguaglianze, che una società equa e sostenibile può darsi solo preparando insieme la fuoriuscita dal neoliberalismo autoritario e di guerra.
Questa Europa in stato confusionale, guidata da ciechi che camminano verso la bocca del vulcano, è il problema e non la soluzione. Saranno comportamenti del genere a scatenare, prima o poi, una rabbia sociale che, disorganizzata, potrebbe facilmente ingigantire il consenso delle nuove destre. Ciò rischia di accadere, come durante gli anni della governance pandemica, nel silenzio complice di molte aree della cosiddetta sinistra, incapaci persino di prendere le distanze dalle piazze dove la bandiera della pace non è ben accetta e dalla spirale dei furori bellicisti di una classe politica mai tanto compromessa.
Concludiamo ricordando le parole di Virginia Woolf in Le tre ghinee: “Se i giornali fossero scritti da persone il cui solo scopo nello scrivere fosse quello di dire la verità sulla politica e la verità sull’arte, noi non crederemmo nella guerra e crederemmo nell’arte”.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
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Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.